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Cisl Fp: «Veneto in zona bianca, biblioteche di Verona ancora in zona rossa»

Il segretario provinciale Tirapelle chiede una riorganizzazione del servizio con meno restrizioni. E Bertucco attacca: «Il sindaco Sboarina, paladino delle riaperture, di questo tema non si è ancora occupato»

«Situazione della Biblioteca Civica». Questo l'unico punto all'ordine del giorno della riunione di oggi, 10 giugno, della sesta commissione del consiglio comunale di Verona, quella dedicata alle politiche culturali. Una commissione in cui si potrebbero discutere anche gli spunti problematici evidenziati dal segretario provinciale della Cisl Fp Angelo Tirapelle.

Il sindacato ha, infatti, inviato una lettera agli assessori alla cultura Francesca Briani e al personale Maria Daniela Maellare e ai dirigenti comunali per chiedere una riorganizzazione del servizio delle biblioteche. Secondo Tirapelle, il Veneto è in zona bianca per il rischio Covid, ma le biblioteche di Verona sono «ancora in zona rossa». Questo perché «le biblioteche del Comune di Verona risultano ancora chiuse alla cittadinanza - ha spiegato Tirapelle - e il loro accesso è consentito solo previa una complicata prenotazione via mail che prevede molti ostacoli. E nulla è stato organizzato per far sì che cittadini e utenti potessero accedere finalmente in modo libero e sicuro, pur nel rispetto delle normative anti-Covid». E il segretario provinciale di Cisl Fp ha ricordato anche che «Nel novembre 2020 la Biblioteca Civica è stata costretta a chiudere con una capienza di 211 posti, mentre attualmente la capienza è di 93 posti. E nella Biblioteca Ragazzi l'accesso è previsto per un nucleo familiare, mentre nell'estate 2020 potevano entrare 16 persone».

La nota sindacale è stata rilanciata dal consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco, il quale ritiene opportuno «che le biblioteche comunali tornino al più presto a svolgere il loro ruolo aggregatore e di diffusione della cultura. Si tratta di un servizio pubblico essenziale allo sviluppo della città. E lascia stupiti che il sindaco Federico Sboarina, che più volte si è fatto paladino delle riaperture, non si sia ancora occupato di questo tema».

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