rotate-mobile
Attualità Centro storico / Via dello Zappatore

Le frasi su Hitler e contro Balotelli, le motivazioni delle assoluzioni a Castellini

Il vicesegretario nazionale di Forza Nuova commenta: «Spero che questo mio spaccato repressivo possa servire come giurisprudenza a chi si troverà ancora vittima del pensiero unico»

La doppia assoluzione per lui era stata «una vittoria contro il politicamente corretto». Ed ora, ha commentato le motivazioni di quella sentenza definendole «una bella lezione ed uno schiaffo per tanti».
Luca Castellini, vicesegretario nazionale di Forza Nuova, era stato accusato di propagandare «idee fondate sulla presunta inferiorità della razza nera» e di istigare «a compiere atti di discriminazione e di odio razziale». Due accuse da cui nell'ottobre scorso è stato assolto, in un caso perché il fatto non costituisce reato e nell'altro perché il fatto non sussiste. Una decisione che il collegio giudicante ha spiegato nelle motivazioni recentemente rese note e riportate da Fabiana Marcolini su L'Arena.

Due gli episodi che avevano portato all'imputazione di Castellini. Il primo avvenuto nel 2017, durante la festa degli ultras gialloblu per la promozione dell'Hellas Verona in Serie A. Durante la festa, Castellini pronunciò un discorso facendo un riferimento ad Adolf Hitler. Successivamente, nel 2019, si aggiunsero delle nuove accuse nei confronti dell'imputato per delle sue esternazioni espresse durante un'intervista ad una radio locale sul cosiddetto "Caso Balotelli".

In nessuno dei due casi, secondo i giudici, si può parlare di propaganda di idee razziste o di istigazione alla discriminazione. Lo stesso Castellini, durante il processo, aveva chiarito che la sua frase su Hitler era stata "sciocca" ed era stata pronunciata in un contesto "ludico". Un'esternazione assurda e illogica, per i giudici, ma che non propagandava nessuna idea razzista e non aveva lo scopo di influenzare chi la stava ascoltando.
Nel caso, invece, del calciatore Mario Balotelli, si contestava a Castellini l'uso ripetuto della parola «negro». Un termine che, secondo i giudici, sarebbe stato usato per criticare quello che per Castellini era stato un comportamento vittimistico di Balotelli. Il giudizio dell'accusato era dunque sul comportamento e non sul colore della pelle del giocatore.

«Spero che questo mio spaccato repressivo possa servire come giurisprudenza a chi si troverà ancora vittima del pensiero unico, del loop mediatico di regime e di qualche procura politicizzata - ha commentato Castellini dopo aver letto le motivazioni - Una lezione a chi aveva già eseguito la propria sentenza politica, poliziesca e calcistica. E uno schiaffo a chi voleva i miei soldi. Un grazie ai miei avvocati, a chi ha avuto la forza di non voltarmi le spalle sul lavoro e chi mi ha sempre sostenuto. Non mollerò mai».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Le frasi su Hitler e contro Balotelli, le motivazioni delle assoluzioni a Castellini

VeronaSera è in caricamento