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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Cgil: «In Veneto speso solo un terzo dei fondi statali stanziati per la pandemia»

Il sindacato lo evidenzia, leggendo le osservazioni fatte dalla Corte dei Conti del Veneto al rendiconto 2020 della Regione

Il 25 giugno scorso, la Corte dei Conti del Veneto ha concesso la parifica al rendiconto 2020 della Regione. Il bilancio regionale dell'anno del Covid è stato licenziato dalla giunta il 30 aprile di quest'anno, in anticipo rispetto al termine di legge del 30 giugno, ed è stato accompagnato da osservazioni e raccomandazioni. Tra queste, la Corte dei Conti ha esortato la Regione a continuare nel processo di razionalizzazione delle società partecipate, ha chiesto di porre massima attenzione ai processi di spesa che riguardano la sanità e ha consigliato di continuare a muoversi sul tema della spesa del personale in linea con gli ultimi anni.

Ma tra gli appunti della Corte dei Conti, la Cgil ha voluto evidenziare «una nuova criticità che attiene al modo in cui la Regione Veneto ha gestito le risorse assegnate dallo Stato durante il culmine dell'emergenza sanitaria. Risulta che gli ingenti fondi (quasi 300 milioni di euro) assegnati dallo Stato per contrastare la diffusione del coronavirus siano stati in gran parte accantonati e non ancora spesi».
I magistrati contabili, infatti, hanno scritto: «La quota più rilevante delle risorse affluite alla Regione Veneto per far fronte all'epidemia è costituita da contributi statali di parte corrente, per un importo pari ad euro 289.025.495. L'iter procedimentale seguito dalla Regione è stato quello di riscuotere le suddette risorse statali per poi interamente trasferirle ad Azienda Zero che, a sua volta, è stata incaricata di erogare le somme previa assegnazione da parte della stessa Regione. Una gestione finanziaria che tuttavia ha mostrato criticità dal momento che solo un terzo delle somme riscosse e versate ad Azienda Zero ovvero euro 98.285.999 sono state assegnate con provvedimento regionale, mentre la parte restante risulta accantonata da Azienda Zero».

«Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno - ha commento Cgil - la buona notizia è che grazie ai fondi stanziati il territorio dispone di ingentissime risorse per il rilancio del servizio sanitario in questo 2021. Quella cattiva, anzi pessima, è che i veneti hanno dovuto affrontare la micidiale seconda ondata pandemica di ottobre-dicembre 2020 con un bracco legato dietro alla schiena, senza cioè poter dispiegare contro il virus e le sue conseguenze tutte le risorse sulle quali potevano contare».
E la Corte dei Conti ha osservato: «Se il mancato utilizzo dell’intero importo di euro 15.388.033 destinato all'incremento del personale per le terapie intensive, può in parte trovare giustificazione nella difficoltà di reperire personale specializzato, non può dirsi altrettanto per l’accantonamento presso Azienda Zero di ben euro 19.888.091 da destinare al recupero delle liste d’attesa».

Ma il sindacato ha citato anche altri esempi: «Dei circa 4 milioni di euro ricevuti per l'allestimento di aree sanitarie, anche temporanee, per la gestione dell’emergenza sanitaria, risultano essere stati utilizzati soltanto 2 milioni, la metà. Le spese sostenute per la stipula di contratti di locazione per far fronte alle esigenze di gestione dell'isolamento delle persone contagiate ammontano ad appena 12.424 euro. 11 milioni sono stati spesi per attivare 60 Usca, il cui perimetro, aggiungiamo noi, è tuttavia ancora poco chiaro.

«Riteniamo grave e ingiustificato l'accantonamento operato da Azienda Zero rispetto alle risorse stanziate dallo Stato che dovevano arrivare nel territorio - Adriano Filice segretario generale dello sindacato dei pensionati Cgil Verona - Anche nella provincia di Verona registriamo un'attesa drammatica nelle liste d’attesa per una molteplicità di visite e prestazioni in ogni campo sanitario; un ritardo preoccupante per la salute delle persone su un insieme di accertamenti e interventi chirurgici ancora da programmare e che per molti sono necessari e urgenti. Ci sono alcune prestazioni che slittano a tempi inaccettabili e costringono le persone a rivolgersi al privato. In questa situazione è sconcertante venire a conoscenza di risorse che non sono utilizzate. Chiediamo urgentemente il pieno utilizzo di tutte le risorse disponibili per affrontare una situazione di drammatica emergenza sanitaria per molte persone».

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