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Inaugura a Verona la grande mostra dedicata a Caroto: «Uno dei simboli della ripartenza turistica della città»

«La mostra di Caroto rappresenta uno dei coronamenti del grande lavoro fatto nel silenzio e nella difficoltà della pandemia», ha detto il sindaco di Verona Federico Sboarina. L'esposizione sarà visitabile dal 13 maggio fino al prossimo 2 ottobre 2022 nei magnifici spazi del palazzo della Gran Guardia

Oltre 120 opere provenienti da alcune delle più prestigiose collezioni italiane e internazionali, per un percorso espositivo articolato in nove sezioni, che comprende anche tre istallazioni multimediali. Da venerdì 13 maggio fino al 2 ottobre 2022, nell’affascinante contesto espositivo dei monumentali spazi del Palazzo della Gran Guardia a Verona, apre al pubblico la mostra "Caroto e le arti tra Mantegna e Veronese".

È la prima mostra su Giovan Francesco Caroto (1480 circa – 1555), in cui viene presentata l’evoluzione del grande pittore, dalle passioni giovanili al riconosciuto ruolo di artista. Attraverso una serie di interventi conservativi sostenuti per la mostra e un’estesa campagna di analisi diagnostiche, l’esposizione è diventata anche l’occasione per dare un contributo alla salvaguardia della sua opera e per approfondire la conoscenza dell’operatività tecnica del pittore.

Apertura_mostra Caroto 2022-2

Caroto, esposizione frutto della ricerca

Il progetto espositivo nasce da ricerche che hanno coinvolto vari istituti del sistema museale veronese. Dal Museo di Castelvecchio, in qualità di capofila, al Museo degli Affreschi G.B. Cavalcaselle, Museo Archeologico al Teatro Romano, Museo Lapidario Maffeiano e Museo di Storia Naturale. Il tutto sostenuto da un’ampia rete di collaborazioni interistituzionali e prestiti nazionali e internazionali, con un ruolo cruciale svolto da due partner scientifici, i musei di Palazzo Ducale di Mantova e di Castello Sforzesco di Milano, testimoni del valore dell’esperienza itinerante di Caroto, che esercitò la sua attività artistica proprio tra le città di Verona, Mantova e Milano.

Curatori dell’esposizione, promossa dai Musei civici veronesi, Francesca Rossi Direttore dei Musei civici, Gianni Peretti Storico dell’arte ed Edoardo Rossetti Scuola Universitaria Professionale Svizzera Italiana – SUPSI Lugano. Co-prodotta da Civita Mostre e Musei e realizzata con la collaborazione del Dipartimento Culture e Civiltà dell'Università di Verona, l’esposizione ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Cultura e della Regione del Veneto ed è sostenuta da contributi di Airbnb, Fondazione Città Italia, Soroptimist – Club di Verona e la sponsorizzazione tecnica di ERCO.

L’importante esposizione dei Musei civici veronesi, che sarà inaugurata questo pomeriggio alle 16.30, è stata presentata questa mattina dal sindaco e dall’assessore alla Cultura. Presenti, oltre alla direttrice Rossi e ai curatori, il direttore del Museo di Palazzo Ducale di Mantova Stefano L'Occaso e il Conservatore Responsabile Unità Raccolte artistiche Castello Sforzesco di Milano Francesca Tasso.

Caroto e le arti tra Mantegna e Veronese

Sboarina: «Una mostra simbolo della ripartenza culturale e turistica della città»

«Ce l’abbiamo fatta, nonostante le difficoltà attraversate a causa del Covid, è arrivato il momento di aprire al pubblico questa importante esposizione – ha affermato il sindaco Sboarina –. Originariamente programmata per il 2020, la mostra è diventata uno dei simboli della ripartenza culturale e turistica della città, che in queste ultime settimane è tornata a registrare presenze anche superiori ai dati degli anni prima della pandemia. Una vitalità turistica che ci aspettavamo e che siamo pronti ad accogliere con una programmazione ricca di appuntamenti, sia in ambito artistico che musicale e sportivo. Purtroppo, in questi cinque anni, molto ha inciso la pandemia, condizionando la realizzazione dei grandi eventi espositivi che avevamo progettato. Una è stata sospesa per il lockdown, "Da Chagall a Kandinsky". Grazie alla volontà e l’impegno costanti siamo riusciti a celebrare i 700 anni dalla morte di Dante. Infine, oggi, diamo l’avvio alla mostra dedicata a Caroto. Risultati frutto di una programmazione che non si è mai fermata, volta a rilanciare immediatamente la città appena ve ne fosse stata la possibilità. Quel tempo è finalmente arrivato e la mostra di Caroto rappresenta uno dei coronamenti del grande lavoro fatto nel silenzio e nella difficoltà della pandemia. Ci premia vedere quante persone si sono già prenotate per visitare l’esposizione ed osservare ogni giorno, nelle vie e piazze cittadine, il ritorno del grande turismo, linfa vitale della nostra economia».

«Una grande emozione poter aprire finalmente al pubblico questa esposizione – ha sottolineato l’assessore –. Una mostra rappresentativa di uno straordinario progetto di studio sostenuto dai Musei Civici veronesi, volto ad approfondire la conoscenza dell’opera tecnica del pittore. È questo, infatti, il cuore dell’esposizione, tre anni di ricerca che hanno valorizzato in primis il patrimonio artistico-culturale del sistema museale civico, portando anche al restauro di numerose opere oggi presenti in mostra e che domani arricchiranno le collezioni permanenti dei nostri musei civici. Un grande lavoro per un appuntamento imperdibile, che sta già riscuotendo un importante riscontro a livello nazionale e internazionale».

«La mostra raccoglie per la prima volta a confronto – ha evidenziato la direttrice Rossi –, gli esiti di anni di ricerche di studiosi dell’arte veronese e milanese sulle sfaccettate relazioni che hanno legato i due vivacissimi centri di produzione culturale dell’epoca. La storia che ha legato la città di Verona a Giovan Francesco Caroto, uno dei suoi pittori più affascinanti e rappresentativi, si svela attraverso le opere in esposizione, in un percorso che si è articolato in sezioni che evidenziano momenti particolari della carriera dell’artista e significativi aspetti dei suoi interessi e della sua personalità».

Il percorso della mostra

L’esposizione di Verona si colloca idealmente tra due analoghe manifestazioni promosse dal Comune di Verona attraverso il Museo di Castelvecchio: Mantegna e le Arti a Verona 1450-1500 (settembre 2006-gennaio 2007), che, accanto alle opere del grande pittore padovano, aveva contrapposto i prodotti pittorici, grafici e scultorei degli artisti locali variamente da lui influenzati e Paolo Veronese. L’illusione della realtà (luglio-ottobre 2014), dedicata al maggior pittore cittadino del Cinquecento.

Il percorso espositivo è articolato in sezioni che evidenziano momenti particolari della carriera di Caroto e significativi aspetti dei suoi interessi e della sua personalità artistica. All'interno delle sezioni è possibile sperimentare modalità innovative per la narrazione, in particolare tramite tre installazioni multimediali, progettate in collaborazione con l’impresa creativa Culturanuova, per favorire l’accessibilità e l’approfondimento dei temi proposti anche attraverso l’utilizzo di tecnologie che permettono una fruizione immersiva da parte del pubblico.

Inoltre, è disponibile un percorso di visita accessibile tramite App a cura di Civita Mostre e Musei. Un itinerario speciale, dedicato alle persone non vedenti, realizzato con il contributo di Fondazione CittàItalia, che è stato sviluppato intorno a dodici opere appartenenti alle collezioni civiche con il possibile reimpiego futuro nel percorso museale di Castelvecchio.

Caroto e il contesto storico

L’arte a Verona nella prima metà del XVI secolo, fiorita tra i due giganti Mantegna e Caliari, è un periodo ancora per molti aspetti da indagare. Non mancarono in quegli anni figure di grande qualità e di personalità inconfondibile, soprattutto nel campo della pittura e della miniatura, come Girolamo Dai Libri, Francesco Morone, Paolo Morando detto il Cavazzola, Francesco Torbido detto il Moro, Nicola Giolfino, e molti altri. Anche nel campo dell’architettura si assiste a un rapido adeguamento linguistico sulle formule più moderne grazie a personalità come Gian Maria Falconetto e Michele Sanmicheli.

Tra tutte queste figure di artisti, Giovan Francesco Caroto emerge come la più interessante e la più complessa. Il profilo a lui dedicato da Giorgio Vasari permette di seguire il suo percorso di formazione artistica. Intelligente, curioso, spiritoso, vagabondo, fu a Mantova, alla corte dei Gonzaga, sotto l’egida di Mantegna; a Milano, al servizio di Antonio Maria Visconti; a Casale Monferrato, alla corte del marchese Guglielmo IX Paleologo. Conobbe e apprezzò la pittura fiamminga e nordica (tra Milano, Verona e Venezia), ma anche Raffaello e i suoi seguaci, tanto da rendere credibile l’ipotesi di un suo viaggio di studio a Roma. Esercitò la pittura, la miniatura, il disegno naturalistico, la medaglistica, la statuaria. Si dedicò soprattutto alla pittura devozionale pubblica e privata (pale d’altare, Madonne con il bambino), ma raggiunse forse i suoi esiti più personali e felici nel ritratto e nella pittura di paesaggio.

Caroto, le attività collaterali

A cura dell’azienda ARtGlass la realizzazione di un gioco didattico. Una speciale caccia al tesoro in realtà aumentata attraverso le sale espositive, che i giovani visitatori, tra gli 8 e i 12 anni, ma anche i loro genitori e accompagnatori, avranno modo di seguire su un tablet incluso nel biglietto di ingresso.

A questi strumenti tecnologici, viene affiancato anche un programma di attività educative e didattiche a cura della Segreteria Didattica dei Musei Civici - Cooperativa Le Macchine Celibi, con il coordinamento dei servizi a cura di Civita Mostre e Musei: sono in programma visite guidate gratuite settimanali, visite per gruppi e scolaresche, oltre a laboratori a tema per bambine e bambini dai 6 agli 11 anni.

Alla mostra si collega una rete di itinerari artistici nelle chiese cittadine per le quali Caroto ha operato. Un progetto realizzato in collaborazione con la Diocesi di Verona, l’Università di Verona, la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza e la fondazione Verona Minor Hierusalem. La mostra è accompagnata da una monografia e da un catalogo editi da Silvana Editoriale.

Il comitato scientifico e i prestatori

Oltre ai curatori, comprende Antonella Arzone (Curatore del Gabinetto Numismatico – Museo di Castelvecchio, Musei Civici di Verona), Margherita Bolla (Studio, didattica e ricerca in ambito archeologico per allestimenti e valorizzazione musei, monumenti e aree archeologiche della Verona romana – Musei Civici di Verona), Luca Fabbri (Curatore delle collezioni d’arte medievale e moderna – Museo degli Affreschi G.B. Cavalcaselle, Musei Civici di Verona), Maria Teresa Franco Fiorio (Storica dell’arte, Ente Raccolta Vinciana di Milano), Stefano L’Occaso (Direttore di Palazzo Ducale, Mantova), Sergio Marinelli (Storico dell’arte), Paolo Plebani (Conservatore – Accademia Carrara, Bergamo), Alessandra Zamperini (Dipartimento di Culture e Civiltà, Università di Verona).

Tra i prestatori si contano collezionisti privati e importanti istituzioni museali nazionali e internazionali tra cui: la Fondazione Accademia Carrara di Bergamo, il Palazzo di San Sebastiano e il Palazzo Ducale di Mantova, le Gallerie degli Uffizi di Firenze, la Gallerie Estensi di Modena, il Castello Sforzesco di Milano, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, la Pinacoteca di Brera di Milano, il Musée du Louvre di Parigi, il Museo Brukenthal di Sibiu, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, lo Staatliche Antikensammlungen und Glyptothek e lo Staatliche Graphische Sammlung di Monaco di Baviera, il Szépművészeti Múzeum di Budapest, lo Städelsches Kunstinstitut di Francoforte.

Nuovi allestimenti nei Musei di Castelvecchio e G.B. Cavalcaselle

Il trasferimento nella mostra dedicata a Caroto di numerose opere solitamente allestite nei percorsi museali del Museo di Castelvecchio e Museo G.B. Cavalcaselle ha offerto l’inconsueta possibilità di esporre al pubblico opere spesso non visibili, dando nuovi spunti visivi e di approfondimento sulle collezioni dei Musei civici. Tutte le informazioni sono dispoibili al link mostracaroto.it.

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