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Risolta la crisi di Governo più lunga, tra i ministri anche il veronese Lorenzo Fontana

Il leghista Fontana, già vicesindaco a Verona, sarà il Ministro della Famiglia e della disabilità

Si è finalmente risolta la più lunga crisi di Governo della storia della Repubblica italiana, dopo ben 88 giorni di trattative e numerosi colpi di scena che hanno caratterizzato gli ultimi tre mesi dalla data delle elezioni. Lo schema che ha prevalso è quello che già era emerso domenica scorsa: il giurista e professore all'Università di Firenze Giuseppe Conte ricoprirà l'incarico di primo ministro, mentre i due vicepresidenti saranno Luigi Di Maio e Matteo Salvini, rispettivamente Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico il primo e, il secondo, Ministro dell'Interno.

Di fatto la risoluzione del conflitto istituzionale sollevato da Lega e M5S contro il Quirinale, con tanto di richiesta di "messa in stato d'accusa" del Presidente della Repubblica, sarebbe potuta arrivare già domenica scorsa, ma i due leader hanno preferito un "muro contro muro" durato circa 72 ore e costato letteralmente miliardi di euro al Paese sui mercati finanziari, a causa dell'instabilità che si è venuta a creare. Ieri alla fine si è trovata la quadra: il professor Savona, noto per le sue posizioni critiche sull'Euro e possibilista sull'uscita dell'Italia dall'Eurozona, è stato piazzato (e così "neutralizzato") al Ministero degli Affari europei, mentre al ben più importante e decisivo Ministero dell'Economia è stato scelto un altro economista, professore all'Università Tor Vergata di Roma, Giovanni Tria.

Nella lunga lista di ministri presentata ieri dal premier in pectore Giuseppe Conte, 18 ministri di cui soltanto 5 donne, compaiono anche tre veneti: la vicentina Erika Stefani agli Affari regionali (a lei spetterà affrontare il nodo "autonomia del Veneto"), il trevigiano Riccardo Fraccaro futuro Ministro dei rapporti con il Parlamento e, infine, il veronese Lorenzo Fontana che ricoprirà il ruolo di Ministro della Famiglia e disabilità. Quest'ultimo è già vicesegretario della Lega e vicepresidente della Camera dei Deputati, ma è soprattutto già vice del sindaco Federico Sboarina nel Comune di Verona. Tutto lascia pensare che dunque a lui spetterà portare avanti le battaglie tradizionali che anche sul suolo veronese la Lega ha condotto sui temi della "famiglia", difendendo quella cosiddetta "naturale", composta da "un uomo e una donna" (sono a rischio le "Unioni civili"?), provando ad incentivare le nascite, in particolare tra i cittadini italiani, e occupandosi di temi quali il "fine vita" e l'"aborto" in un'ottica rigorosamente "cattolica".

«Attaccano il valore della famiglia naturale, che è l’anello di congiunzione più importante tra l’individuo e la comunità, per indebolire sia la persona che la società e renderle entrambe più vulnerabili, manipolabili al fine di dominarle - dichiarava l'On. Lorenzo Fontana nel 2016 durante la partecipazione a un convegno dell'associaizone "Pro Vita Onlus" - Infatti una comunità composta da famiglie che si tramandano, di generazione in generazione, i propri valori, le proprie tradizioni, la propria identità è una comunità più forte, difficilmente manipolabile e dominabile. Perché lo scontro oggi è tra chi vuole l’omologazione delle persone, cioè renderle meri numeri e consumatori, e chi difende le specificità, le identità, i valori di una comunità; lo scontro è tra chi vuole il vuoto individualismo orfano di punti di riferimento e chi difende l’individuo come portatore di valori e parte integrante di una società coesa culturalmente».

Il leghista Lorenzo Fontana proseguiva poi il suo intervento intrecciando il tema del decremento demografico con quello dell'immigraizone:  «È una battaglia culturale: una volta le guerre si facevano con le armi, oggi si utilizzano i mass media, le immagini e le parole. Ed ecco allora che la propaganda dominante mette in discussione e indebolisce la famiglia naturale, - spiegava ancora il nuovo Ministro della Famiglia nel suo intervento del 2016 - ecco che ci dicono che l’immigrazione serve per colmare il gap del decremento demografico. Ecco, dunque, da un lato l’indebolimento della famiglia e la lotta per i matrimoni gay e la teoria del gender nelle scuole, dall’altro l’immigrazione di massa che subiamo e la contestuale emigrazione dei nostri giovani all’estero. Sono tutte questioni legate e interdipendenti, - concludeva l'On. Fontana - perché questi fattori mirano a cancellare la nostra comunità e le nostre tradizioni. Il rischio è la cancellazione del nostro popolo».

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