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Pesca e acquacoltura: in Veneto entra in vigore la Carta Ittica Regionale e un nuovo regolamento

«Grazie ai nuovi strumenti di pianificazione e gestione ora è possibile una gestione uniforme di tutte le attività di pesca, sia sportiva che professionale, e di acquacoltura, in tutte le acque del Veneto», spiega l'assessore regionale Cristiano Corazzari

Entrano in vigore da gennaio la Carta Ittica Regionale e il nuovo Regolamento Regionale per la pesca e l’acquacoltura, gli strumenti di pianificazione e regolamentazione che, nel rispetto della normativa statale in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, uniformano a livello di bacino idrografico e zone omogenee, le attività di pesca dilettantistico sportiva, le attività di pesca professionale e le attività di acquacoltura in tutte le acque del Veneto.
La Giunta regionale ha approvato i due documenti al termine di un complesso iter.

La Carta Ittica Regionale, prevista della legge regionale 28 aprile 1998, n. 19, modificata successivamente dalla legge regionale 7 agosto 2018, n. 30, ha l’obiettivo di accertare la consistenza del patrimonio ittico, le potenzialità produttive delle acque, i criteri ai quali deve attenersi la coltivazione delle stesse. Si articola per bacini idrografici all'interno dei quali sono delimitate le zone omogenee, anche con finalità coerenti con la conservazione dei patrimoni ittici e di tutto l'ecosistema. La Carta comprende il Piano di gestione delle acque dolci della Zona A (zona salmonicola) e della Zona B (zona ciprinicola) e il Piano di gestione delle acque dolci della Zona C (zona salmastra).

Per elaborare il documento di pianificazione, il punto di partenza sono state ampie e rigorose indagini ittiologiche sullo stato delle popolazioni delle specie ittiche d’acqua dolce e delle acque lagunari salmastre. In particolare sono state esaminate le acque salmonicole e le acque ciprinicole nelle quali sono state osservate 62 specie di acqua dolce e di queste ben 27 sono specie aliene.
L’iter è proseguito poi con la Valutazione Ambientale Strategica articolata in sette fasi, tra cui una fase dedicata alla consultazione di stakeholder pubblici e privati.

La Carta ittica comprende una parte dedicata alle acque dolci e una parte per le acque lagunari salmastre. Per quanto riguarda le acque dolci, i temi sono l’individuazione delle zone di riposo biologico, delle zone no-kill e delle zone trofeo, la localizzazione dei campi per le competizioni di pesca sportiva, le modalità di ripopolamento e immissione di fauna ittica, la definizione dei criteri per il rilascio delle concessioni di pesca sportiva, l’individuazione degli attrezzi utilizzabili dai pescatori dilettantistico- sportivi alla definizione delle misure di tutela della fauna ittica.
Invece, per quanto riguarda le acque lagunari salmastre, oltre alla pesca amatoriale e dilettantistica, il documento regolamenta le attività di pesca professionale e di acquacoltura. Sono definite le linee guida per diverse attività: molluschicoltura, pesca professionale, vallicoltura. Oltre al piano per la localizzazione dei bilancioni da pesca e all’individuazione di dettaglio degli attrezzi utilizzabili dai pescatori professionali.

«La stesura e l’iter di approvazione della Carta Ittica Regionale e del nuovo Regolamento Regionale per la pesca e l’acquacoltura hanno comportato un lavoro lungo e impegnativo e per questo ringrazio i tecnici – interviene l’assessore regionale alla Pesca Cristiano Corazzari –. Grazie ai nuovi strumenti di pianificazione e gestione ora è possibile una gestione uniforme di tutte le attività di pesca, sia sportiva che professionale, e di acquacoltura, in tutte le acque del Veneto. Sono strumenti di primaria importanza che per la prima volta consentiranno di regolamentare le attività legate alla pesca contemperando le esigenze dei pescatori con la tutela dell’ecosistema.
Grazie alla Carta – prosegue Corazzari – ora c’è una chiara mappatura di tutti i corsi d’acqua, i pescatori sapranno con certezza dove e come svolgere le loro attività nel rispetto dell’ambiente. La Carta stabilisce inoltre rigide norme di tutela dell’habitat fissando le regole per le azioni di ripopolamento, individuando i quantitativi e le specie che si possono introdurre e le specie che invece sono vietate».

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