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Giovedì, 25 Aprile 2024
Attualità Borgo Trento / Piazzale Aristide Stefani

«Citrobacter nella pediatria di Borgo Trento?» «No, lavori di manutenzione»

Il caso del batterio killer nell'ospedale di Verona è anche terreno di scontro politico. La candidata alle regionali del PD La Paglia segnala uno «svuotamento di pediatria», ma l'ospedale replica: «Solo una temporanea riduzione dell'attività di ricovero elettiva»

Dolore di genitori, familiari e amici, disagi per i cittadini, indagini di commissioni e Procura ed anche terreno di scontro politico. C'è tutto questo e probabilmente anche di più all'interno del caso citrobacter divampato nell'ospedale di Borgo Trento, a Verona.

Domenica scorsa, 16 agosto, la quarta neonata è morta a causa di questo batterio: una bimba nata prematura il 4 marzo nell'ospedale di Peschiera del Garda; trasferita a Borgo Trento per essere meglio assistita nell'ospedale della donna e del bambino dell'Azienda ospedaliera universitaria integrata (Aoui); infettata dal citrobacter koseri nella terapia intensiva neonatale. E come lei, anche altri neonati sono stati infettati. Il primo episodio era avvenuto nel 2018. Da allora i bimbi morti sono quattro, altri avranno disabilità per il resto della vita, mentre i più fortunati non hanno attualmente riportato alcune conseguenze.

Per questo due commissioni (una nominata dall'ospedale e l'altra dalla Regione) stanno indagando, tre esposti sono stati depositati in Procura ed il punto nascite più importate della provincia di Verona è chiuso dallo scorso giugno. Una chiusura che ha portato molte madri a dover partorire in altri ospedali veronesi, mentre le nascite più delicate devono essere programmate in strutture esterne alla provincia.
«Una sanità d'eccellenza non lascia una città come Verona, la più popolosa in Veneto, senza punto nascite, e non lancia l'allarme sul batterio killer dei neonati dopo due anni - ha commentato Michele Bertucco, candidato al consiglio regionale per Il Veneto che Vogliamo - La tragica vicenda del citrobacter, di cui ancora non si vede la fine, e che probabilmente si discuterà nelle aule di tribunale prima ancora che nelle sedi deputate, non è una macchia passeggera sul sistema sanitario veneto sostanzialmente sano, ma un sintomo di profondo malessere da cui ripartire per riorganizzare il servizio nel segno della trasparenza e della vicinanza al cittadino. Dopo due mandati, il governatore uscente ci riconsegna una sanità impoverita di posti letto pubblici, medici di base e di professionalità, molte della quali sono state esternalizzate o precarizzate. Siamo ancora un sanità di eccellenza, oppure più prosaicamente disponiamo di isole di eccellenza nel contesto di servizi al cittadino di qualità mediocre?».

Bertucco non è il solo candidato intervenuto sul caso citrobacter. La candidata del Partito Democratico Anna Maria Bigon sottolinea la carenza di ostetriche nel territorio veronese. Un territorio privato temporaneamente del suo punto nascite più grande e questo ha portato ad un aggravio di lavoro per le altre strutture della provincia. «La delibera sull'acquisizione di due ostetriche aggiuntive a Villafranca e altrettante a San Bonifacio risale al 31 luglio, quando cioè i disagi erano già noti - ha dichiarato Bigon - È evidente che si poteva e si doveva agire diversamente. Per far fronte all'aumento di lavoro è necessario dotare gli ospedali di Villafranca, San Bonifacio, Negrar e Peschiera di personale adeguato, invece l'Aoui ha messo a disposizione appena quattro ostetriche su un organico di circa 30 persone. È decisamente insufficiente. Chi l'ha deciso e con quali criteri? Visto che il reparto di maternità di Borgo Trento è chiuso da mesi, quali compiti stanno svolgendo le ostetriche? Sono al lavoro, sono state messe in congedo ordinario oppure in ferie? La risposta non può certo tradursi in un pellegrinaggio da un ospedale all'altro, che magari metta pure a rischio la salute di mamme e nascituri. La Regione deve intervenire per ripristinare una situazione di normalità».

Ed, infine, c'è la vicenda dei reparti di pediatria di Borgo Trento. «Siamo venuta a sapere che, da alcune settimane, sono stati svuotati i reparti di pediatria all'ospedale di borgo Trento dedicati ai pazienti di età da 1 mese a 16 anni - ha segnalato la candidata del PD Elisa La Paglia - Questo significa che attualmente funzionano solo il pronto soccorso pediatrico e l'osservazione breve di Borgo Trento. Oltre a trovarci di fronte all'ennesimo grave disservizio, con i cittadini che vengono privati, senza neppure esserne informati, di un reparto importantissimo, ci si chiede anche il perché di questa improvvisa chiusura. C'è il sospetto di citrobacter in pediatria? Se così non è, quali sono i motivi? E quanto durerà questa chiusura? Le famiglie hanno il diritto di sapere. Non può esserci omertà su eventuali rischi clinici, non possono esserci più vittime della disinformazione e della noncuranza».
Ma a La Paglia ha subito replicato l'Aoui di Verona con una nota della direzione generale in cui si legge: «Il pronto soccorso pediatrico dell'ospedale della donna e del bambino funziona regolarmente, al pari del reparto di pediatria, la cui attività di ricovero elettiva viene ridotta, per circa una settimana, in quanto verranno svolti lavori di manutenzione straordinaria agli impianti. La terapia intensiva infantile e la terapia intensiva pediatriaca realizzate da giugno all'esterno dell'ospedale continuano ad essere operative, efficienti e pronte a qualsiasi ricovero in emergenza».

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