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Cori del Bentegodi a Balotelli, Zaia: «La nostra non è una comunità razzista»

Il presidente del Veneto è intervenuto sulla polemica, parlando di responsabilità individuali. Ed il leader della Lega Matteo Salvini aggiunge: «È un attacco strumentale contro Verona»

Anche durante il primo giorno di Fieracavalli non è mancata l'occasione per tornare anche oggi, 7 novembre, a quattro giorni dall'inizio della polemica sul «caso Balotelli». Lo hanno fatto il leader della Lega Matteo Salvini ed il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Entrambi con interventi ben calibrati, a difesa di Verona e condannando il razzismo.

Fermato dai giornalisti all'ingresso della fiera di Verona, Salvini ha detto che è «surreale» continuare a dibattere sui cori del Bentegodi. «È un attacco strumentale ad una comunità, ad una città, ad una tifoseria e ad una regione che è capitale mondiale del volontariato e della generosità - ha concluso il leader leghista - Dipingere i veronesi e i veneti come dei trogloditi, dei razzisti e degli imbecilli è demenziale».

Luca Zaia, intervistato da Ansa, ha parlato di responsabilità soggettiva e quindi se ci sono stati dei cori razzisti a risponderne dovranno essere i tifosi che li hanno fatti e non l'intera comunità veronese o veneta. «La nostra non è una comunità razzista - ha detto Zaia - La nostra è una comunità che non distingue i cittadini in base al colore della pelle o in base alle scelte religiose e sentimentali. Per noi i cittadini sono tutti uguali».

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