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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Vito Comencini sempre in contatto con la Farnesina per i veronesi in Ucraina

Il deputato veronese segue «con estrema attenzione le vicende legate alla tensione che si è generata in Ucraina». Una tensione che sembra allentarsi dopo i ripetuti confronti tra i leader europei ed il presidente russo Putin

I venti di guerra che soffiavano sull'Ucraina non si sono spenti, ma sembrano meno intensi. Un passo importante è stato compiuto oggi, 15 febbraio, con un incontro durato tre ore tra il presidente russo Vladimir Putin e il premier tedesco Olaf Scholz, ma già prima di questo lungo vertice i segnali da Mosca erano sembrati incoraggianti. Se, da una parte, Putin ribadisce di non accettare l'ingresso dell'Ucraina nella Nato, dall'altro le esercitazioni militari russe sul confine ucraino sono terminate e da oggi hanno cominciato il rientro alle rispettive basi. La frontiera russo-ucraina è diventata meno calda ed anche il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha sottolineato la presenza di «segnali da Mosca che la diplomazia deve continuare e questo è materia per un cauto ottimismo». L'Alleanza Atlantica, però, non parla di una vera e propria de-escalation e chiede il ritiro anche dei mezzi pesanti e dell'equipaggiamento militare dalle zone vicine all'Ucraina.

Nonostante, dunque, un'apertura diplomatica, la situazione in Ucraina rimane rischiosa e per questo il deputato veronese e consigliere comunale della Lega Vito Comencini è in contatto con la Farnesina per avere informazioni sui numerosi connazionali, tra cui veronesi, presenti a Kiev e nel resto del paese est-europeo. «Sto seguendo con estrema attenzione le vicende legate alla tensione che si è generata in Ucraina - ha detto Comencini - Sto inoltre mantenendo i contatti con le associazioni umanitarie che operano in Donbass, nei territori martoriati dalla guerra del 2014». Territori che il deputato ha visitato per due volte «toccando con mano la devastazione della guerra e la tragedia di quelle popolazioni, ma anche le speranze e la voglia di una soluzione pacifica».

E una soluzione pacifica è anche quella richiesta dal Movimento Nonviolento attraverso una lettera scritta dal veronese Mao Valpiana al presidente del Consiglio Mario Draghi, al ministro della Difesa Luigi Di Maio e al ministro della Difesa Lorenzo Guerini. «Ciò che ci aspettiamo dal nostro Governo non è l’invio di truppe nel teatro della prossima guerra, ma l’avvio di una politica europea di pace», ha scritto Valpiana.

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