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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Visite, solidarietà e proposte per gli studenti accampati al Polo Zanotto

La protesta degli universitari viene ascoltata dalla politica locale. Il PD propone un tavolo tecnico per reperire in poco tempo 100 nuovi alloggi da offrire a canone calmierato. Il consigliere Bozza: «Servono agevolazioni fiscali per i proprietari di immobili»

«Vorremmo poter vivere qui». È quello che dicono gli studenti universitari fuori sede che non riescono a vivere nelle città in cui ha sede l'università da loro scelta. Caro affitti e scarsità di alloggi convenzionati sono le principali problematiche evidenziate dagli studenti dell'università di Verona che da giovedì scorso, 11 maggio, protestano contro la crisi abitativa e la speculazione che in un anno ha reso Verona la sesta città d'Italia per prezzi d'affitto. «Vorremmo poter vivere qui» è diventato così il motto che unisce le mobilitazioni nate anche in altre città universitarie e che nel capoluogo scaligero vede un gruppo di studenti vivere in tenda nel giardino del Polo Zanotto.

«Nonostante il maltempo, nei giorni scorsi ci siamo allargati, attirando l'attenzione della comunità studentesca e delle istituzioni - ha dichiarato Laura Bergamin, coordinatrice di Udu Verona, l'organizzazione studentesca che organizza la protesta - Con la mobilitazione permanente stiamo rivendicando il diritto ad avere residenze pubbliche. La nostra idea, però, è molto lontana da quella di luoghi-dormitorio. Devono essere spazi che la comunità studentesca possa vivere a tutti gli effetti. Per questo, per i prossimi giorni abbiamo ideato delle iniziative aggregative e culturali. Parleremo di linguaggio d'odio, arte, fino a un'assemblea pubblica sulla residenzialità, seguita da musica. E tanto altro».

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L'impegno di Udu Verona continuerà poi anche a livello istituzionale, oltre che mobilitativo. Su questo si è espresso Alessandro Fiore, rappresentante studentesco nel cda di Esu Verona, l'ente di sostegno allo studio: «L'interlocuzione regionale e nazionale è fondamentale per far parte del tavolo di discussione sul diritto allo studio in cui portare la nostra visione studentesca - ha dichiarato Fiore - Proprio per questo, insieme alle altre Udu del Veneto, abbiamo inviato una lettera all'assessora regionale all'istruzione Elena Donazzan».

Ma anche la politica locale sta ascoltando gli studenti, proponendo alcune soluzione. Il Partito Democratico vorrebbe creare un tavolo tecnico-politico per affrontare i problemi evidenziati da Udu insieme a Comune e Provincia di Verona, Agec e Ater, università, Fondazione Cariverona e Ance. «Due gli obiettivi - hanno detto Franco Bonfante, segretario provinciale PD Verona, e Alessia Rotta, segretaria cittadina PD Verona - Nell’immediato, individuare un centinaio di alloggi attualmente sfitti, prendendoli ad esempio tra quelli dell’Agec, da ristrutturare con fondi regionali o ministeriali per destinarli a canone calmierato a studenti, anche attraverso un accordo di programma con la Regione Veneto ed eventuali modifiche statutarie che dovessero rendersi necessarie. Con gli introiti dei canoni agevolati pagati dagli studenti, si crei un fondo di rotazione per l’acquisto o la ristrutturazione di ulteriori alloggi. E il secondo obiettivo, in prospettiva, è quello di individuare gli immobili e le risorse da destinare ad un Piano Casa che possa risolvere le necessità abitative dei giovani che intendono stabilirsi in città per studio o lavoro e delle giovani famiglie, guardando anche alle migliori esperienze di co-housing tra studenti, famiglie e anziani e di autogestione studentesca».
Nel frattempo, la deputata del PD Rachele Scarpa ha portato la sua solidarietà agli studenti accampati in università da giovedì. «Hanno ragione - ha detto Scarpa - Le Regioni e il Governo devono assumersi la responsabilità di agire in fretta, per evitare che lo studio, e con esso il diritto alla casa, diventi sempre di più una questione di classe».

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Ed anche il consigliere regionale di Forza Italia Alberto Bozza si è recato al Polo Zanotto per ascoltare gli studenti nelle tende. Assieme a lui, era presente una delegazione di consiglieri comunali di Verona composta da Barbara Tosi e Antonio Lella della Lista Tosi e da Luigi Pisa del Gruppo Misto. Bozza ha detto di «capire e cogliere il senso della protesta perché il problema è reale. Il diritto allo studio va garantito a tutti ed è sacrosanto oltreché costituzionalmente previsto»; anche se «non condivido l’impostazione e le soluzioni che avanza la sinistra, che propone solo di costruire alloggi pubblici da dare attraverso bando».
Per Bozza, Barbara Tosi, Lella e Pisa non vanno costruiti solo nuovi appartamenti, ma invece «vanno riconvertirti alla destinazione universitaria una parte di quelli esistenti, attraverso incentivi e accordi pubblico-privato». Bozza è entrato poi nello specifico: «Vanno messe in atto delle agevolazioni fiscali ai proprietari degli immobili che decidono di dare i loro appartamenti agli studenti a prezzi calmierati, in particolare nelle zone periferiche però servite da mezzi pubblici, così si riqualificherebbero e rivitalizzerebbero anche i quartieri. Oggi per il proprietario è più conveniente l’affitto breve a destinazione turistica dell’immobile, sia economicamente ma anche per la minore problematica nel gestire il rapporto morosità-sfratto rispetto a un affitto pluriennale residenziale. Ecco, va creato lo stesso sistema di convenienza anche per la destinazione universitaria. Va incentivato allo stesso modo anche il recupero degli edifici abbandonati: quindi per il privato che recupera un immobile in disuso e lo affitta a studenti va creata una premialità fiscale».
Bozza poi è favorevole, sullo stile dei Paesi europei, alla «creazione di nuovi campus e student house, con politiche da concordare tra Esu regionali e Comuni e da inserire poi nelle programmazioni urbanistiche dei Comuni».
Infine, il consigliere regionale ha annunciato la presentazione di una doppia mozione: una in consiglio regionale e una in consiglio comunale a Verona. La Regione Veneto, per esempio, può convocare un tavolo con Anci, università ed Esu per discutere della questione con il Governo nelle prossime occasioni in conferenza Stato-Regioni», ha concluso Bozza.

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