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Venerdì, 19 Aprile 2024
Attualità Isola della Scala / Via Cà Magre

Partito il progetto Boscàja per piantare alberi nelle aree agricole marginali

In questi primi mesi, quattro diverse realtà agricole hanno messo a disposizione 17 ettari di terreni da rimboschire a Isola della Scala, Minerbe, San Martino Buon Albergo e Verona Sud

È stato presentato negli spazi della società agricola cooperativa Ca' Magre, a Isola della Scala, il progetto Boscàja, iniziativa messa in campo da una rete di partner attivi nella cura dei territori in ottica di responsabilità sociale, economia del bene comune e agricoltura sostenibile. Il progetto mira a frenare il degrado ambientale tramite il rimboschimento delle aree agricole marginali della pianura e della collina veronese e mette al centro il ruolo degli agricoltori e delle agricoltrici nella salvaguardia di terreni in disuso. Terreni dove poter ricreare boschi e siepi in modo da assorbire l'anidride carbonica e riflettere la radiazione solare, così da ridurre il riscaldamento della superficie terrestre. A questi benefici si aggiungono il contenimento del rischio idrogeologico e l'aumento della biodiversità vegetale e animale, poiché i boschi fungono da corridoio ecologico per la fauna.
In questi primi mesi di avvio dell’iniziativa, quattro diverse realtà agricole hanno messo a disposizione complessivamente 17 ettari per iniziare questa pratica di rimboschimento a Isola della Scala, Minerbe, San Martino Buon Albergo e Verona Sud.

Da sx, Antonio Tesini e Alberto Motta-2
(Tesini e Zanotto)

«La Coop26 di Glasgow afferma come impellente il mantenere le foreste che ci sono - ha dichiarato Antonio Tesini, presidente della Cooperativa Ca' Magre - Serve però un obiettivo più ambizioso e piantare nuove fasce boscate e foreste. Specialmente in zone come la nostra. In Pianura Padana non ce ne sono quasi più perché si è fatto posto a case, aziende, strade. Se vogliamo fermare i cambiamenti climatici in Italia servono due miliardi di alberi, secondo quando calcolato dal botanico Stefano Mancuso. Gli effetti dei cambiamenti climatici si vedono ogni giorno e anche in campo è sempre più difficile coltivare. Boscaja crea quindi un ponte tra aziende agricole, che sono i primi attori delle piantumazioni perché gestiscono un territorio, con il tessuto imprenditoriale, banche, assicurazioni, aziende che invitiamo a destinare parte degli utili per questo progetto di riqualificazione ambientale».

Il progetto chiede per i primi 5 anni un sostegno di 2mila euro all’anno per un ettaro di bosco e per i successivi 5 anni 1.300 euro annuali a ettaro, detraibile fiscalmente. Alberto Motta, segretario della Fondazione Giorgio Zanotto, ha sottolineato quanto «questo progetto è in linea con le urgenze climatiche di questi anni e sottolinea il legame che Giorgio Zanotto aveva con il territorio di Isola della Scala. È quindi un segno importante che nasca un bosco a lui dedicato proprio a Isola, il cui Palariso è a lui dedicato, e in continuità con il valore della cooperazione, che è molto affine agli scopi della fondazione che porta il suo nome. Ora dobbiamo trovare la modalità per spingere questo progetto, che è il primo in campo ambientale per la fondazione».

Da sx, Antonio Tesini-Ca' Magre e Alberto Motta, Fond.Zanotto-2
(Tesini e Zanotto)

A Giorgio Zanotto è stato dedicato il primo bosco di un ettaro e mezzo, sui terreni della cooperativa Ca' Magre, con una breve cerimonia di messa a dimora della prima pianta, un gelso. «Il Veneto è una regione che consuma più suolo, si stanno progettando migliaia di ettari per il fotovoltaico a terra - ha dichiarato Tiziano Quaini, consigliere di Aveprobi, associazione veneta dei produttori biologici e biodinamici - stiamo lottando con Coldiretti per impedire questa misura. E Verona è la provincia che usa più pesticidi d'Italia, secondo Ispra che ogni anno raccoglie dati su acque profonde e superficiali. I boschi e le siepi diventano delle biofabbriche, habitat per gli insetti e uccelli insettivori, rettili, mammiferi, nostri alleati che ci danno una grossa mano in campo e consentono di ridurre i trattamenti. Teniamo conto che in Veneto abbiamo perso più dell’80% della biodiversità coltivata».

«Mettiamo in pratica il ruolo della responsabilità sociale di territorio, che non riguarda solo l’attività di una singola impresa bensì un sistema che mette in rete più protagonisti - ha dichiarato Paolo Dagazzini, del comitato Mag per la solidarietà sociale, che coordina la governance del progetto in questa fase - Boscaja va oltre la visione di una sovvenzione: prova a creare un ponte tra aziende agricole, boschi, comunità e tessuto imprenditivo. Anche le diocesi si stanno interessando, in linea con la Laudato sì. Abbiamo raccolto l'interesse anche da parte di alcune municipalità fuori Verona per conoscere il nostro modello».

Tecla Soave, educatrice ambientale dell'associazione Amentelibera, che ha appena vinto un bando all'interno del progetto "Prendersi cura della Terra", della Fondazione Cariverona, si occuperà del programma educativo e didattico. «Senza i bambini e i ragazzi non c’è responsabilità sociale di territorio, sono cittadini attuali e del futuro - ha affermato Soave - Possono imparare a fare la loro parte. Boscaja ai ragazzi può dare molto perché coniuga il dire con il fare, anche all'interno delle ore dedicate all’educazione civica».

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