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Covid, l'appello di neonatologi, pediatri e ginecologi: «Accelerare vaccinazione delle donne in gravidanza»

Neonatologi, pediatri e ginecologi italiani evidenziano che a causa di Covid-19 «sono possibili rischi gravi anche per donne in gravidanza e bambini». Al contrario, i vaccini a mRNA vengono definiti «assolutamente sicuri sia per le donne in gravidanza, sia per le donne che allattano»

In materia di Covid-19 e vaccini è giunto quest'oggi, lunedì 30 agosto, un appello ufficiale rivolto al ministero della Salute da parte di neonatologi, pediatri e ginecologi italiani per «accelerare la vaccinazione delle donne in gravidanza ed in allattamento e bambini di età superiore ai 12 anni». Il tema, naturalmente complesso, viene affrontato in una lunga nota stampa firmata dalle più autorevoli società ed associazioni competenti in materia, ovvero la Società Italiana di Neonatologia (Presidente Prof. Fabio Mosca), la Società Italiana di Pediatria (Presidente Prof.ssa Annamaria Staiano), la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Presidente Prof. Antonio Chiàntera), l'Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (Presidente Dott.ssa Elsa Viora), l'Associazione Ginecologi Universitari Italiani (Presidente Prof. Nicola Colacurci), la Società Italiana di Medicina Perinatale (Presidente Prof. Luca Ramenghi), l'Associazione Ginecologi Territoriali (Presidente Dott.ssa Valeria Dubini) e, infine, la Società Europea di Rianimazione Pediatrica e Neonatale (Presidente Prof. Daniele De Luca).

Nella nota stampa condivisa dai neonatologi, pediatri e ginecologi italiani innanzitutto si legge: «Il Covid-19 rappresenta un grave problema di sanità pubblica e, da un punto di vista di medicina clinica, una malattia potenzialmente molto grave soprattutto per l’età avanzata ed alcune categorie di persone. Tuttavia, queste caratteristiche non devono e non possono far ignorare le manifestazioni del Covid-19 nelle giovani donne in età fertile ed in età neonatale e pediatrica». 

Poco dopo, la stessa nota dei neonatologi, pediatri e ginecologi italiani prosegue affrontando direttamente il tema che sta loro più a cuore: «Benché chiaramente il problema rappresentato dal Covid-19 sia più grave in altre categorie di soggetti, l’eccessiva diffusione di informazioni spesso non da fonti ufficiali e di fake news, che osserviamo al momento, rischia di generare una percezione sbagliata del rischio e delle conseguenze per donne giovani e bambini». Proprio al fine di fare chiarezza sull'argomento, l'appello rivolto al ministero della Salute da parte di neonatologi, pediatri e ginecologi italiani prosegue evidenziando quattro punti: «Sono stati effettuati diversi studi di alta qualità in questi mesi - si legge nella nota di neonatologi, pediatri e ginecologi - e sappiamo ormai che:

  • Il Covid-19 può avere manifestazioni più gravi nelle donne in gravidanza che al di fuori della gravidanza;
  • Le gravidanze complicate dal Covid-19 esitano più spesso in un parto prematuro che può mettere seriamente a rischio la vita del piccolo e generare tutte le complicazioni tipiche della prematurità;
  • Il virus SARS-CoV-2 può trasmettersi, ancorché raramente, dalla madre al feto e causare rari casi di Covid-19 neonatale anche grave;
  • Il Covid-19 in età pediatrica può avere conseguenze gravi non solo in fase acuta, ma anche a distanza di settimane come la sindrome infiammatoria multi-sistemica (PIMS)».

Chiariti questi punti specifici, l'appello rivolto al ministero della Salute si fa esplicito: «È necessario comprendere che, con l’aumentare della diffusione della vaccinazione in altre fasce di età, i bambini più piccoli inizino a rappresentare una popolazione proporzionalmente più a rischio poiché suscettibile all’infezione da SARS-CoV-2, al contrario delle persone vaccinate. Non sono ancora a disposizione vaccini specificamente approvati per i bambini di età inferiore a 12 anni, ma gli studi disponibili dimostrano chiaramente come gli anticorpi prodotti nelle madri sottoposte a vaccinazione passino nel sangue fetale attraverso la placenta e poi nel latte materno proteggendo così neonati e lattanti. L’esperienza accumulata in questi mesi di campagna vaccinale, unita ai dati preclinici, - affermano sempre nella loro nota i neonatologi, pediatri e ginecologi italiani - mostra chiaramente come i vaccini a mRNA siano assolutamente sicuri sia per le donne in gravidanza, sia per le donne che allattano. In alcuni centri di riferimento nel mondo (come a Parigi, in Israele, in Belgio, in Irlanda, negli USA) la vaccinazione in gravidanza viene offerta di routine. Non esistono controindicazioni diverse dal resto della popolazione alla vaccinazione». Inoltre, viene ancora affermato nella nota, «il vaccino non influisce sulla fertilità della donna, né vi è alcun motivo per rimandare una gravidanza».

In conclusione, la Società Italiana di Neonatologia (SIN), la Società Italiana di Pediatria (SIP), la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), l'Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI), l'Associazione Ginecologi Universitari Italiani (AGUI), la Società Italiana di Medicina Perinatale (SIMP), l’Associazione Ginecologi Territoriali (AGITE) e la Società Europea di Rianimazione Pediatrica e Neonatale (ESPNIC) fanno appello al ministero della Salute e a tutte le istituzioni perché «sia promossa il più possibile la vaccinazione delle donne in gravidanza ed in allattamento oltreché dei bambini di età superiore ai 12 anni (e più piccoli quando vaccini dedicati saranno disponibili)», quindi «si instauri un coordinamento centralizzato, come in altri Paesi Europei, per la vaccinazione di queste categorie al fine di evitare disparità a livello locale e regionale» e, infine, «l’informazione su questi temi sia veicolata in maniera scientificamente valida e con la adeguata competenza specialistica».

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