Cinghiali abbattuti, autoconsumo consentito a controllori e cacciatori
La Regione Veneto ha chiarito che anche gli operatori autorizzati al prelievo nell'ambito del piano di controllo sono autorizzati a gestire in proprio la carcassa, senza obbligo di conferirla ai macelli autorizzati
Le carcasse dei cinghiali abbattuti nel territorio regionale del Veneto possono essere destinate all'autoconsumo: anche i controllori, cioè gli operatori autorizzati al prelievo del cinghiale nell'ambito del piano regionale di controllo, sono autorizzati al pari dei cacciatori a gestire in proprio la carcassa, senza obbligo di conferirla ai macelli autorizzati e di affrontare i relativi oneri per l'ispezione veterinaria.
A chiarire la parificazione di trattamento tra prede dei cacciatori e capi abbattuti nelle azioni di controllo è la Regione Veneto, interpellata dalle associazioni di categoria e dall'Ulss 2 Marca Trevigiana. Un chiarimento che anticipa le nuove linee guida in materia di selvaggina selvatica presentate dal Ministero della salute lo scorso anno. La Regione, quindi, informa Ulss, polizie provinciali e le associazioni venatorie che «il cacciatore che abbia abbattuto un cinghiale nell'ambito del piano di gestione e controllo può utilizzarne la carcassa per l'autoconsumo, senza transitare per un macello autorizzato».
Al momento non sussistono motivi sanitari o di sicurezza alimentare per giustificare una diversa modalità di gestione delle carcasse dei capi cacciati, dato che sia i cacciatori sia i controllori svolgono la medesima attiva di caccia.
La sicurezza alimentare è comunque obiettivo prioritario e resta garantita. Le nuove disposizioni chiariscono che l'autoconsumo, indipendentemente dalle modalità di abbattimento, è possibile nella misura di un capo per ogni cacciatore o operatore e verrà sospeso qualora si verifichino situazioni di emergenza epidemica. Inoltre, le Ulss saranno coinvolte nella formazione dei cacciatori e dei controllori nelle competenze relative a igiene delle carni e malattie degli animali, e si richiede il rispetto da parte di tutti gli operatori degli obblighi in materia di identificazione e tracciabilità delle carni, l'impegno a prevenire ogni forma di zoonosi, l'obbligo dell'analisi delle carni per la ricerca del parassita della trichinella, nonché il rispetto della normativa vigente in materia di smaltimento dei sottoprodotti.