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La rinascita delle piscine Lido a Verona, Bassi: «Cinque società interessate»

L'annuncio dell'Ass. all'edilizia sportiva: cinque società pronte per gestire e riqualificare le piscine Lido

Sono cinque le società interessate alla concessione o al partenariato con il Comune di Verona, per la riqualificazione e la gestione del futuro centro natatorio che sorgerà alle piscine Lido di viale Galliano. Un’operazione che, così come spiegato in una nota del Comune di Verona, consentirà di completare la copertura finanziaria del progetto per la realizzazione del primo parco acquatico di Verona. Se, infatti, l’ipotesi iniziale di spesa era di 2 milioni e 950 mila euro, poi i costi in fase progettuale sono aumentati di circa 1 milione. L’indagine di mercato, svolta a esclusivo scopo esplorativo, è stata avviata dallo stesso Comune un mese fa e ha subito attirato l’attenzione di alcune società, sia veronesi che del territorio limitrofo. Infatti, secondo quanto si apprende, si è conclusa «raccogliendo cinque manifestazioni d’interesse, presentate da operatori economici disposti ad ottenere la concessione dietro investimento della somma mancante». Tra i requisiti essenziali per partecipare, aver gestito almeno due impianti analoghi negli ultimi cinque anni ed avere esperienza in contratti di concessione o partenariati, comprensivi dell’esecuzione di lavori nell’ultimo decennio. Non essendo un bando di gara, spiega la nota di palazzo Barbieri, «tutti i dettagli verranno stabiliti nel successivo iter amministrativo. Le manifestazioni d’interesse ora verranno vagliate per poi procedere con la soluzione migliore, concessione o partenariato».

Due erano le possibilità che l’Amministrazione aveva davanti, la prima ridurre il costo del progetto, per rientrare nel budget a disposizione, rinunciando a componenti fondamentali per realizzare un impianto all’avanguardia. Oppure indire una indagine di mercato per cercare il sostegno del privato e mantenere il progetto inalterato. Si è trattato di una «ricerca fruttuosa», come spiega la nota del Comune, e che «permetterà la prosecuzione dell’iter progettuale», ma anche «non allungherà le tempistiche», poiché «si dovrebbe esaurire nell’arco di qualche mese, nel frattempo si concluderà la procedura per il trasferimento della proprietà di quella parte di cinta magistrale dal Demanio al Comune». Sarebbero infatti «in via di risoluzione» le tre situazioni critiche che rendevano impossibile il passaggio, in particolare «problematiche create da strutture costruite nel tempo senza valido titolo edilizio, negli anni in cui l'attenzione per la conservazione delle mura era meno alta». L’impianto così come lo ricordano i veronesi, secondo quanto annunciato dal Comune di Verona, «verrà trasformato in un parco acquatico ludico ricreativo conformando gli spazi acqua, ampliando le aree verdi e riqualificando l’edificio adibito a spogliatoi e ristoro». L’attività sportiva ed agonistica, invece, «continuerà ad essere fatta nell’attiguo impianto natatorio coperto del Centro federale Castagnetti, gestito da FIN per conto del Comune».

L'assessore all’Edilizia sportiva Andrea Bassi ha reso pubblico ieri, venerdì 16 aprile, l’esito dell’indagine di mercato. Pur mantenendo la riservatezza sulle manifestazioni d’interesse depositate: «È la dimostrazione che c’è un grande interesse per il parco acquatico e per le piscine Lido – ha detto l'Ass. Bassi -. In questo periodo storico, con gli impianti chiusi, le attività in difficoltà non ci aspettavamo tutte queste proposte. Abbiamo ottenuto più di quello che speravamo. In questo modo risolviamo definitivamente il problema finanziario, in quanto prima di procedere dovevamo per forza coprire l’intero costo dell’opera. E, a maggior ragione oggi con un bilancio comunale che risente pesantemente della pandemia, era impossibile aggiungere un milione di fondi pubblici. Ora l’iter può proseguire, prossimo passo sarà l’acquisizione della cinta dal Demanio. Obiettivo, restituire alla città quanto prima il nuovo centro natatorio, la cui situazione amministrativa, burocratica e gestionale, oltre che impiantistica, era davvero pesante e critica».

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