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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Decreto sostegni ter, Ristoratori Veneto: «Piccole imprese lasciate sole. Noi in posta per chi non ha green pass»

I soci dell'associazione si metteranno a disposizione delle persone che non potranno andare in posta a ritirare la pensione o altri documenti poiché sprovviste di green pass: «Ci andremo noi per loro»

«Una barzelletta che non fa ridere», con queste parole in riferimento al decreto sostegni ter, l'associazione Ristoratori Veneto & Ho.Re.Ca. si fa nuovamente portavoce del «disagio espresso dagli imprenditori» che rappresenta: «Abbiamo denunciato fin dall’inizio i drastici cali di fatturato provocati da restrizioni prima e obbligo di green pass poi, e proprio per questo non possiamo tacere l’assoluta inconsistenza del cosiddetto decreto sostegni ter». Così l’associazione, il cui hashtag #iononcisto, sunto della contrarietà rispetto alle politiche governative degli ultimi due anni, ha raggiunto i 30 mila post sui social e ora diventa simbolo di una nuova iniziativa: «Già una ventina tra soci e soci/sostenitori ha deciso di mettersi a disposizione delle persone che non potranno andare in posta a ritirare la pensione o altri documenti poiché sprovviste di green pass: ci andremo noi per loro, così almeno useremo il certificato verde per una giusta causa».

Alessia Brescia, portavoce di Ristoratori Veneto, quindi sottolinea che il decreto sostegni Ter «oltre a non rifinanziare la cassa integrazione Covid, lacuna gravissima che equivale a lasciare da sole le piccole imprese, dimostra una volta di più l’imbarazzante distanza tra chi governa e la realtà quotidiana, perché a fronte di uno sconto risibile sulle bollette "impazzite" non c’è nulla che attesti una consapevolezza dei veri problemi del nostro settore, niente circa un eventuale saldo e stralcio delle cartelle esattoriali, niente circa eventuali incentivi per le assunzioni».

Secondo l'associazione Ristoratori Veneto, il settore terziario affronta «un periodo storico che meriterebbe unione tra le categorie nel tentativo di deviare questa direzione insostenibile presa dalla politica. Tutta la nostra solidarietà ai tabaccai, pronti a scioperare contro l’obbligo del controllo del green pass. Quel green pass che ora colpirà anche il fatturato dei negozi a vantaggio delle multinazionali fondate sull’acquisto online. Avevamo definito l’imposizione del certificato verde "una misura economicida" che, come poi successo, non avrebbe mutato di una virgola la sicurezza dei locali e semmai complicato e impoverito la loro attività. Oggi, - prosegue la nota di  Ristoratori Veneto - ribadiamo che l’obbligo di green pass va abolito poiché inutile a fini sanitari e utile solo ad affossare le imprese».

Infine, dall'associazione Ristoratori Veneto parte anche un messaggio alle associazioni di categoria: «Sarebbe utile per tutti se realtà come la nostra trovassero ascolto, specialmente "prima" dei grandi momenti decisionali. Siamo nati dalla spinta di imprenditori in cerca di una rappresentanza e che, conoscendo la realtà quotidiana, se coinvolti potrebbero suggerire come non stravolgere i meccanismi vitali di un intero settore o quantomeno segnalare per tempo i rischi connessi a determinate scelte. C’è solo tristezza, ad esempio, nel constatare come l’hashtag #Apertimachiusi da noi lanciato a fine dicembre suoni più attuale che mai». 

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