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Lunedì, 25 Settembre 2023
Attualità Bussolengo / Via Ospedale

Cgil: «Non ancora attivati molti posti letto previsti a Bussolengo, Malcesine e Villafranca»

Simone Mazza di Fp Cgil Verona ha messo a confronto quanto pianificato dalla Regione Veneto con quanto è attualmente presente negli ospedali. «All'Orlandi su 125 posti letto programmati ne mancano 67»

Il piano socio-sanitario della Regione Veneto non è ancora stato pienamente attuato negli ospedali di Villafranca, Bussolengo e Malcesine. In pratica, quello che la Regione sulla carta aveva programmato di attivare non è stato del tutto attivato. Lo dimostra una ricognizione eseguita da Simone Mazza. Il sindacalista di Fp Cgil Verona ha riscontrato «una condizione di marcata criticità, con la carenza o la mancata attivazione di decine e decine di posti letto, in particolare nella funzione riabilitativa». Una condizione che pone un grosso interrogativo sulla capacità di rispettare la programmazione sanitaria. E di questo ne fanno le spese quotidianamente sia i pazienti che gli operatori e i professionisti della sanità.
La ricognizione è stata effettuata confrontando quanto previsto per gli ospedali di Villafranca, Bussolengo e Malcesine con quanto ad oggi è effettivamente presente nelle corsie di quei nosocomi.

BUSSOLENGO

«L'ospedale Orlandi è stato riconvertito in una struttura di riabilitazione - ha fatto sapere Mazza - Allo stato attuale, però, nell'area riabilitativa mancano ancora ben 40 posti letto su 50 previsti dalle schede ospedaliere che si sarebbero dovuti realizzare entro il 31 ottobre 2020. Inoltre, nella medicina generale mancano 10 posti letto rispetto ai 25 previsti e nel day surgery mancano 17 posti letto su i 25 previsti. Il servizio di anestesia e rianimazione non è stato internalizzato ma è gestito da personale di cooperativa. È stata inoltre trasferita l'importante attività di diagnostica biologica del sangue e degli emocomponenti. Con 67 posti letto mancanti rispetto ai 125 programmati dalle schede ospedaliere, Bussolengo è il luogo in assoluto dove la programmazione sanitaria è stata maggiormente tradita».

MALCESINE

«Molto simile il discorso per l'ospedale di Malcesine - ha proseguito Simone Mazza - dove in area riabilitativa (benché le tabelle 2019 indichino 58 posti) ad oggi sono attivi soltanto 25 posti letto su i 50 programmati. Mancano ancora, inoltre, tutti e 30 i posti letto che le schede ospedaliere dedicherebbero ai pazienti da fuori regione. Pertanto i posti letto mancanti sono anche qui un numero molto alto: 55 su 80. Più della metà».

VILLAFRANCA

«All'ospedale di Villafranca risultano mancare almeno 22 posti letto rispetto ai 166 in totale programmati - ha concluso il sindacalista di Fp Cgil Verona - Nell'area medica mancano 14 posti letto su un totale di 61 previsti dalle schede ospedaliere del 2019, che si sarebbero dovuti realizzare entro il 31 marzo 2020. Nel dettaglio: nessun letto in gastroenterologia su i 2 previsti; nessun letto in oncologia su i 2 previsti, mentre in neurologia solo 2 attivati. La situazione di fatto ci dice che dei 6 posti da attivare secondo indicazioni regionali in pneumologia soltanto 2 sono effettivamente attivi, il che porta il deficit reale di posti letto a quota 20. La medicina generale vive poi una condizione del tutto particolare, in quanto 8 dei 22 posti letto effettivamente in funzione sono dedicati a pazienti Covid, che notoriamente richiedono un carico assistenziale ben più alto, ma le forze sono dimensionate per l'attività ordinaria. Nell'area chirurgica mancano poi tutti e 2 i posti letto in oculistica. E nell'area materno-infantile, l'attività di procreazione medicalmente assistita non è attiva».

CUP

Per chiedere miglioramenti per Villafranca, il comitato a difesa del Magalini ha organizzato un flash mob per sabato prossimo, 3 settembre, ed ha ribadito i disagi nella prenotazione delle prestazioni tramite il Cup. Dal mese di agosto sono infatti entrati in funzione i nuovi numeri del centro unico di prenotazione. Ma per Simone Mazza, la riorganizzazione fatta dall'Ulss 9 Scaligera è solo «di facciata» perché non va «ad incidere sul recupero delle lunghe ed imbarazzanti liste d’attesa».

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