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Crisanti: «Zaia è un politico, io uno scienziato. Abbiamo visioni differenti»

L'ordinario di microbiologia all'università di Padova ha spiegato le ragioni della rottura con il presidente del Veneto. E sul dpcm ha detto: «Alcune limitazioni sono ragionevoli, altre sono meno comprensibili»

«Nessuno lo sa se i provvedimenti presi dal Governo avranno l'effetto sperato. Nessuno li ha mai sperimentati. Io comunque ci spero». Parole del professor Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all'università di Padova. Crisanti è stato ospite di Cusano Italia Tv, all'interno del programma «L'imprenditore e gli altri», condotto in studio da Stefano Bandecchi, con la partecipazione del rettore dell'Università Niccolò Cusano Fabio Fortuna e del direttore della tv di proprietà dell'ateneo romano Gianluca Fabi.

CRISANTI E IL DPCM

Sulle limitazioni introdotte con il dpcm di domenica 25 ottobre, Crisanti non si è detto pienamente d'accordo. «Alcune sono ragionevoli, altre sono meno comprensibili - ha dichiarato il professore - Manca un vero provvedimento che regolarizzi i trasporti, che sono un'occasione pazzesca di assembramento. Non si capisce perché c'è tolleranza per i trasporti ma poi si chiudono cinema e teatri. Questi provvedimenti sono un compromesso».

LA LINEA CRISANTI

«Ma noi in questa situazione non ci saremmo dovuti arrivare - ha proseguito ancora Crisanti - Questa situazione è il risultato di una totale impreparazione delle Regioni e del sistema sanitario che avrebbero dovuto implementare le misure di sorveglianza, di tracciamento e di prevenzione. Avevamo cinque mesi di tempo, avremmo potuto creare un sistema di sorveglianza e tracciamento supportato da sistemi informatici e dalla logistica. A fare misure di restrizione sono buoni tutti perché misura dopo misura si arriva al lockdown, i casi calano e poi? Ricominciamo daccapo? Di fatto non abbiamo la garanzia di poter consolidare i risultati, nel caso in cui riuscissimo a ridurre i casi di contagio, perché non abbiamo un sistema di sorveglianza che sia in grado di interrompere i contatti sul territorio. Bisognerebbe creare una rete di laboratori nazionale che superi le differenze di capacità delle varie regioni. Ho calcolato che il nostro fabbisogno è di circa 400mila tamponi al giorno e, attraverso i test, interrompere le catene di contagio. Questa capacità deve poi essere affiancata da strumenti informatici che possono dare indicazioni sui focolai e da una logistica in grado di portare i tamponi dove servono».

LA ROTTURA CON ZAIA

E durante la trasmissimo, Crisanti ha provato anche a spiegare le ragioni della sua rottura con il presidente del Veneto Luca Zaia, con cui il professore ha collaborato durante la prima ondata di contagi nella primavera scorsa. «Ci sono tanti motivi - ha dichiarato Crisanti - In genere, un politico intercetta le aspettative, vende progetti e idee. Viceversa, un tecnico o uno scienziato analizza la realtà e limita le scelte. Purtroppo, sono due visioni differenti».

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