rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Attualità Borgo Trento / Lungadige Giacomo Matteotti, 8

Povertà assoluta per due milioni di famiglie: Caritas presenta il rapporto 2022. Reddito di cittadinanza? «Va esteso»

La povertà assoluta in Italia riguarda circa cinque milioni e mezzo di persone secondo l'ultimo "Rapporto su povertà ed esclusione sociale" realizzato dalla Caritas Italiana e che sarà presentato sabato 22 ottobre a San Martino Buon Albergo

Caritas Diocesana Veronese incontra i delegati delle Caritas parrocchiali nel consueto appuntamento annuale di coordinamento delle Caritas del territorio. Quest’anno l’evento è previsto per sabato 22 ottobre presso la parrocchia San Martino Vescovo a San Martino Buon Albergo, con un programma intenso, lungo l’intera mattinata. La Santa Messa di inizio mattinata sarà presieduta dal nuovo vescovo di Verona, mons. Domenico Pompili.

Saranno presenti i parroci e referenti delle 43 Caritas territoriali che compongono la rete diocesana, con 96 delegati che a loro volta rappresentano 478 volontari dei Centri di Ascolto e 725 degli Empori e Officine Culturali. Inoltre, ci sarà la presenza degli operatori Caritas con il direttore, mons. Gino Zampieri, e le dott.sse Federica De Lauso e Vera Pellegrino di Caritas Italiana, che presenteranno in particolare il "Report nazionale 2022 su povertà ed esclusione sociale" di Caritas Italiana, con un focus su Verona. In occasione della "Giornata internazionale di lotta alla povertà", Caritas Italiana ha infatti realizzato il suo 21esimo "Rapporto su povertà ed esclusione sociale" dal titolo "L’anello debole". Il testo prende in esame le statistiche ufficiali sulla povertà e i dati di fonte Caritas, provenienti da quasi 2.800 Centri di Ascolto Caritas su tutto il territorio nazionale, di cui 36 della rete della Caritas veronese.

Rete Caritas Verona-2

Il Rapporto presenta anche i risultati di due indagini empiriche. Una ricerca quantitativa e qualitativa sul tema della povertà ereditaria e intergenerazionale, realizzata su un campione statistico di utenti dei Centri di Ascolto Caritas, compresi quelli della Diocesi di Verona. Inoltre, viene presentata un'indagine transnazionale condotta in dieci Paesi europei assieme a Caritas Europa e Don Bosco International, sul tema della transizione scuola-lavoro per i giovani che vivono in famiglie in difficoltà. Il Rapporto si conclude con una valutazione delle politiche di contrasto alla povertà, con particolare attenzione alle prospettive di riforma e investimento derivanti dal Pnrr e dal programma europeo Next generation Eu.

I numeri della povertà in Italia

Secondo quanto indicato nel "Rapporto su povertà ed esclusione sociale" realizzato dalla Caritas Italiana, durante l'anno 2021 la povertà assoluta si è confermata ai suoi massimi storici, già toccati nel 2020, ovvero l'anno di inizio della pandemia da Covid-19. Le famiglie in povertà assoluta risultano 1 milione 960mila, pari a 5.571.000 persone (il 9,4% della popolazione residente). L’incidenza si conferma più alta nel Mezzogiorno (10% dal 9,4% del 2020) mentre scende in misura significativa al Nord, in particolare nel Nord-Ovest (6,7% da 7,9%).

I dati di fonte Caritas offrono un prezioso spaccato sui volti di povertà del nostro tempo. Nel 2021, nei soli centri di ascolto e servizi informatizzati, le persone incontrate e supportate sono state 227.566 persone. Rispetto al 2020 si è registrato un incremento del 7,7% del numero di beneficiari supportati (legato soprattutto agli stranieri); non si tratta sempre di nuovi poveri ma anche persone che oscillano tra il dentro fuori dallo stato di bisogno. Chiedono aiuto sia uomini (50,9%) che donne (49,1%). Cresce da un anno all’altro l’incidenza delle persone straniere che si attesta al 55%, con punte che arrivano al 65,7% e al 61,2% nelle regioni del Nord-Ovest e del Nord-Est. Di contro, nel Sud e nelle Isole, prevalgono gli assistiti di cittadinanza italiana che corrispondono rispettivamente al 68,3% e al 74,2% dell’utenza. L’età media dei beneficiari si attesta a 45,8 anni. Complessivamente le persone senza dimora incontrate sono state 23.976, pari al 16,2% dell’utenza: si tratta per lo più di uomini (72,8%), stranieri (66,3%), celibi (45,1%), con un’età media di 43,7 anni e incontrati soprattutto nelle strutture del Nord (questa macroregione ha intercettato quasi la metà degli homeless d’Italia).

Il miraggio della mobilità sociale

Sempre secondo quanto indicato dal rapporto Caritas, si rafforza nel 2021 la consueta correlazione tra stato di deprivazione e bassi livelli di istruzione. Cresce infatti il peso di chi possiede al massimo la licenza media, che passa dal 57,1% al 69,7%. Tra loro si contano anche persone analfabete, senza alcun titolo di studio o con la sola licenza elementare. Strettamente correlato al livello di istruzione è, inoltre, il dato sulla condizione professionale che racconta molto delle fragilità di questo tempo post pandemico. Nel 2021 cresce l’incidenza dei disoccupati o inoccupati che passa dal 41% al 47,1% e, parallelamente, si contrae la quota degli occupati che scende dal 25% al 23,6%.

Il rapporto della Caritas racconta quindi di un'Italia dove i contesti familiari di partenza sono ancora pesantemente condizionanti, un paese dove la mobilità sociale è quasi un miraggio per chi proviene da ambienti che vivono difficoltà economiche: «Il rischio di rimanere intrappolati in situazioni di vulnerabilità economica, per chi proviene da un contesto familiare di fragilità - si legge nella sintesi del "Rapporto su povertà ed esclusione sociale" - è di fatto molto alto. Il nesso tra condizione di vita degli assistiti e condizioni di partenza si palesa su vari fronti oltre a quello economico. In primis nell’istruzione. Le persone che vivono oggi in uno stato di povertà, nate tra il 1966 e il 1986, provengono per lo più da nuclei familiari con bassi titoli di studio, in alcuni casi senza qualifiche o addirittura analfabeti (oltre il 60% dei genitori possiede al massimo una licenza elementare). E, sono proprio i figli delle persone meno istruite a interrompere gli studi prematuramente, fermandosi alla terza media e in taluni casi alla sola licenza elementare; al contrario tra i figli di persone con un titolo di laurea, oltre la metà arriva ad un diploma di scuola media superiore o alla stessa laurea. Anche sul fronte lavoro emergono degli elementi di netta continuità. Più del 70% dei padri dei nostri assistiti risulta occupato in professioni a bassa specializzazione. Per le madri è invece elevatissima l’incidenza delle casalinghe (il 63,8%), mentre tra le occupate prevalgono le basse qualifiche».

Il Reddito di Cittadinanza? Secondo la Caritas va rafforzato

Il capitolo conclusivo del Rapporto si sofferma sulla situazione e sulle prospettive delle politiche di contrasto alla povertà, sviluppando una riflessione lungo tre assi. Il primo è come realizzare buone politiche contro la povertà assoluta, quindi quali interventi pubblici sono adeguati per fronteggiare l’alto rischio di povertà ed esclusione sociale in Italia e, infine, quale ruolo la rete delle Caritas può svolgere in uno scenario di politiche pubbliche profondamente mutato negli ultimi anni, in cui lo Stato viene ad assumere un rinnovato ruolo di centralità.

Nella sintesi del "Rapporto su povertà ed esclusione sociale" viene rircordato che «la misura di contrasto alla povertà esistente nel nostro Paese, il Reddito di Cittadinanza, è stata finora percepita da 4,7 milioni di persone, ma raggiunge poco meno della metà dei poveri assoluti (44%). Sarebbe quindi opportuno - prosegue la Caritas - assicurarsi che fossero raggiunti tutti coloro che versano nelle condizioni peggiori, partendo dai poveri assoluti». Nella stessa nota viene quindi sottolineato come «accanto alla componente economica dell’aiuto vanno garantiti adeguati processi di inclusione sociale», tuttavia «al momento una serie di vincoli amministrativi e di gestione ostacolano tale aspetto».

Il Rapporto, infine, offre «alcune proposte di rafforzamento della capacità di presa in carico dei Comuni, anche attraverso il potenziamento delle risorse umane e finanziarie a disposizione e un miglior coordinamento delle azioni». Particolare attenzione, secondo quanto indicato nella sintesi del "Rapporto su povertà ed esclusione sociale", va data «ai nuovi progetti programmi in partenza, finanziati dal Pnrr, tra cui GOL (Garanzia Occupabilità Lavoratori), un programma pensato per rafforzare i percorsi di occupabilità di disoccupati, lavoratori poveri o fragili/vulnerabili (NEET, giovani, maturi), beneficiari di RdC e di ammortizzatori sociali in costanza o assenza di rapporti di lavoro». Si tratta di «3 milioni di persone da formare o riqualificare entro il 2025, di cui il 75% saranno donne, disoccupati di lunga durata, giovani under 30, over 55. Per il tipo di profilo definiti, questo programma interesserà senz’altro persone che si rivolgono ai centri e servizi Caritas».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Povertà assoluta per due milioni di famiglie: Caritas presenta il rapporto 2022. Reddito di cittadinanza? «Va esteso»

VeronaSera è in caricamento