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Verona, bilancio 2019. Sboarina: «Opere pubbliche per 27 milioni di euro»

Ma l'opposizione attacca: «La pressione finanziaria è in aumento per il secondo anno consecutivo», scrive il PD. Bertucco: «Bilancio regionieristico, non emerge alcuna idea di città»

Il 2019 di Verona, per l'attuale amministrazione comunale, sarà l'anno delle opere pubbliche finanziate per 27 milioni di euro, una cifra quasi triplicata rispetto agli stanziamenti storici in conto capitale.
Il bilancio di previsione per l'anno in corso registra anche un aumento della spesa corrente, destinando gli investimenti ai settori principali del programma di mandato del sindaco Federico Sboarina: sociale, cultura e turismo, ordine pubblico e sicurezza. Nel bilancio 2019 ci sono 8 milioni in più, con complessivi 317 milioni di euro (309 nel 2018), dei quali: 3 milioni a favore di nuovi progetti di sostegno e aiuto sociale; 1 milione 900mila per iniziative di sviluppo e rilancio di cultura e turismo; 1 milione e 600, per sicurezza territorio e tutela ordine pubblico.
Invariati i livelli di tassazione per Imu, Tasi, Tari e addizionale Irpef, con uguali tariffe a carico del cittadino, mentre aumenta la previsione di entrate per violazioni al codice della strada, che passano dai 16 milioni del previsionale 2018 ai quasi 20 milioni del 2019.
Scattati dal 1 febbraio gli aumenti sulla tassa di soggiorno, che passa da un range tariffario tra gli 0,50 e i 2 euro ad un minimo di 1,50 fino ad un massimo di 5 euro.

I dati più significativi del bilancio previsionale 2019 di Verona sono stati illustrati dal sindaco, insieme all'assessore al bilancio Francesca Toffali e al presidente della commissione bilancio Alberto Zelger.
«Con un piano d'investimenti quasi triplicato rispetto al passato - ha sottolinea Sboarina - il 2019 dà il via ad una nuova stagione di cantieri e grandi interventi. Grazie ad un impegno di spesa mia visto prima, che registra 27 milioni di euro a favore di edilizia pubblica ed opere diverse su strade, marciapiedi e ponti, sarà possibile intervenire in molte aree cittadine, con un programma di cantierizzazione allargato su tutto il territorio. Si tratta di investimenti in linea con gli obiettivi prefissati nel programma di mandato che, oltre a mantenere risorse importanti a favore di sociale e famiglia, cultura e turismo, e sicurezza, punta ad avviare un nuovo ciclo di interventi di rilievo a favore della città e della qualità della vita dei cittadini. Da rilevare che, pur non avendo una sostanziale maggioranza all'interno delle otto circoscrizioni cittadine, il bilancio di quest'anno incassa una valutazione complessivamente positiva. Un risultato che evidenzia la qualità del lavoro realizzato e la sostanza dei progetti e dei lavori che è nostra intenzione realizzare. La maggior parte delle risorse saranno infatti impiegate per investimenti in opere pubbliche, acquisti di bene e tutela del patrimonio cittadino».

Questo è il vero primo bilancio dell'amministrazione - ha precisato l'assessore Toffali - che ci permette di attuare i programmi politici preannunciati durante la campagna elettorale che, proprio quest'anno, verranno per molti aspetti concretizzati. Particolarmente significativa la spesa corrente di quest’anno che passa a 317 milioni di euro, con 8 milioni in più di investimenti a favore di sociale, cultura e turismo, ordine pubblico e sicurezza.

Tra i principali interventi che troveranno avvio nel 2019: lavori di manutenzione di strade e marciapiedi per 6 milioni di euro; il ripristino di Ponte Nuovo per 3 milioni e 300mila euro; la mobilità urbana (acquisto nuovi mezzi e attrezzature info-mobility) per 5 milioni e 500mila euro, co-finanziati con contributi europei; una nuova segnaletica e cartellonistica stradale per 1 milioni e 200mila euro; la riqualificazione dell'asilo notturno Camploy per 1 milione e 400mila euro; la sistemazione della scuola Santa Lucia per 660mila euro.
Inoltre, partiranno anche i cantieri per la riqualificazione dell'Arsenale.

E se l'amministrazione comunale mette in luce i lati positivi del bilancio di previsione, i consiglieri di opposizione ne sottolineano i limiti.

Con una mano il Comune dà e con l'altra mano toglie - scrivono i consiglieri comunali del Partito Democratico Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani - La pressione finanziaria è in aumento per il secondo anno consecutivo, destinata a passare dai 1.115 euro per abitante del 2018 a 1.132 euro per abitante del 2019, vale a dire che ciascun cittadino veronese sotto la giunta Sboarina sarà un po' più indebitato rispetto all'anno scorso. E a fronte della crescita della pressione finanziaria si registra anche una diminuzione della propensione del Comune all'investimento, che passa dal 48,30% del 2018 al 42,55% del 2019.
È sparito l'investimento di 3 milioni di euro per il Parco dell'Adige Nord nell'area del quartiere Saval; altre opere, che avrebbero dovute essere state già realizzate nel 2018, non sono state fatte. E altre opere ancora che avrebbero dovuto essere realizzate quest'anno sono state ancora posticipate al 2020.
Dove sono andati a finire dunque i soldi dei veronesi? Semplice: vanno a sostenere l'autonomia finanziaria del Comune, cioè la capacità di Palazzo Barbieri di far fronte da solo alle sue spese senza il contributo di altri soggetti come lo Stato.

Di «bilancio regionieristico», invece, parla il consigliere di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco. «Non emerge alcuna idea di città - denuncia Bertucco - Ci si limita a tamponare le emergenze, come quella di Ponte Nuovo, battendo cassa nei soliti modi: le multe, per cui si mette a bilancio la cifra quasi record di 20 milioni di euro; gli utili delle aziende partecipate e gli oneri di urbanizzazione. Quest'ultimo è un aspetto particolarmente odioso della proposta di bilancio, non solo perché destina a spese corrente entrate in conto capitale, ma anche e soprattutto perché conferma anche da parte di questa amministrazione la volontà di far cassa con lo sfruttamento del territorio. Su una previsione di entrata di 7 milioni di euro per quanto riguarda gli oneri di urbanizzazione, cioè i corrispettivi pagati al Comune da chi intraprende un’opera di edificazione, ben 6 milioni finiranno a finanziare la spesa corrente del Comune. Per quanto la decisione rientri tra le facoltà accordate dalla legge, questa maniera di amministrare rappresenta una seria minaccia per la vivibilità dei quartieri in quanto spinge il Comune poco avvertito a trasformare il massimo delle aree possibili per incamerare più soldi che poi andranno a pagare gli stipendi dei dipendenti, i benefit dei dirigenti e le indennità degli assessori e dei consiglieri comunali.
Apprendiamo infine con stupore che Amia chiuderà in pareggio il proprio bilancio, ci chiediamo quale sia la magia e chi abbia sbagliato i conti: non erano dicerie ma fonti ufficiali quelle che fino a dicembre davano il bilancio della partecipata in rosso di circa 2 milioni di euro».

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