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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Carenza di medici di base, Flor: «La Regione sta facendo il possibile»

Il direttore della sanità regionale ha spiegato che è stato aumentato il numero delle ammissione al corso triennale di formazione specifica. E che le zone carenti di medici non sono del tutto scoperte dal punto di vista assistenziale

Pur nel ritardo evidenziato dalle Federazione italiana dei medici di medicina di generale del Veneto (Fimmg) e giustificato dalla Regione Veneto, è stato pubblicato il bando che permetterà di accedere al corso triennale per la formazione specifica dei futuri medici di base. Un corso aperto a 353 futuri medici di famiglia, una figura professionale diventata purtroppo carente in regione e nel resto d'Italia.
Una carenza che la Regione Veneto sta affrontando con tutti i mezzi a sua disposizione, come riferito dal direttore della sanità regionale Luciano Flor. «Abbiamo aumentato il più possibile il contingente dei medici ammessi a frequentare il corso di formazione specifica in medicina generale, in modo da aumentare in sede di graduatoria la rosa di professionisti cui attingere - ha detto Flor - Il numero di posti messi a bando nel triennio 2021-2024 risulta infatti più che triplicato rispetto al triennio 2020-2023, passando da 128 a 433 posti: in particolare rispetto alle 85 borse di studio ex bando ordinario attribuite al Veneto nel 2020 si è passati alle 240 previste nel 2021, a cui ne sono state aggiunte ulteriori 66, grazie ai fondi messi a disposizione dal Pnrr per un totale di 306 borse di studio. Ed anche il contingente ex Decreto Calabria è stato sensibilmente aumentato, passando dagli 80 posti del 2020 ai 127 assegnati per il 2021».

La Regione ha fatto inoltre in modo che siano ammessi a partecipare al corso di formazione specifica in medicina generale anche i medici della polizia, dei vigili del fuoco e gli ufficiali medici delle forze armate e della guardia di finanza in servizio permanente effettivo con almeno 4 anni di anzianità di servizio. Ciò determina un ulteriore incremento del contingente per il triennio 2021-2024 nonché per gli anni a venire.

«La carenza di medici è una criticità che investe l’intero territorio nazionale, causata da un’errata programmazione a livello nazionale che ha determinato il cosiddetto "imbuto formativo" - ha spiegato Flor - Una situazione a cui si sono aggiunti gli effetti dell'emergenza Covid-19 prima e del post pandemia poi, determinando criticità assistenziali e l’adozione di normative specifiche temporanee non sempre coerenti con il contesto normativo generale e con distorsioni a livello di mercato del lavoro».

Flor ha fatto poi presente che, considerato come nella graduatoria annuale regionale siano presenti centinaia di medici (per l’anno in corso sono 607) e pur tuttavia gli stessi spesso non accettano gli incarichi relativi alle zone carenti scoperte, la Regione Veneto ha più volte chiesto che a livello nazionale siano individuate modalità di incentivazione all'accettazione o di disincentivazione alla mancata accettazione degli incarichi, formulando specifiche proposte operative.

Il direttore della sanità regionale ha inoltre ripetuto che in Veneto ci sono zone carenti di medici di base ma questo non significa che quelle zone siano del tutto scoperte dal punto di vista assistenziale. Sono infatti zone dove l’assistenza territoriale è comunque in massima parte garantita dalle Ulss attraverso il conferimento di incarichi provvisori della durata annuale, in attesa dell’accettazione dell’avente diritto.
E per quanto riguarda le procedure regionali in essere, a seguito dell'assegnazione delle zone carenti agli aventi diritto, è attualmente in corso da parte di Azienda Zero l’assegnazione di incarichi temporanei ai medici frequentanti il corso di formazione specifica. Detti incarichi, che rappresentano un ulteriore importante contributo alla copertura assistenziale, si consolideranno divenendo a tempo indeterminato con il conseguimento del diploma da parte degli interessati.
Infine, per assicurare l'adeguata copertura assistenziale sanitaria di base nel territorio regionale, la Regione ha previsto la possibilità di aumentare a 1.800 il tetto massimo di assistiti per un singolo medico di base, riconoscendo anche un aumento dell'indennità annua.

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