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Attualità Veronetta / Via Francesco Torbido

Fucilato nel 1944 dai nazifascisti, una targa ricorda il carabiniere Vivaldi

La cerimonia si è tenuta il 14 novembre di fronte al Bastione Campo Marzo, dove 74 anni fa il militare venne ucciso e dove ora è stata posta una targa alla sua memoria

Per sempre ne rimarrà memoria di fronte al Bastione Campo Marzo. Lì, dove 74 anni fa venne fucilato, dal 14 novembre una targa lo ricorderà a tutti i passanti. Aveva 43 anni il carabiniere Giovanni Battista Vivaldi quando, nel 1944, venne ucciso dai nazifascisti, pagando con la vita il suo impegno per la libertà: Vivaldi infatti non si unì alla Guardia nazionale repubblicana, ma si rifugiò sul monte Pastello con i partigiani. E mercoledì mattina a ricordarlo, durante la cerimonia ufficiale organizzata dal Comune, c’erano i figli Flora e Remigio, ma anche Ariella, che quando perse il papà aveva solo 8 mesi. A portare i saluti della famiglia, la giovane pronipote Francesca Sordina.

Presenti, in via Torbido, anche le autorità cittadine, tra cui il sindaco Federico Sboarina con l’assessore ai Servizi demografici Daniele Polato, il viceprefetto aggiunto Giulia Calabrese, il comandante provinciale dei Carabinieri Ettore Bramato e Evita Zanotti, assessore al Turismo del Comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella, paese in cui Vivaldi nacque il 23 febbraio 1901.

«Così come abbiamo fatto durante i festeggiamenti del centenario della fine della Grande Guerra – ha detto Sboarina -, anche oggi, ricordando quella drammatica guerra civile, facciamo memoria dei tantissimi giovani, ma anche di uomini e donne, che sacrificarono la loro stessa vita, per difendere i propri ideali e la Patria. Un concetto che non è astratto e retorico, ma che si traduce nella volontà di difendere la propria famiglia, i figli, la comunità di appartenenza. Oggi viviamo il più lungo periodo di pace che il nostro Paese ha mai avuto. Ecco perchè, partendo dall’esempio di uomini come il carabiniere Vivaldi, abbiamo il dovere di essere cittadini corretti e leali, non solo per mantenere a lungo questa pace, ma anche per rendere migliore la nostra comunità”.

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