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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Pochi autisti in Atv, corse sospese. Faisa-Cisal: «E il servizio peggiorerà ancora»

Il segretario provinciale e regionale del sindacato Stefano Ferrari confida nell'intervento del Comune: «Serve un nuovo management. E vanno aumentate le corsi preferenziali»

Non ci sono stati nuovi aggiornamenti da Atv e quindi fino a venerdì prossimo, 13 gennaio, resta sempre in vigore la limitazione del servizio dovuta alla carenza di autisti. Nelle linee 21, 22, 23, 24, 30, 31, 32, 33, 70, 72 e 92 rimangono sospese 62 corse, concentrate negli orari pomeridiani e serali. Un disservizio che gli utenti e gli abbonati sperano sia temporaneo e che pare sia in peggioramento. Stefano Ferrari, segretario per la provincia di Verona e per il Veneto del sindacato Faisa-Cisal, ha infatti anticipato che da lunedì prossimo «il servizio offerto dall'azienda di trasporto veronese subirà un altro un calo nell'offerta di corse e zone servite, sia nei percorsi urbani che in quelli extraurbani». E la motivazione è sempre quella: a causa dei pensionamenti e delle spontanee dimissioni (80 nel 2022) il personale è insufficiente a garantire lo svolgimento dei servizi.

Le conseguenze sono tutte negative. I viaggiatori, soprattutto gli abbonati, sono scontenti perché hanno pagato per un servizio che da questo mese di gennaio va diminuendo. E il trasporto pubblico locale diventa così meno attrattivo e lo diventerà sempre meno perché ci saranno più veicoli sulle strade, il traffico aumenterà e i tempi di percorrenza degli autobus si allungheranno. «E se ancora non basta - ha aggiunto Ferrari - a causa dell'aumento dei tempi di percorrenza dovuto alle criticità del traffico e alla mancanza di personale, è stato scelto di far partire le prime corse del mattino in anticipo, cosicché i tempi di percorrenza a carico degli utenti si allungano e il servizio offerto si degrada ulteriormente, divenendo sempre meno appetibile. I viaggiatori devono uscire prima di casa per fare la stessa strada, e alla sera non possono fare conto sull'autobus per i loro spostamenti e il rientro alle loro case. Tutto ciò ovviamente sempre a parità di costo di biglietti e abbonamenti».

E per il segretario di Faisa-Cisal, la situazione all'interno di Atv non sta peggiorando dall'inizio di quest'anno e neanche dallo scoppio della pandemia. I problemi sarebbero nati da anni di «politica miope» da parte degli amministratori dell'azienda. Una politica che si manifesta non solo nelle basse retribuzioni ma anche nello stato delle officine. «Sono sotto organico da anni - ha dichiarato Stefano Ferrari - E sempre a causa di scelte aziendali quantomeno discutibili. Cercare di trovare personale specializzato sottopagandolo rispetto alle offerte delle officine private è un'operazione evidentemente impossibile. Con l’esito che in ogni settimana dell’anno, nei capannoni aziendali stazionano autobus fermi in attesa di manutenzione».

Per far fronte a questi crescenti disagi, il sindacato confida nel Comune di Verona a cui Faisa-Cisal ha segnalato le necessità del trasporto pubblico locale. «Servono volontà e sensibilità di un management preparato per affrontare la sfida - ha spiegato Ferrari - Il filobus, se mai arriverà, non può bastare. È necessario creare, mantenere ed estendere le corsie preferenziali inserite in zone protette per rendere il trasporto pubblico conveniente, veloce e sostenibile. Bisogna creare strutture protette, piste ciclabili separate, marciapiedi sopraelevati che agevolano la salita agli anziani e alle madri. E ancora bisogna dotarsi di un sistema di semaforizzazione intelligente che consenta la precedenza all’avvicinarsi del mezzo pubblico, in modo che rimanga fermo il minor tempo possibile. Infine, bisogna reperire, formare e motivare il personale mancante: quello che guida e quello che mantiene l’efficienza».

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