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Candidatura Unesco per il canto lirico italiano, Verona esulta: «Miglior modo per festeggiare 100 anni di festival»

«L’anno prossimo il festival lirico areniano festeggerà il suo primo centenario, la candidatura Unesco è il giusto coronamento», commenta il sindaco di Verona Federico Sboarina. Così il governatore Zaia: «La notizia, nel mio immaginario, si accompagna ad un boato di applausi nell’Arena di Verona illuminata»

L’opera lirica corre per diventare patrimonio Unesco. È di oggi, martedì 29 marzo 2022, la decisione della Commissione nazionale italiana per l’Unesco di presentare ufficialmente a Parigi la candidatura nazionale de "L’Arte del Canto Lirico Italiano" per l’inserimento nella lista rappresentativa Unesco del Patrimonio Culturale Immateriale. Una notizia che a Verona non poteva che essere accolta con grande entusiasmo e soddisfazione, essendo che qui il "bel canto" ha il suo teatro prediletto, quell’anfiteatro che, anche e soprattutto grazie all’opera lirica, è il tempio della musica mondiale per eccellenza.

«Una notizia che ci riempie di gioia - commenta il sindaco di Verona Federico Sboarina -. Sono orgoglioso come sindaco e presidente della Fondazione Arena di Verona, enti che hanno sostenuto il Comitato promotore del progetto Unesco, di accogliere la notizia che lo Stato italiano ha ufficialmente accettato la candidatura a Patrimonio immateriale dell’umanità una delle sue espressioni culturali più autentiche e originali. Se c’è un Patrimonio immateriale da preservare, tramandare e valorizzare, quello è il canto lirico italiano, un’arte che non smette di affascinare ogni anno migliaia di persone in tutto il mondo».

Il primo cittadino saligero e presidente di Fondazione Arena ha poi aggiunto: «Noi abbiamo la fortuna di esserne custodi privilegiati, grazie ad un anfiteatro unico al mondo e grazie a Fondazione Arena, vera culla del canto lirico ed eccellenza riconosciuta a livello internazionale. Una candidatura che conferma e avvalora i traguardi raggiunti in questi anni da Fondazione, non senza sacrifici e anche durante la pandemia, e che rappresenta una straordinaria occasione di sviluppo e crescita di uno degli asset strategici del nostro territorio. L’anno prossimo il festival lirico areniano festeggerà il suo primo centenario, la candidatura Unesco è il giusto coronamento».

Anche il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, non ha nascosto il suo entusiasmo per la candidatura dell’arte del canto lirico italiano all’inserimento nella "Lista rappresentativa Unesco del patrimonio culturale immateriale", annunciata oggi dal sottosegretario per la Cultura, Lucia Bergonzoni: «La notizia, nel mio immaginario, si accompagna ad un boato di applausi nell’Arena di Verona illuminata. Quale maggior simbolo e riferimento dell’imponente anfiteatro della città scaligera, infatti, possiamo trovare per identificare nel mondo l’arte del canto lirico italiano. Anche per questo trovo che la candidatura di quest’ultimo a patrimonio culturale immateriale dell’Umanità sia veramente importante non solo per gli appassionati ma anche per tutto il Veneto».

Il governatore Zaia ha poi aggiunto: «La lirica è di casa da sempre nella nostra regione. Il Veneto è la terra di giganti del melodramma che qui sono nati o hanno vissuto nel pieno della loro attività artistica, come Toti Dal Monte e Mario Dal Monaco. È dove sono venuti al mondo grandi contemporanei come Katia Ricciarelli e Renato Bruson. È la terra del grande librettista Francesco Maria Piave e del Teatro veneziano La Fenice tanto caro alla tradizione verdiana. Penso che il Veneto ha un bagaglio storico in questo campo che consente di rappresentare ai più alti livelli l’importanza di questa candidatura. Una candidatura - ha concluso Zaia - che segna un giorno storico ma anche restituisce la giusta evidenza ad una fondamentale parte del settore teatrale, tanto segnato dalle restrizioni conseguenti alla pandemia».

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