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A Ca' dell'Olmo, corte rurale a rischio abbattimento. «Il Comune faccia la sua parte»

L'antica casa colonica potrebbe essere demolita per far spazio a nuove edificazioni. Italia Nostra chiede alla Soprintendenza d'imporre il vincolo monumentale. E il PD sollecita l'amministrazione: «Tuteli il paesaggio e ridimensioni il carico urbanistico a Santa Croce»

La casa colonica di Ca' dell'Olmo potrebbe essere abbattuta e al suo posto potrebbero essere costruite nuove abitazioni. Un destino contro cui si battono alcuni cittadini del quartiere Borgo Santa Croce insieme ad Italia Nostra. La sezione locale dell'associazione ha chiesto l'intervento della Soprintendenza, la quale potrebbe imporre un vincolo monumentale sull'edificio e quindi bloccarne la demolizione. «Ora però anche il Comune faccia la sua parte», chiede Giorgio Furlani del Partito Democratico della sesta circoscrizione.

Il futuro dell'edificio rurale di Via Catalani, a Verona, ha cominciato a vacillare nel dicembre scorso, quando la proprietà è passata ad una società di costruzioni. Società che ha presentato in Comune una regolare richiesta per l'abbattimento dell'immobile in modo da poter realizzare delle nuove edificazioni. Niente di illegale e, dal punto di vista formale, non ci sarebbero ragioni che possano giustificare un rifiuto a tale istanza.
Per gli abitanti di Borgo Santa Croce, però, l'abbattimento della casa rurale di Ca' dell'Olmo sarebbe una grave perdita e per questo, attraverso Italia Nostra, è stato chiesto alla Soprintendenza di valutare il pregio storico e culturale dell'edificio ed eventualmente vincolarlo, in modo tale che nessuno lo possa abbattere. «Grazie all’attivismo dei cittadini del quartiere e alla mobilitazione di Italia Nostra, su Ca' dell’Olmo si apre uno spiraglio di speranza che potrebbe salvare l'antica corte rurale», ha commentato Giorgio Furlani, che però chiede al Comune di interpretare un ruolo attivo in questa vicenza «mediando per una ricomposizione degli interessi in gioco che porti a tutelare il paesaggio e ridimensionare il carico urbanistico sull'area di Santa Croce».

Ma Furlani non si è fermato a Ca' dell'Olmo, chiedendo al Comune un'azione diretta anche per Corte Cipriani, tra Via Girolamo dalla Corte e Via Bianchini, «dove l'edificazione di nuove abitazioni sta segnando in negativo il destino dell'antico giardino dell'ex calzificio che ospita un centinaio di alberi, alcuni dei quali secolari». Le nuove costruzioni in Corte Cipriani potrebbero portare all'abbattimento di una cinquantina di piante. «La nostra richiesta è che la ripiantumazione avvenga all’interno del territorio della sesta circoscrizione - ha detto l'esponente dem - Le responsabilità politiche delle numerose vertenze ambientali e di tutela del paesaggio che sta vivendo la circoscrizione sono chiarissime: tutte queste lottizzazioni non sarebbero state possibili senza lo stravolgimento operato dalla prima amministrazione del sindaco Flavio Tosi. E malgrado le promesse elettorali del 2017, Federico Sboarina ha mantenuto intatto questo tipo di urbanistica prona alla speculazione edilizia e sorda verso le richieste dei cittadini e delle associazioni. È tempo di cambiare aria anche a Verona».

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