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Congresso delle Famiglie, Sboarina: «Di Maio non è gradito a Verona»

Dopo le parole del vicepremier sulla tre giorni in Gran Guardia, Sboarina lo attacca in vista del Vinitaly. Fantinati: «Verona è molto meglio del suo primo cittadino»

Finito il Congresso Mondiale della Famiglia ma la nebbia tossica delle polemiche generata da questo evento non si è ancora dissipata. E a rendela ancora più fitta ci ha pensato oggi, 1 aprile, il sindaco di Verona Federico Sboarina che ha replicato alle più volte ripetute critiche del vicepremier Luigi Di Maio rivolte al convegno della Gran Guardia.

Se per il vicepremier Di Maio Verona è una città di sfigati e fanatici solo perché ha ospitato il Congresso della famiglia, allora lo invito a non venire in città nemmeno fra pochi giorni quando ha in programma la sua visita al Vinitaly. Può andare da un'altra parte a fare la sua passerella elettorale, visto che la città è la stessa che lui ha insultato. E il Comune di Verona che ha co-organizzato il congresso è lo stesso che è socio di maggioranza in fiera. Se esistesse il Daspo urbano per le offese arrecate, a Verona Di Maio lo rischierebbe.

Sono passati i giorni dell'evento, giorni in cui Sboarina doveva pensare a trovare soluzioni ai problemi tecnici come la sicurezza e la vivibilità di una città interessata da un grande congresso e da grandi manifestazioni e contromanifestazioni ad esso correlate. Tutto si è svolto senza incidenti e per questo il sindaco di Verona ha ringraziato il nuovo prefetto e le forze dell'ordine, in particolare Tea Mercoli, la dirigente della Digos protagonista di un brusco faccia a faccia con un cittadino.
Non dovendo più pensare ad altro, il sindaco ha potuto rispondere a ciò che ha definito una «enorme macchina del fango» costruita contro il Congresso delle Famiglie.

Abbiamo affrontato in termini positivi il tema della famiglia, cioè della cellula fondamentale della nostra società - ha detto Sboarina - Purtroppo, nelle settimane scorse, la macchina del fango ha avuto il sopravvento, con le fake news nei confronti del congresso, dei suoi partecipanti e di una città intera. La città è stata insultata anche da politici locali che, vergognosamente, hanno utilizzato il Congresso per attaccare la propria città solo per fini politici, per un proprio tornaconto da orticello politico. Come amministrazione abbiamo, per senso di responsabilità, sempre mantenuto i toni bassi ciò che, invece, altri non hanno voluto fare. Abbiamo dato dimostrazione che, nella nostra città, ciascuno ha il diritto di esprimere le proprie idee. Lo devono avere quanti partecipano al Congresso e le migliaia di persone che hanno sfilato nella contromanifestazione sostenendo valori, principi e messaggi diversi. Verona è una città accogliente ma nessuno deve arrogarsi il diritto di intimorire, intimidire o attaccare chi la pensa in modo diverso. Ricordo che tra le spese che i veronesi dovranno sostenere c’è anche la pulizia dalle decine di scritte lasciate sui palazzi di Verona da alcuni partecipanti alla contromanifestazione.
La famiglia in questo momento è in difficoltà, ci sono famiglie che hanno problemi di carattere economico, c’è bisogno di dare un sostegno anche e soprattutto a quelle numerose, a quelle che non arrivano a fine mese e sono tante anche a Verona. Noi, da questo punto di vista, siamo la prima città d'Italia che sta studiando l'introduzione del «Fattore Famiglia»: anche in tema di politiche famigliari facciamo da capofila.
Non si è mai parlato contro la legge 194. Anzi, si è ribadito che la 194 è una legge dello Stato e il documento conclusivo del Congresso ne chiede l'applicazione in toto, compresi i primi 5 articoli per la cui attuazione servono i finanziamenti.

A replicare a Sboarina, in riferimento soprattutto alle parole su Di Maio, è il 5 Stelle veronese Mattia Fantinati: «Il ministro Di Maio è stato invitato da Veronafiere ed è atteso dai tanti operatori del settore vitivinicolo e sarà presente non per le passerelle, ma per parlare concretamente di export ed investimenti. Consiglio a Sboarina, che da mesi non sentiamo fiatare su nessuna delle grandi questioni che gravano su Verona, di tornare ad occuparsi della sua passione calcistica a tempo pieno, unico argomento che sembra risvegliarlo da un torpore a cui sta condannando tutta l'amministrazione comunale. Verona è molto meglio del suo primo cittadino».

E risponde al primo cittadino anche Michele Bertucco, consigliere di Verona e Sinistra in Comune: «Sboarina assomiglia a quel tizio delle storielle che imbocca l'autostrada in senso contrario e si chiede come mai tutti viaggino in contromano. Per fortuna la grande mobilitazione popolare di sabato ha saputo riscattare la città dalla cecità di questa amministrazione ostaggio di integralisti ed estremisti che continua a mettere Verona alla berlina con iniziativa insostenibili. Nel 2019, le famiglie sono tante, non c’è un modello da privilegiare, perché prima delle ideologie vengono le persone con i loro bisogni. Aggiungendo danno al danno, Sboarina cerca di sviare l'attenzione scagliandosi contro Di Maio che viene bollato come indesiderato in vista del Vinitaly. Per quanto inadeguato come vicepremier (al pari di Salvini), il veto di Sboarina non raddrizza un torto ma crea un ulteriore danno a Verona politicizzando anche la più grande manifestazione economica cittadina».

Ma al di là delle parole di Federico Sboarina, il Congresso Mondiale delle Famiglie continua a far parlare di sé per il solito balletto dei numeri sui partecipanti alle grandi manifestazioni organizzate nei giorni dell'evento, quella di sabato 30 marzo con il corteo dei contrari al convegno sulle famiglie e la Marcia delle Famiglie di ieri, 31 marzo. Per Giorgio Pasetto, presidente di Area Liberal, la stima di circa ventimila partecipanti al corteo di sabato è ridicola. «Il numero è stato rivisto a 50mila partecipanti, secondo indicazioni della Questura - scrive Pasetto - È evidente, tuttavia, che anche questa è una sottostima. Esperti in materia sostengono che si sia arrivati a 100mila sostenitori». Al contrario, sempre secondo Pasetto, è stata sovrastimata la partecipazione alla marcia di domenica. «Chi ha visto le immagini dall'alto del corteo in questione, sa che non si è arrivati a più di tremila manifestanti».

Mentre a livello nazionale, anche la tematica della famiglia diventa oggetto di dialettica interna al governo, con il disegno di legge Pillon per riformare il divorzio che per il Movimento 5 Stelle va archiviato mentre per la Lega non si tocca. «Ancora un gioco delle parti sulla vita delle donne e dei bambini - ha commentato la deputata veronese del Partito Democratico Alessia Rotta - Così gli esponenti della maggioranza credono di poter far galleggiare il governo dicendo tutto e il suo contrario, ma questa volta il loro gioco al massacro non funzionerà. Il disegno di legge Pillon va ritirato. In questi giorni il governo ha avuto prova che le donne e i cittadini democratici non restano inermi e silenti davanti ai tentativi di riportare il Paese indietro nel tempo».

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