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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ambiente, finanziamenti per 4 milioni dalla Regione per 3 bonifiche nel Veronese

Gli interventi riguardano l'ex Arsenale Asburgico di Verona, la Discarica Controllata per il Trattamento dei Rifiuti Solidi Urbani di Valeggio sul Mincio e l’ex Zuccherificio di Legnago

«Continua la nostra massima attenzione per la risoluzione delle diverse problematiche ambientali. In tal senso, proprio per dare risposte concrete al territorio, con quasi 4 milioni di euro abbiamo finanziato 3 importanti interventi in provincia di Verona: uno nel capoluogo e gli altri due a Valeggio sul Mincio e a Legnago». Così l'assessore all'Ambiente, Gianpaolo Bottacin, comunica l'approvazione della delibera con cui, su sua proposta, la Giunta regionale ha promosso i contributi per le tre realtà veronesi.

Ex Arsenale a Verona

L’intervento nel capoluogo scaligero riguarda, precisamente, l’area di proprietà comunale dell’ex Arsenale Austriaco, dove erano stati rinvenuti superamenti dei valori limite per la matrice terreni. Il comune aveva attivato l’iter previsto per i siti contaminati e in seguito all’esecuzione della caratterizzazione ambientale dell’area, e della successiva analisi di rischio, si è pertanto reso necessario predisporre un progetto di bonifica. «L’obiettivo è la messa in sicurezza permanente del sito – spiega l’assessore regionale -. L’operazione consiste nell’asportazione e successivo smaltimento di eventuali punti di contaminazione circoscritti, nella posa di una geogriglia monolitica e nella successiva stesura di terreno certificato. Per questo intervento, in aiuto al Comune, abbiamo messo a disposizione 1 milione di euro».

Discarica a Valeggio sul Mincio

A Valeggio sul Mincio, invece, l’area oggetto dell’intervento è ubicata in località Ca’ Baldassarre, dove è presente la Discarica Controllata per il Trattamento dei Rifiuti Solidi Urbani, attualmente in fase di post esercizio. «Presso l’area sono stati rilevati superamenti per i limiti della matrice acque sotterranee – sottolinea Bottacin -. La gestione post operativa avrebbe dovuto essere a carico della società che gestiva la discarica, ma attualmente sta agendo il Comune in via sostitutiva». Sono state svolte, quindi, indagini ambientali con lo scopo di comprendere le cause dei superamenti riscontrati nelle acque sotterranee. «Dalle analisi svolte è emersa la necessità di eseguire la copertura definitiva della discarica in post mortem – prosegue l’Assessore all’Ambiente - mediante l’impermeabilizzazione del pacchetto di copertura sommitale. Questo per impedire l’infiltrazione delle acque meteoriche all’interno del corpo della discarica ed il conseguente innalzamento di percolato interno che, se non correttamente gestito, potrebbe disperdersi nella falda circostante. Per queste attività abbiamo perciò concesso un contributo di 2.419.000 euro al Comune».

Ex Zuccherificio a Legnago

A Legnago, infine, è nell'ambito delle operazioni di bonifica dell'area dell’ex Zuccherificio che era stato riscontrato il superamento dei valori di concentrazione limite accettabili nel settore Sud Ovest di proprietà comunale. Da qui la necessità, effettuate le indagini ambientali e la caratterizzazione dell’area, di intervenire per la messa in sicurezza d’emergenza, consistente nella posa in opera di una copertura costituita da telo in polietilene più tappetino impermeabile in argilla e l’installazione di una palancolata fino alla profondità di 5 metri sul lato est dell’area. «Successivamente si è resa necessaria la bonifica dei terreni mediante la rimozione della sorgente di contaminazione, costituita da ceneri di pirite – dettaglia Bottacin -, prescrivendo delle indagini integrative per definire la geometria della sorgente di contaminazione stessa. Il comune ha quindi richiesto un contributo per l’attuazione dell’intervento di bonifica mediante messa in sicurezza permanente del settore sud-ovest dell’area, rimozione e smaltimento dei punti di contaminazione circoscritti e successiva posa del pacchetto impermeabile. Abbiamo finanziato l’intervento con 382.000 euro».

«In tutti e tre i casi - conclude Bottacin – si tratta di interventi per i quali, come Regione, ci siamo mossi sulla base di analisi scientifiche evidenziate nell'anagrafe dei siti contaminati predisposta dal nostro braccio operativo rappresentato da Arpav e nell’ambito dei percorsi portati a termine dai nostri uffici regionali».

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