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Percorsi al femminile nei Centri Cefalee, anche Legnago tra le 143 strutture in Italia

Sono state mappate da Fondazione Onda. «Progetto innovativo per migliorare la qualità di vita delle donnei», ha commentato il responsabile della neurologia del Mater Salutis Michelangelo Turazzini

In Italia, sono 143 i Centri Cefalee che al loro interno offrono percorsi e servizi dedicati alla gestione dell'emicrania nelle diverse fasi di vita della donna e che hanno aderito alla mappatura nazionale promossa da Fondazione Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere). Mappatura patrocinata dalle principali società scientifiche e associazioni di pazienti italiane dedicate, con il contributo incondizionato di Teva. Gli obiettivi di questa iniziativa è valorizzare l'impegno di questi centri e renderli riconoscibili all’utenza, oltre che promuovere una sempre maggior attenzione alle specificità di genere nei percorsi di diagnosi e cura dell’emicrania.
Tra le 143 strutture figura anche il Centro Cefalee di Legnago, a cui Fondazione Onda ha assegnato una targa di riconoscimento come segno distintivo e di valorizzazione dell’attività presso gli utenti.

«È un progetto innovativo intento a migliorare la qualità di vita delle donne e a portare benefici all’organizzazione e ai professionisti», ha commentato il responsabile della neurologia dell'ospedale Mater Salutis Michelangelo Turazzini. A lui, alla responsabile del Centro Cefalee Virginia Annese, al dottor Raffaele del Colle e all'infermiera professionale Nicoletta Costantini, il compito di gestire le peculiarità del servizio, dedicato al trattamento anche delle cefalee farmaco resistenti, dove i cittadini hanno accesso a terapie innovative e a cure che stanno migliorando in maniera significativa la qualità di vita.
L'accesso al Centro Cefalee per le donne che non hanno trovato beneficio dalle terapie di prima linea avverrà sempre con richiesta da parte del medico di medicina generale e con prenotazione al Cup.

L’iniziativa di Onda nasce in risposta a uno scenario epidemiologico che vede l’emicrania come una patologia di genere, riguardando principalmente le donne in età giovane-adulta, che sviluppano forme più severe rispetto agli uomini, manifestando livelli più elevati di disabilità e un maggior numero di comorbilità.
In Italia, sono 6 milioni le persone che soffrono di emicrania e di queste 4 milioni sono donne. Al mondo, ne soffre più di una donna su 4 (circa il 27%) e raggiunge il massimo della sua prevalenza nella quarta e quinta decade di vita, quindi nel periodo di maggiore produttività lavorativa e sociale.
L’emicrania segue l’andamento delle fluttuazioni degli ormoni sessuali femminili, presentando fasi di maggiore acuzie e severità nei giorni delle mestruazioni e dell’ovulazione, si manifesta al massimo della sua disabilità dopo il puerperio e l’allattamento e in un caso su tre peggiora con la menopausa.

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