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Tutti in coda per un tampone: lunghe attese in via Pasteur a Verona, il video di una lettrice

La segnalazione circa i lunghi tempi di attesa per l'accesso al centro tamponi

Una lettrice ha inviato alla nostra redazione una nuova segnalazione circa la difficile situazione in uno dei centri tamponi di Verona, vale a dire quello con sede in via Pasteur. Foto e video documentano la presenza di una lunga fila di persone in attesa per eseguire l'agognato tampone Covid. I tempi della coda sarebbero abbastanza lunghi, forse troppo, secondo la lettrice addirittura «tre ore in fila», in un periodo dell'anno in cui rinomatamente fa anche piuttosto freddo. La stessa lettrice sottolinea inoltre la presenza di «bambini ed anziani».

Centro tamponi Covid code Verona via Pasteur - gennaio 2022-2-2

Naturalmente a poco serve gettare la croce addosso a chicchessia. La situazione è complessa per tanti motivi e non è sicuramente questione di buona o cattiva volontà, quanto di effettive risorse disponibili, anzitutto a livello di personale. Quest'ultimo è oggettivamente oberato di lavoro da diversi mesi e le recenti richieste di «maggiore comprensione» giunte dall'Ulss 9 nei confronti del personale sanitario non possono certo passare inosservate. Altrettanto comprensibili sono tuttavia anche le lamentele dei cittadini, i quali ovviamente si trovano a dover spesso seguire e rispettare norme che, da una settimana all'altra, piovono dall'alto e, purtroppo, talvolta paiono non tener fino in fondo conto delle concrete difficoltà operative ed organizzative. Una cosa è scrivere un decreto o un'ordinanza contenenti disposizioni che prevedono obbligatoriamente un tampone molecolare o antigenico per uscire dall'isolamento, un altro è poi effettivamente eseguire quella miriade di test resisi necessari a fronte di una diffusione assai elevata del contagio che la variante Omicron ha provocato.

È una questione affrontata a viso aperto anche da Stefano Tabarelli, Segretario Regionale della Ugl Salute Veneto , il quale spiega: «Ormai è chiaro che queste strutture non sono in grado di tenere il ritmo vertiginoso di richieste dovuto all'emergenza per l'impennata di contagi. Ne pagano le conseguenze soprattutto i lavoratori, che ne devono usufruire per il rientro sul luogo di lavoro e gli studenti. Prenotare un tampone è diventato un incubo. Non si può andare avanti così. La nostra richiesta è quella di implementare i luoghi dove potersi sottoporre ai tamponi. Per questo proponiamo di concedere con urgenza le autorizzazioni anche ai centri sanitari e agli ambulatori privati così da trovare una via d'uscita. Una soluzione che alleggerirebbe anche la pressione sui medici di base che, oltre a seguire i pazienti, devono aiutare le famiglie a districarsi nel labirinto dell'effettuazione del test per avere il via libera al ritorno a scuola o al lavoro, essenziale anche per garantire la continuità produttiva alle aziende». Lo stesso Stefano Tabarelli, in conclusione, usa toni preoccupati: «Siamo vicini al collasso del sistema. Se la sanità non riesce più a svolgere con rapidità le proprie funzioni potremmo avere anche forti ripercussioni sociali».

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