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I genitori non possono più donare il sangue e i figli raccolgono il testimone

Massimo Lechthaler e la moglie Gaia Camponogara hanno deciso di diventare donatori, sperando che una volta cresciuti anche i loro figli seguano l'esempio

Il padre Giancarlo presto raggiungerà un'età che non gli permetterà più di donare il sangue, ma Massimo Lechthaler è pronto a raccogliere il testimone, portando avanti la tradizione di famiglia e garantendo un rinnovo nella schiera dei donatori Avis. Massimo Lechthaler, ingegnere di 41 anni, ha deciso di diventare donatore di sangue Avis a Soave. E non sarà solo. La moglie Gaia Camponogara, insegnante 40enne, sarà con lui. Anche lei seguendo la strada dei genitori, papà Silvio e mamma Anna Maria Dirupo.

Massimo e Gaia sono sposati da 13 anni e hanno tre figli, il più piccolo di 8 e il più grande di 11 anni. Marito e moglie ora sono entrambi donatori. «Ci abbiamo messo un po' a decidere perché sono nati i bambini e abbiamo affrontato molti impegni. Ora abbiamo trovato la spinta giusta», ha raccontato Gaia. «È una scelta naturale e condivisa - ha aggiunto Massimo - Papà è donatore e tra poco dovrà smettere per raggiunto limite di età. Per me è un'occasione per raccogliere il testimone e continuare la tradizione di famiglia a donare il sangue. E anche per Gaia i cui genitori sono stati per molto tempo donatori».

«Abbiamo entrambi sempre respirato in casa la solidarietà nei confronti dei più piccoli e dei più bisognosi - hanno spiegato i due coniugi - dal catechismo alla preparazione di torte che facevano le nostre madri per il gruppo missionario, dai banchetti per la raccolta fondi a scopo beneficio all'impegno nel sociale».
Ora, con il loro gesto del donare il sangue, sperano di essere un esempio vero e concreto anche per i loro figli: «Forse un giorno vorranno come i loro genitori e nonni scegliere di aiutare gli altri con il dono di una parte di loro, con la donazione del sangue», continuano sottolineando anche la bontà del progetto di Avis che porta l'esperienza della solidarietà e della donazione nelle scuole, a partire già dalla scuola primaria. «Valori necessari come la gratuità, la generosità incondizionata, l'attenzione al prossimo non si imparano sui libri - hanno concluso Massimo e Gaia - ma solo se si vivono si possono capire. E noi nelle nostre famiglie li abbiamo vissuti».

«Affrontando questi argomenti già da bambini speriamo che arrivati alla maggiore età il sentimento di condivisione con i meno fortunati sai già maturato e il passo verso la donazione sia più facile», ha dichiarato la presidente provinciale di Avis Verona Paola Silvestri. «Il progetto di Avis nelle scuole - ha aggiunto la referente provinciale Regina Minchio - è un momento di altissima educazione civica per il bambino che comprende il valore del rispetto per la persona, della donazione, del fare qualcosa per gli altri, del partecipare in una comunità».

Infine, l'Avis scaligera rinnova l'appello alla donazione di sangue. Donazione che si può fare se si gode di buona salute, si ha un peso di almeno 50 chili e se si ha un'età compresa tra i 18 e i 65 anni.

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