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Caso Balotelli, la Curva Sud dell'Hellas Verona risponde con ironia

«Vogliamo scusarci con l'intera nazione: ad oggi non siamo riusciti a trovare il pallone scagliato domenica in curva», scrivono gli ultras. Preso di mira sui social il tifoso che voleva riappacificarsi col calciatore

Sul «caso Balotelli» è stato detto e scritto tanto. Un po' come le ciliegie, una dichiarazione tirava l'altra. E alcune di queste dichiarazioni erano o sono state intese come attacchi. E quando qualcuno attacca, qualcun'altro si difende. Solo che in questo caso, non ci sarebbe nulla difendere, perché il razzismo si deve solo condannare, senza se e senza ma.
Eppure, qualcosa da difendere è stato trovato. Alcuni consiglieri comunali ritengono che Verona sia stata diffamata, perché sarebbe stata ingiustamente etichettata come città razzista. E dopo la punizione inflitta dal giudice sportivo sui cori razzisti rivolti a Balotelli, la reazione è stata critica perché questa punizione è stata ritenuta eccessiva.

Il merito del problema, ovvero il razzismo, in pochi l'hanno toccato. Anzi, alcuni l'hanno negato, parlando di montatura mediatica, oppure facendo sfoggio di ironia. La Curva Sud dell'Hellas Verona, infatti, ha diffuso questo brevissimo comunicato: «Vogliamo scusarci con l'intera nazione: ad oggi non siamo riusciti a trovare il pallone scagliato domenica in curva». Il pallone è quello calciato da Balotelli, come risposta ai cori razzisti che si è sentito rivolgere. Una risposta ironica, da cui però si può intuire la posizione degli ultras gialloblu, secondo cui il problema del razzismo è un non-problema. E tutto e ancor più chiaro nella fine del messaggio, quando la Curva Sud scrive: «Tutti a Milano, graditi e non». A Milano, infatti, l'Hellas giocherà la prossima partita. Ma quel «graditi e non» è facile da collegare alla vicenda di Luca Castellini, tifoso gialloblu e dirigente di Forza Nuova, il quale è stato bandito dal Bentegodi fino al 2030 per le sue parole contro Balotelli.
Un'ironia diversa, al limite della violenza verbale, è stata usata dopo la messa in onda del servizio che il programma televisivo Le Iene ha registrato sul «caso Balotelli». Nel video, un tifoso dell'Hellas Verona ha dato la propria disponibilità ad incontrare il calciatore del Brescia per una simbolica riappacificazione. Questo tifoso è stato preso di mira sui social network da altri supporter gialloblu che gli hanno dato dell'asino, della scimmia e del venduto.

Ed oltre ai tifosi, anche chi vive nel mondo del calcio ha detto la sua, innescando così il meccanismo di azione e reazione. Il tecnico dell'Hellas Verona Ivan Juric aveva dichiarato di non aver sentito alcun coro razzista allo stadio e per le sue parole è stato attaccato dall'ex giocatore Lilian Thuram, da sempre impegnato nella lotta al razzismo. Thuram aveva definito Juric «pericoloso» ed il tecnico, attraverso Ansa, ha risposto: «Non ho detto nulla di pericoloso, pericolosa è stata la superficialità di Thuram che non mi conosce e non ha compreso il senso delle mie parole. Non ho mai giustificato il razzismo o qualsiasi forma di discriminazione. Anche io in passato ho subito episodi simili. Con Balotelli ci siamo già chiariti in privato. Domenica non ho sentito nulla dalla mia postazione, così come altri miei collaboratori sparsi in varie posizioni all'interno dello stadio. Avessi detto di aver sentito, avrei detto il falso. Non sono razzista ma sono onesto, anche se domenica sarebbe stato più facile dire il falso».

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