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Congresso famiglie, Flavio Tosi: «Mi oppongo all'omofobia». Pasetto denuncia: «Silenziato»

«Nessun processo alle intenzioni», spiega l'ex sindaco che poi però aggiunge: «No a discriminazione di genere e all'omofobia». Giorgio Pasetto (Area Liberal) accusa: «Revocato un mio gazebo richiesto un mese fa, stanno cercando di neutralizzare l’opposizione»

«Molto si è detto e si sta dicendo sul Congresso Mondiale delle Famiglie a Verona dal 29 al 31 marzo. Credo che la cosa più saggia al momento sia non fare processi alle intenzioni. Aspettiamo che si svolga per valutare che contenuti emergeranno. Non chiudo e non apro a priori». È un Flavio Tosi molto moderato quello che interviene sul caldissimo argomento dalla caratura oramai nazionale, il discusso convegno che si terrà nel weekend al palazzo della Gran Guardia di Verona. Dice di non credere agli «estremismi opposti» che si fronteggiano in questi ultimi giorni, la verità, come la virtù, starebbe nel mezzo secondo Flavio Tosi.

In realtà, però, Flavio Tosi è meno "democristiano", ci si passi il termine desueto ma sempre di moda, di quanto non appaia a prima vista. Una posizione, in realtà, la prende, in modo netto e preciso: «Un principio deve essere chiaro, - incalza Tosi - indietro non si torna! La famiglia è chiaramente il fondamento della società, su questo non di discute, e bene se il Congresso di Verona vorrà evidenziare costruttivamente la necessità di politiche per la famiglia, la natalità e le coppie. Ma mi oppongo a qualsiasi discriminazione di genere e all'omofobia. Mi oppongo a qualsiasi teoria che voglia sminuire socialmente il ruolo della donna». 

Patrizia Bisinella: «Idee discriminatorie e retrograde»

A fare eco alle parole di Tosi, quelle ancora più critiche di Patrizia Bisinella, compagna di vita e di politica dell'ex sindaco scaligero: «Per quanto riguarda i temi del Congresso stesso, - spiega Bisinella - se il tutto fosse organizzato unicamente sulle necessità delle famiglie e mantenesse questa centralità non ci sarebbe alcun problema, purtroppo invece si è scelto di dare spazio ad estremismi di una parte piuttosto che dell’altra, portatori di intollerabili idee discriminatorie e retrograde. Ormai Verona, con questa amministrazione, balza agli onori (o per meglio dire ai disonori) della cronaca nazionale solo per gesti discutibili e continue figuracce».

Chi difende il Congresso e chi resta in silenzio (assenso?)

Poche sono state fino ad ora in realtà le prese di posizione pubbliche da parte dei consiglieri di maggioranza di palazzo Barbieri. Ha parlato il sindaco con delega alla Famiglia, è vero, in sede di presentazione ufficiale del congresso, spiegando, come già avvenuto in altri contesti, che la famiglia è al centro del suo mandato politico. Sui temi sensibili quali l'aborto, la posizione del primo cittadino è nota: applicare la Costituzione, ma andare fino in fondo, alla lettera degli articoli 1-2-5- della legge 194, quelli in cui si dice, ad esempio, che «lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l'aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite». Le parole di Sboarina pronunciate al tempo della discussione relativa alla "mozione Zelger" tornano attuali più che mai: «Sono uomo di destra, sono contro l'aborto, ma rispetto le leggi e dentro il rispetto delle leggi cerco di portare avanti gli strumenti legittimi per la difesa della vita». 

A prendere posizione per la maggioranza vi è stato anche il consigliere Andrea Bacciga: «Viviamo in un tempo di totale smarrimento su cosa sia umanamente giusto o sbagliato. - scrive in toni profondi sui social il consigliere Bacciga - Così, per esempio, essere per l’aborto e contro la famiglia, ormai, non solo è accettato da una buona parte della società, ma è considerato normale». Al netto del fatto che qualcuno potrebbe far notare come essere favorevoli affinché sia concessa alle donne la possibilità di abortire, qualora liberamente lo vogliano, non significhi augurare alle donne di abortire o «essere contro le famiglie»‚ non significhi cioè togliere qualcosa a qualcuno, bensì aggiungere un diritto alla figura femminile, ritenuta semplicemente capace di intendere e volere, pertanto legittimata, dal diritto, a decidere della propria vita e di quella dell'eventuale nascituro, resta intatta la curiosità di conoscere anche le posizioni, ad esempio, delle donne dell'amministrazione comunale veronese. Dall'assessore alla Cultura Briani, all'assessore all'Urbanistica Segala, passando per le consigliere Adami, Bocchi, Bressan, Grassi, Drudi, sarebbe molto bello se ciascuna di loro argomentasse la propria posizione etica, politica o personale circa l'omosessualità, oppure spiegasse la propria idea di famiglia, «famiglia naturale» come spesso si sente dire, o magari semplicemente «famiglia», la propria idea di donna, madre o non madre, e il suo ruolo nella società contemporanea.

A farlo, a spiegare la propria idea di donna nella società, è stata recentemente una delle prossime partecipanti al Congresso delle famiglie, Maria Rachele Ruiu, intervistata da Il Giornale: «Vogliamo una donna libera di scegliere di lavorare. Libera di scegliere di essere mamma e lavorare. Così come una che se deve essere libera di abortire lo sia consapevolmente: conoscendo cosa è l’aborto e quali conseguenze psicologiche e fisiche può apportare. Libera di portare avanti una gravidanza anche laddove non potesse economicamente. Dove sono tutti gli aiuti di cui parla la 194? Non è una legge che reputo giusta, ma essendo una legge italiana mi ci confronto: dov’è l’attuazione degli articoli che proteggono la maternità? L’impianto di quella legge non configura l’aborto come un diritto individuale, ma un male da evitare laddove sia possibile».

È ancora una volta il refrain già sentito da parte del sindaco Sboarina, e ribadito non a caso anche dal vicepresidente del Congresso Jacopo Coghe in un'altra intervista a Tempi: «Non chiediamo l’abrogazione della legge 194, non siamo dei don Chisciotte che vogliono fare le battaglie contro i mulini a vento, ma chiediamo che la norma sia applicata anche nella sua prima parte, quella che tutela la maternità». Posizioni rispettabili, ovviamente, ma che talvolta tradiscono una patente contraddizione: da un lato si chiede l'applicazione rigorosa della legge 194, dall'altro la si definisce, letteralmente, «una legge ingiusta» (Maria Rachele Ruiu), oppure si specifica di essere «contro l'aborto» (Federico Sboarina), non premurandosi però di chiarire se con ciò s'intenda di essere contro il diritto delle donne di abortire, o contro il fatto che qualcuna si trovi costretta, dai più svariati fattori esistenziali, a dover abortire. La distinzione è essenziale e bisognerebbe aver l'onestà intellettuale di specificarla. 

La denuncia di Pasetto: «Cercano di neutralizzare l’opposizione»

Tra i grandi detrattori del Congresso delle famiglie va annoverato invece l'ex consigliere comunale ed attuale Coordinatore di +Europa Verona e Presidente di Area Liberal Giorgio Pasetto. Una nuova montante polemica è stata infatti aizzata dall'ex consigliere di area tosiana: «A questo punto voglio  rendere noto il clima di tensione a cui sono stato sottoposto  per almeno una decina di giorni come organizzatore locale  delle attività di +Europa, Radicali Italiani, Centro Motore e Area Liberal. - spiega in una nota stampa Giorgio Pasetto - Il tutto è culminato venerdì scorso con un’ennesima chiamata, questa volta da parte del Comune di Verona. Venivo informato della revoca del gazebo richiesto da me oltre un mese fa e concesso all’angolo opposto della Gran Guardia,  precisamente in piazzetta Rubiani quindi ben lontano dal Congresso».

Accuse pesanti quelle rivolte all'amministrazione comunale da parte di Giorgio Pasetto che rivendica il diritto costituzionale a un'informazione libera e alla libertà d'espressione: «Anche  solo in nome del diritto di informazione garantito dalla Costituzione, - rincara il presidente di Area Liberal Pasetto - l’opinione pubblica deve venire a conoscenza delle manovre dietro alle file che stanno cercando di neutralizzare l’opposizione senza mettere nulla nero su bianco. Non è accettabile - conclude polemicamente Giorgio Pasetto - che il Comune di Verona in collegamento diretto con il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana e il ministro degli Interni Matteo Salvini, dopo aver dato il patrocinio della città e concesso gratuitamente sia la Gran Guardia che vari servizi, ora impedisca di esternare il pensiero a chi non si allinea con le posizioni omofobe rappresentate dalla maggior parte dei relatori presenti al Congresso».  

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