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Furbetti del vaccino, 40mila in Veneto? Zaia ha ordinato di controllare i dati

I consiglieri regionali del Partito Democratico hanno chiesto chiarimenti su di un problema sollevato a livello nazionale anche dal premier Mario Draghi. Il presidente del Veneto ha subito dato mandato ai direttori delle Ulss

«Vorremmo avere la certezza che in Veneto non ci sono furbetti del vaccino. Ma il dato di fatto è che ci sono circa 40mila veneti che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino anti-Covid senza che si sappia in quale categoria rientrino. Attendiamo dunque quei chiarimenti che la Regione finora non ha fornito». Sono stati i consiglieri regionali del Partito Democratico a sollevare il caso delle file saltate per ottenere il vaccino contro il coronavirus. Un problema evidenziato a livello nazionale anche dal premier Mario Draghi.
«La nostra non è un'accusa - hanno specificato i consiglieri PD - ma la richiesta di massima trasparenza nel mezzo di una battaglia difficile e per di più con scarsità di vaccini. È interesse dello stesso presidente Luca Zaia fare piena luce. Se davvero dalle verifiche dovesse emergere che non c'è neanche un furbetto saremmo i primi ad essere contenti».

E la risposta del presidente Zaia e del suo assessore alla sanità Manuela Lanzarin non si fatta attendere. In una videoconferenza con i direttori generali delle singole Ulss venete, il governatore del Veneto ha dato mandato di verificare e incrociare i dati, in modo da catalogare i soggetti vaccinati.
In ogni caso, la Regione Veneto ha precisato che: «L'attribuzione di una specifica categoria di rischio è effettuata dall'operatore della seduta vaccinale. Pertanto può essere soggetta ad un margine di errore, soprattutto nei momenti di massimo afflusso. Nel sottogruppo pari a circa 40.000 somministrazioni (3,5% del totale delle somministrazioni effettuate) rientrano soggetti che attualmente non sono stati classificati in una delle altre condizioni di rischio previste dal Ministero della Salute e quindi risultano classificati come "Nessuna condizione di rischio", "Altro" o "Mancante". Oltre a questi, rientrano in misura minore altre voci, come, ad esempio, viaggiatori internazionali, rischio Epatite B, residenti area a maggior rischio, profilassi post-esposizione, comportamento a rischio, donna in età fertile, che sicuramente derivano da precedenti classificazioni. A tal proposito, si precisa che il sistema regionale è lo stesso utilizzato per le vaccinazioni ordinarie, non necessariamente anti-Covid. Pertanto un soggetto già vaccinato per altri motivi può risultare già classificato in una categoria di rischio associata a precedenti vaccinazioni e che risulta non coerente con la campagna anti-Covid».

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