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Un ruolo per la polizia locale contro le baby gang. «Ma servono contratti adeguati»

Gli agenti non vogliono tirarsi indietro nella gestione di questo fenomeno, ma chiedono i giusti strumenti

Riconoscere il fenomeno delle baby gang senza allarmismi, per poterlo gestire anche nuovi strumenti. E nella gestione, la polizia locale potrebbe avere un suo ruolo, ma deve essere messa nelle giuste condizioni. È questo il messaggio più forte uscito martedì scorso, 23 maggio, dal palazzo della Gran Guardia dove la Uil Fpl di Verona e del Veneto hanno organizzato un convegno proprio sul contributo che potrebbe essere offerto dalla polizia locale nel frenare le baby gang.

I relatori e relatrici della mattinata sono state la psicologa, psicoterapeuta e sessuologa Giovanna Guadagnini, l'avvocata esperta di violenza giovanile Sara Gini e l'avvocata mediatrice penale Anna Tantini, il comandante della polizia locale di Verona Luigi Altamura e il comandante della polizia locale di Venezia Marco Agostini. Mentre le conclusioni sono state a cura del segretario confederale Uil Domenico Proietti.

«Abbiamo affrontato il tema da diversi punti di vista - ha dichiarato Stefano Gottardi, segretario generale Uil Fpl Verona - cercando di definire i contorni psicologici e normativi che spingono i minori ad aggregarsi per delinquere e grazie al contributo dei comandanti intervenuti abbiamo potuto mettere meglio a fuoco la figura dell'agente di polizia locale. Oltre l'aspetto psicologico, normativo e formativo abbiamo anche evidenziato il problema contrattuale che affligge in generale il mondo dei lavoratori del settore pubblico e che in particolare riconosce fin troppe incombenze agli agenti di polizia locale a fronte di un non parallelo riconoscimento economico e di copertura delle responsabilità».

Durante il convegno è emerso che per una migliore comprensione del fenomeno delle baby gang è importante non creare allarmismo ed intercettare il disagio dei giovani per prevenire eventuali violenze. E se la prevenzione non bastasse, è stata avanzata l'ipotesi di un protocollo specifico per poter intervenire con tempestività ed efficacia in presenza di reati. Interventi che la polizia locale potrebbe anche compiere ma con i giusti strumenti normativi. «La continua evoluzione della società ci impone costante attenzione sui diversi problemi emergenti come lo è quello della baby gang - ha concluso Marco Bognin, segretario organizzativo e moderatore del convegno - Uil Fpl è pronta e attenta nel riconoscerli e cercare di fare rete per poter affrontare i problemi facendo sistema e consapevoli che l’unica possibilità di risolvere i problemi è l’impegno di tutte le parti. Sensibilizzare cittadini e amministrazioni su temi importanti come questo sono tra le nostre priorità assieme al grande impegno verso le lavoratici e i lavoratori di enti locali, sanità e terzo settore e al rispetto dei contratti che troppe volte tardano ad essere rinnovati».

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