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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Nell'anno del Covid gli alpini veronesi premiano "tutti" i volontari della Protezione Civile

Gli alpini veronesi premiano "tutti" i volontari di Protezione Civile dell’ANA Verona: un esercito di circa un migliaio di persone, attive su più fronti ma sempre a disposizione del prossimo

L’anno più difficile dal Dopoguerra. Baite chiuse, eventi e appuntamenti annullati – come i festeggiamenti per il Centenario –, numeri in discesa. Ma anche la ritrovata coesione tra i Gruppi Alpini e l’eccezionale lavoro su più fronti dai volontari della Protezione Civile dell’ANA Verona con circa 300 nuove leve che si sono messe a disposizione fin dall’inizio della pandemia. E ancora, la voglia di ripartenza con nuovi progetti e rinnovati valori. L’assemblea ordinaria dell'ANA Verona che si è aperta sabato mattina con il Saluto alla Bandiera e la messa celebrata dal cappellano sezionale don Rino Massella, è tutto questo e molto altro. «Lo scorso anno, in questa stessa occasione, abbiamo ricordato le 34 mila vittime del Covid. Sembrava che il peggio fosse passato, purtroppo dopo qualche mese estivo di apparente tranquillità, è arrivata come un tornado la fatidica seconda ondata che ha provocato un vero cataclisma ed oggi siamo qui a piangere oltre 124mila vittime solo in Italia», apre la relazione morale il presidente dell’ANA Verona Luciano Bertagnoli prima di osservare insieme a tutta la platea un minuto di silenzio.

Tracciare il bilancio di un anno tanto complesso non è facile: «La nostra amata associazione sta vivendo uno dei momenti peggiori del Dopoguerra e se da un lato ha avuto bagliori di esaltante partecipazione in soccorso ed aiuto della popolazione, dall’altro ha evidenziato un preoccupante calo d’interesse. E le baite chiuse, l’annullamento di ogni appuntamento sportivo, le nostre manifestazioni spostate a data da destinarsi, nessun dialogo storico culturale con gli istituti scolastici, non hanno certo aiutato», elenca Bertagnoli. Un panorama desolante che in parte si riflette anche nei numeri. La sezione veronese, che si conferma e mantiene comunque tra le prime a livello nazionale, conta 20.857 membri contro i 21.537 del 2019. «I dati parlano chiaro: -680, il 4 per cento. Considerato l’anno orribile appena trascorso ci dobbiamo evidentemente accontentare. Ad una graduale decrescita  degli alpini, si evidenzia però la forte tenuta degli aggregati, e in modo meno appariscente il numero degli amici degli alpini», analizza Bertagnoli che traccia gli obiettivi dell’associazione per la ripartenza: un ritorno alla normalità che non sarà però solo un ritorno al passato.

«Le nuove strategie del futuro associativo devono tendere a progetti ed obbiettivi concreti che coinvolgano gli interessi generali della società. - spiega ancota Bertagnoli - Progetti ed obbiettivi realizzati con lo spirito forte delle nostre capacità e sinergie  di sezione, di singole zone o congiunte, di singoli gruppi o congiunti: i temi non mancano certo. L’amore per la montagna e per l’ambiente possono spaziare in molti rivoli a partire da ecologia, educazione ambientale, cura  e la pulizia del territorio per approdare anche al disagio territoriale, alla solidarietà verso i priù fragili, approfondimenti storici e culturali in ambito scolastico e nelle sale civiche. Le fasce più giovani dei nostri associati hanno pure le capacità di coinvolgere le nuove generazioni nelle pratiche sportive, in percorsi di orientiring, in addestramenti salvavita, in corsi di educazione civica».

Assemblea ANA Verona

Un momento speciale è dedicato alla Protezione Civile. Il premio Volontario dell’anno Protezione Civile, per questo 2020 è andato a "tutti": si tratta di circa 650 volontari attivit ai cui si sono aggiunti oltre 300  volontari temporanei, ancora impegnati in prima linea. Un vero e proprio esercito che ha allestito le tende del triage fuori dai pronto soccorso, ripristinato e messo in efficienza i quattro ospedali dismessi, diventati poi Covid (Bussolengo, Zevio, Villafranca, Isola della Scala e anche Noale), partecipato al montaggio dell’ospedale da campo a Schiavonia, distribuito presidi sanitari e svolto supporto logistico in tutta la provincia, e che è ora impegnato sul fronte degli hub vaccinali del veronese con cento persone al giorno, tutti i giorni. Tutto ciò solo per l’emergenza Coronavirus. Ma la Pc dell’ANA Verona è anche molto altro ed è intervenuta tempestivamente per gli eventi climatici avversi a Verona, a seguito di nubifragi e tempeste di vento in città e provincia, piene dell’Adige e trombe d’aria come quelle che hanno colpito Soave e Montecchia di Crosara. E ancora, la professionalità delle unità cinofile nella ricerca di persone scomparse e sotto maceria: con 25 operatività date da 14 cani, si tratta della squadra con più operativi del Terzo Raggruppamento e la seconda a livello nazionale. Pronta a intervenire in ogni angolo d’Italia e anche a livello internazionale,  quest’anno è stata impegnata sul territorio per ricerca persone scomparse ed è stata protagonista di un lieto fine con il ritrovamento della persona viva e in buona salute.

«Grazie ad una comunicazione del Presidente Nazionale, accolta dal nostro Presidente, un buon numero di Soci Alpini volenterosi e stanchi di non rendersi utili in qualche attività, appartenenti ai vari Gruppi presenti sul territorio provinciale, si sono resi disponibili come temporanei, affiancando così  i Volontari effettivi, nell’espletamento di servizi di presidio dei centri vaccinali, portando su tutto il territorio della provincia la grande disponibilità, lo spirito di sacrificio, l’altruismo e la solidarietà che contraddistinguono da sempre la nostra Associazione», riassume nella propria relazione il coordinatore della Protezione Civile Filippo Carlucci.

Il Premio Alpino dell’Anno va a Gianantonio Morbioli, classe 1938, del gruppo di Grezzana e da sempre considerato l’alpino della Valpantena. Ha prestato il suo servizio militare negli alpini negli anni 1959-60 a Glorenza (Malles) con incarico di autista. Fu uno dei primi volontari della Croce Verde a guidare un’ambulanza e ad oggi ha all’attivo circa sessant’anni di servizio come soccorritore.

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