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Boom dei certificati di malattia dall'entrata in vigore del Green Pass: il Codacons si rivolge alla Procura

L'associazione dei consumatori ha annunciato di voler presentare un esposto per fare chiarezza sull’abnorme crescita delle certificazioni per malattia presentate dai lavoratori della regione

Il boom di certificati per malattia presentati dai lavoratori in Veneto dal 15 ottobre, data di ingresso delle norme sul Green pass, finisce al vaglio delle Procure della Repubblica di Venezia, Padova, Verona, Treviso, Vicenza, Rovigo e Belluno. Il Codacons infatti ha comunicato la propria decisione di fare chiarezza sull’abnorme crescita delle certificazioni per malattia presentate dai lavoratori della regione a partire dal 15 ottobre, numeri che potrebbero realizzare veri e propri reati, come quello di falso ideologico e truffa aggravata.
I dati forniti dall’Inps,fa sapere l'associazione registrano in regione un abnorme incremento dei certificati prodotti dai lavoratori: in Veneto i certificati presentati lunedì 18 ottobre sono risultati pari a 18.795, contro i 15.579 del precedente lunedì, con un aumento del +20,6% in una settimana. 8.886 quelli prodotti venerdì 15 ottobre, contro i 7.125 di venerdì 8 ottobre, con una crescita del +24,7%.

Una crescita abnorme che fa sorgere nel Codacons il sospetto che molti lavoratori della regione, non essendo in possesso della certificazione verde e non volendo ricorrere al tampone, abbiano scelto di mettersi in malattia allo scopo di non recarsi al lavoro e non subire le sanzioni previste per i dipendenti pubblici e privati privi di certificazione sanitaria. L'associazione ritiene dunque che molte di queste malattie siano verosimilmente inesistenti, producendo anche un danno per le casse dell'Inps, e che si potrebbero dunque configuare reati sia da parte dei lavoratori, sia dei medici che hanno firmato certificati falsi.

Per tale motivo il Codacons ha presentato venerdì un esposto alle Procure della Repubblica di Venezia, Padova, Verona, Treviso, Vicenza, Rovigo e Belluno, in cui chiede di aprire indagini sul territorio in merito all’escalation di certificati per malattia presentati dai lavoratori del Veneto dal 15 ottobre, acquisendo la relativa documentazione e verificando l’operato dei medici di base, alla luce dell’art. 479 del Codice Penale che punisce “Il pubblico ufficiale, che ricevendo o formando un atto nell'esercizio delle sue funzioni, attesta falsamente che un fatto è stato da lui compiuto o è avvenuto alla sua presenza, o attesta come da lui ricevute dichiarazioni a lui non rese, ovvero omette o altera dichiarazioni da lui ricevute, o comunque attesta falsamente fatti dei quali l'atto è destinato a provare la verità”.

«Il sospetto è che molti lavoratori, non disponendo di Green pass e non volendo ricorrere al tampone, avrebbero scelto di mettersi in malattia allo scopo di non recarsi al lavoro e non subire le sanzioni previste per i dipendenti pubblici e privati privi di certificazione sanitaria – scrive il Codacons nell’esposto –. Si ricorda infatti che senza Green pass il lavoratore è considerato assente ingiustificato e viene sospeso dal lavoro, e che la sospensione prevedrebbe anche lo stop ai contributi assistenziali e previdenziali, con effetti su TFR, assegni familiari e altre erogazioni previste. L’assenza per malattia, al contrario, non avrebbe alcuna ricaduta sullo stipendio e tutto il resto».
«Il codice penale punisce il falso ideologico del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio realizzato in un atto pubblico, ma sanziona anche il privato che realizza la falsità in atto pubblico. Per tali motivi si chiede di procedere al SEQUESTRO di tutte le certificazioni rilasciate in regione in cui si attesta la malattia dei dipendenti pubblici e privati per risalire ai medici che le hanno firmate, verificando la rispondenza all’effettivo stato di malattia degli stessi e, in caso di illeciti, agire anche nei confronti dei medici autori delle certificazioni alla luce dell'art. 479 del codice penale».

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