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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Influenza aviaria, Borchia: «Ue fa poco per arginare la diffusione del virus»

Rispetto all'inverno scorso, l'aviaria sta colpendo meno l'Italia e più Francia, Germania e Olanda. L'europarlamentare della Lega: «È necessario studiare ed adottare un piano vaccinale su scala europea»

In questo inizio di 2023, non sono stati ancora segnalati focolai di influenza aviaria in allevamenti italiani. Gli ultimi casi accertati sono i tre segnalati nel dicembre del 2022, due in provincia di Verona (in una struttura dove si allevano tacchini e in un'altra dove si allevano faraone) e uno nel Mantovano (allevamento di tacchini).

E pare che quest'anno, l'influenza aviaria non stia colpendo in modo massiccio l'Italia. Di sicuro non come l'anno scorso, quando i focolai furono tantissimi e misero in ginocchio il settore soprattutto nel Veronese. Nel resto dell'Europa, sono soprattutto Francia, Germania e Olanda ad avere un gran numero di focolai di aviaria, ma questo non ha attenuato l'interesse dell'europarlamentare veronese Paolo Borchia, il quale ha depositato un'interrogazione alla Commissione Europea sull'epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità. «L'Europa continua a subire casi gravi di influenza aviaria, con pesanti conseguenze economiche e sociali, ma l'Ue poco sta facendo per arginare la diffusione del virus - ha scritto il parlamentare europeo leghista - Da ottobre 2021 a settembre 2022, sono stati notificati in 37 Paesi europei un totale di 2.520 focolai nel pollame, 227 focolai nei volatili in cattività e 3.867 casi nei volatili selvatici. Negli allevamenti interessati dal virus sono stati abbattuti circa 50 milioni di capi». Numeri della più grande epidemia di aviaria mai registrata in Europa e che fortunatamente in quest'inverno pare non si stiano ripetendo. Ma per Borchia è fondamentale non abbassare la guardia. «È necessario studiare ed adottare un piano vaccinale su scala europea - ha consigliato - Sicuramente la vaccinazione può contribuire a ridurre in maniera significativa gli abbattimenti. Per cui, la Commissione Europea ha valutato un piano vaccinale obbligatorio per mitigare gli effetti del virus e, nel caso, è disponibile un cronoprogramma? Ha previsto delle contromisure per attenuare la propagazione del virus in volatili selvatici ed uccelli acquatici? Infine, considerate le ripercussioni a livello economico, quale tipo di sostegno potrebbe essere previsto per rendere capillare le eventuali misure di profilassi vaccinale a livello europeo?».

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