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Central Park, il Comune annuncia la nuova fase operativa. Bertucco: «Nulla di nuovo sotto il sole»

Nato il tavolo tecnico coordinato dalla Regione a cui siedono Comune, Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Provincia e Signa Group. Per l'opposizione però si tratterebbe di uno spot elettorale che non aggiungerebbe nulla a quanto già si sapeva

Un nuovo passo avanti per quello che dovrebbe essere il futuro Central Park, è stato annunciato lunedì dal Comune di Verona. Non si conoscono ancora i tempi della riqualificazione dell’ex Scalo Merci di Porta Nuova, dove dovrebbe nascere un grande parco cittadino, ma da Palazzo Barbieri spiegano che ha preso il via la nuova fase operativa, con il tavolo tecnico coordinato dalla Regione a cui siedono Comune, Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Provincia e Signa Group, sviluppatore immobiliare tra i più importanti d’Europa, che si è aggiudicato la gara indetta lo scorso gennaio dalle Ferrovie per la trasformazione dell'area di 45 ettari.

Il prossimo passaggio è la redazione da parte di Signa Group della variante urbanistica con le diverse funzioni dell’area: un iter di qualche mese che si concluderà con l’approvazione del documento da parte della Regione e che darà il via alla vendita delle aree e alla contestuale apertura dei cantieri.
Il contratto tra Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane e Signa Group, che si impegna a redigere la documentazione necessaria a completare l’iter di variante urbanistica per realizzare le opere, sarebbe infatti già stato firmato: alla società immobiliare austriaca sarà garantito un diritto di prelazione sull’acquisto delle aree interessate da esercitare durante la procedura di vendita.
L'Amministrazione sottolinea che si tratta di un altro fondamentale passaggio per tramutare in realtà il progetto su cui ha iniziato a lavorare già nel 2017, cercando di portarlo avanti anche durante la pandemia di Covid-19. Nelle intenzioni del Comune, il Central Park «cambierà completamente il volto della città, ne alzerà gli standard qualitativi, risolverà problemi viabilistici che si trascinano da anni, ricucirà due zone della città fino ad oggi separate dai fasci di binari», viene sottolineato nella nota diffusa: «Diventerà il nuovo baricentro su cui orientarsi, la sostenibilità ambientale sarà uno dei suoi punti di forza oltre che elemento attrattivo per gli investitori che contribuiranno a rendere viva quest'area».

Con la variante urbanistica si dovrebbe dunque entrare nel vivo dei contenuti, a cominciare dal grande parco pubblico che, informano da Palazzo Barbieri, dovrebbe occupare più dell’80% della superficie, con le funzioni e i servizi per renderlo sicuro, vivo e attrattivo. Quindi gli aspetti legati al miglioramento della qualità viabilistica complessiva del Comune di Verona, con il nuovo HUB intermodale a sud della città; la ricucitura della città con un nuovo sottopasso di collegamento tra stradone Santa Lucia e via Albere, un collegamento diretto tra due quartieri vicini, con benefici sostanziali sulla viabilità e sull’inquinamento di tutta la città. Inoltre, parte della superficie totale del parco sarà dedicata alla mobilità dolce, con piste ciclabili quale evoluzione naturale e moderna per migliorare l’ambiente creare un parco vissuto tutti i giorni, in sicurezza e sostenibile.
La progettazione dovrà anche studiare la fattibilità per realizzare un vero campus scolastico, un polo delle scuole superiori cittadine che per la maggior parte oggi sono ubicate in centro storico. Un passaggio che coinvolge la Provincia, proprietaria degli immobili, un patrimonio che potrebbe così essere riqualificato e valorizzato. Ad avvalorare il progetto, ci sarebbe anche l’arrivo della nuova stazione dell’Alta Velocità di Verona Porta Verde, da dove gli studenti in arrivo dalla provincia raggiungerebbero le scuole senza ulteriori spostamenti.

I risultati raggiunti e i prossimi step sono stati illustrati lunedì in municipio. Presenti il sindaco Federico Sboarina, il vice presidente della Regione Veneto Elisa De Berti, l'amministratore delegato FS Sistemi Urbani (Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane), ingegner. Umberto Lebruto, Heinz Peter Hager di Signa Group, il vice vicesindaco e assessore Luca Zanotto, l'assessore alla Pianificazione urbanistica e Ambiente Ilaria Segala.

«Cinque anni fa il Central Park era solo un’idea, oggi possiamo dire che è realtà – ha detto il sindaco -. Tanto che anche chi, qualche mese fa, lo dava come una fake news, ora ne parla come qualcosa di concreto su cui realizzare contenuti, certificando il complesso percorso che ci ha portati fino a qui. Parlo al plurale perché questo è senza dubbio il risultato di un gioco di squadra tra diversi attori, accomunato dalla bontà del progetto e dai valori alla sua base. Ringrazio Ferrovie dello Stato e la Regione per aver creduto in questo progetto, se ne parlava da più di 20 anni ma nessuno era riuscito ad andare oltre le ipotesi e le previsioni. Con noi diventerà realtà, questo è molto di più del progetto dell’Amministrazione, è il progetto della città, perché realizzare un grandissimo parco urbano in quell’area significa costruire una nuova città, darle un nuovo baricentro che collegherà con il verde il centro storico con la parte a sud che grazie alla nostra visione urbanistica sta prendendo nuova vita. Ora si entra ore nel vivo di ciò concretamente diventerà il grande parco urbano tra il centro e Verona sud».

«Un lavoro di squadra straordinario che ha permesso di portare a casa questo progetto, un risultato stratosferico per tutti, un fiore all’occhiello anche per Ferrovie dello Stato – ha detto la vicepresidente della Regione Veneto -. Il 21 marzo 2018, proprio in piazza Bra, mentre la Regione presentava i nuovi treni, il sindaco di Verona e il Governatore si sedevano al tavolo con FS per condividere l’idea del Central Park. Un progetto importante per la città ma anche per la mobilità di tutto il territorio regionale. E quello stesso giorno ci fu il primo sì, la volontà a procedere. Tutti i soggetti coinvolti ci hanno creduto fortemente e questo ci ha permesso di superare tutti gli intoppi e le difficoltà burocratiche. E in tempi rapidissimi di essere qui seduti a questo tavolo, assieme al privato che si è aggiudicato la manifestazione d’interesse. Un grazie va all’amministratore delegato di FS Lebruto, per il suo costante supporto».

«Con Regione Veneto e Comune - ha evidenziato l'ingegner Umberto Lebruto, AD di FS Sistemi Urbani (Gruppo FS Italiane) - stiamo lavorando per rendere la riqualificazione urbana di Verona un elemento di biodiversità. Il progetto è concepito per integrare la mobilità ferroviaria con quella urbana, ricucendo, inoltre, la parte nord a quella sud della città, per un totale di 45 ettari di area nel centro della città. Il mercato ci ha dato ragione: alla manifestazione di interesse lanciata hanno risposto tante imprese con molti progetti davvero validi. Quello vincente è il miglior progetto che questa città possa avere: sarà un bel progetto, la bellezza unisce tutti».

«Per Signa Group questo progetto riveste una grande importanza, tanto che stiamo ampliando il tema dei professionisti incaricati alla stesura della variante urbanistica per accelerare ulteriormente in tempi – ha detto Hager-. Verona ha grandi potenzialità, un motore di crescita che siamo pronti a leggere e interpretare e sul quale progettare soluzioni».

«Questo progetto permetterà di valorizzare il patrimonio degli immobili storici oggi occupati dalle scuole – ha detto il presidente della Provincia-. L’idea di creare un grande campus all’americana all’interno del parco concentrando i plessi scolastici ora dislocati permetterà di decongestionare i momenti di traffico della città, dare ai ragazzi plessi scolastici nuovi e aggiornati e nel frattempo darà la possibilità di dedicarsi alla cura di questi immobili storici».

«Nulla di nuovo sotto il sole»

Un spot elettorale che non dice nulla di nuovo, anzi, che non farebbe luce su alcune questioni ancora da chiarire. Questa l'opinione di Michele Bertucco, consigliere comunale candidato con In Comune per Verona Sinistra Civica Ecologista a sostegno di Damiano Tommasi.
«A pochi giorni dal voto continua la campagna elettorale sulle opere non realizzate dall’amministrazione Sboarina, oggi è toccato all’ex scalo merci - ha detto Bertucco in una nota diffusa -. Praticamente non c’è nulla di nuovo se non uno spot per l’attuale sindaco.
Come si sapeva già Signa Group dovrà realizzare il progetto partendo dal concept che era stato presentato ancora lo scorso anno. Nessuna parola sulle bonifiche da fare sull’area dell’ex scalo merci.
Esaminando il materiale ufficiale del concept del nuovo Central park risulta infatti che l’area destinata a parco sarà di 225 mila metri quadrati, che non è il 100% dell’area (valutata 450 mila metri quadrati) su cui Sboarina aveva spudoratamente giurato in campagna elettorale nel 2017 di fronte al Comitato di Verona Sud (promessa poi ribadita anche da sindaco per almeno 3 anni). E non è nemmeno il 64% annunciato nell’ultima presentazione ufficiale con i dirigenti delle Ferrovie e prima ancora si era parlato dell’86%. Parliamo invece del 50,2% dell’intera superficie, esattamente quanto prevede il PAQE regionale (Piano d’Area Quadrante Europa) fin dal 2005. Sotto non potevano andare, trattandosi di un valore vincolante. Ecco dunque perché Sboarina ha sempre respinto i nostri solleciti a chiedere alla Regione una modifica al PAQE per ampliare l’area da destinare a parco: stava soltanto prendendo in giro i veronesi!
Lasciando da parte la poca fantasia nel nome (Parco “Arena”, come non ci fosse già l’anfiteatro, il quotidiano, il parcheggio, infiniti bar, tabaccherie ed edicole, senza dimenticare il progetto della Nuova Arena Stadium…), c’è un altro particolare che balza agli occhi: il parco (se mai realizzato) verrà consegnato al Comune non attrezzato: starà poi all’amministrazione completarlo, magari “attivando delle sponsorizzazioni”, come suggeriscono i promotori di Signa Group. Beninteso, per noi questo non è un limite, ma anche su questo Sboarina aveva raccontato tutt’altra storia.
Si dirà: beh, ma chissà quanto costerà questo po' po' di parco… Costa esattamente 2,9 milioni di euro, che è meno del 15% del valore delle opere pubbliche che il concept prevede di realizzare sull’area (20 milioni di euro di valore in totale) e lo 0,8% dei ricavi previsti, che ammontano a 318,8 milioni di euro.
La voce più consistente delle opere pubbliche sono, manco a dirlo, i parcheggi, che per un grande centro intermodale suona alquanto strano. In particolare il concept prevede un parcheggio interrato a “tetto verde” da 10 mila metri quadrati dal costo di 8,3 milioni di euro. La struttura sarebbe nascosta da una collina creata in mezzo al parco. Si prevede poi un altro parcheggio a raso sempre da 10 mila metri quadrati (grossomodo più di 300 stalli) dal costo di 500 mila euro.
Nel concept sono state indicate le seguenti destinazioni:

  • 90 mila metri quadrati di edificazioni;
  • 30 mila metri quadrati per la stazione ferroviaria dell’Alta Velocità;
  • 20 mila metri quadrati di strade, sia perimetrali che interne al parco compreso il sottopasso;
  • 20 mila metri quadratidi parcheggi (di cui metà parcheggio mimetizzato dal “tetto verde”);
  • 225 mila metri quadrati di parco, pari al 50,2%;
  • 64 mila metri quadrati di Fondaco. 

Il Fondaco è un oggetto misterioso: Signa Group dice che verrà “messo a disposizione” del Comune per liberare le mura dalle opere incongrue. Ma a che titolo? L’unica opera che deve consegnare al Comune è il parco. Si dice anche che il Fondaco potrebbe essere usato per collocarvi attrezzature sportive.
Carta straccia anche la promessa di costruire “poco”, su 90 mila metri quadrati “soltanto”. Quello che ci è stato descritto, con una certa licenza poetica, come un “piccolo brano di città” è in realtà una massa di cemento da 335 mila metri cubi disposta su 3-5 piani che ripete funzioni già ridondanti, come gli gli alberghi (già presenti agli ex Tabacchi, al’ex Safem e alle Fedrigoni…).

In particolare troviamo:

  • 120 mila metri cubi di residenziale, pari a 500 case (dato dichiarato dal progettista);
  • 60 mila metri cubi di commerciale, pari a circa 200-250 negozi;
  • 50 mila metri cubi di direzionale, pari a circa 150-200 uffici;
  • 35 mila metri cubi di albergo a quattro stelle, pari grossomodo a 250-300 stanze;
  • 35 mila metri cubi di albergo per studenti (altre 250-300 stanze circa);
  • 35 mila metri cubi di residenza per anziani (o come si dice oggi, “senior living”). 

Restano invece degli espedienti grafici il boulevard su stradone Santa Lucia e il People Mover, visto che nessuno li sta realizzando. Per collegare in modo sostenibile i vari punti di Verona Sud non serve il People Mover, ma la riattivazione delle ferrovie dismesse. Informiamo i progettisti di Signa Group che a Verona esiste una capillare ed estesa rete ferroviaria che aspetta solo di essere utilizzata per il trasporto urbano e suburbano, anche con una semplice estensione fino all'aeroporto Catullo.
Sboarina si è sbagliato anche sui tempi: il concept prevede il completamento dell’intervento nel 2030, postulando però che già dal 2022 sia possibile rimuovere i binari. Pura fantascienza. Il concept non dedica nemmeno una riga alla bonifica che sarà necessariamente di due tipi: bellica e da metalli pesanti. Che altro dire? Ricordate l’annuncio del 2011 sulla Passalacqua “pronta nel 2015”? Ecco…», ha concluso Bertucco. 

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