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Pensioni, aumentano le minime e taglio ribassato per quelle medie

Chi ha più di 75 anni e percepisce assegni inferiori vedrà per un anno la sua pensione salire fino a 600 euro lordi al mese. E rivalutazione completa per chi riceve fino a 2.100 euro lordi al mese

Un bell'aiuto per gli anziani che percepiscono pensioni minime e un taglio inferiore al previsto per quelli che percepiscono pensioni medie. C'è anche la rivalutazione delle pensioni tra i numeri della legge di bilancio proposta dal governo guidato da Giorgia Meloni. Una legge di bilancio che deve essere approvata entro la fine dell'anno e che quindi è al centro di un dibattito molto serrato. Un dibattito in cui sono coinvolti anche i sindacati come la Cisl, la quale è riuscita a strappare un accordo che migliora le condizioni di alcuni pensionati rispetto a quanto previsto in precedenza dall'esecutivo nazionale.

L'accordo riguarda la rivalutazione delle pensioni, ovvero quel meccanismo che consente ai pensionati di non perdere potere di acquisto a causa dell'inflazione. Inoltre, salvo modifiche dell'ultim'ora, i pensionati con più di 75 anni e con una pensione minima si vedranno alzare il loro assegno fino a 600 euro lordi. Un aumento, quindi, di almeno 100 euro circa al mese e che riguarderà nel Veronese oltre 2.800 pensionati.

Questo aumento per chi percepisce pensioni molto basse e ha più di 75 anni varrà, per il momento, solo per il 2023. Poi, c'è tutto il capitolo delle rivalutazioni che invece si rivolge a tutti i pensionati, indipendetemente da età e da assegno percepito. È stato calcolato che per mantenere lo stesso potere d'acquisto, le pensioni dovrebbero aumentare del 7,3%. E le pensioni che aumenteranno del 7,3% saranno quelle fino ai 2.100 euro lordi al mese (circa 1.500 euro netti al mese). Anzi quelle minime saranno rivalutate dell'8,8%. Questa percentuale, invece, scenderà con il salire della fascia di reddito del pensionato. Una discesa che però non sarà netta per chi percepisce una pensione media. Grazie all'intercessione della Cisl, infatti, chi percepisce tra il 2.100 e i 2.600 euro lordi al mese (quindi al massimo 1.900 euro netti) vedrà rivalutata la propria pensione del 6,2% e non del 5,8% come scritto inizialmente nella legge di bilancio. Infine, per le pensioni superiori ai 2.600 euro al mese le rivalutazioni saranno più basse, da un minimo del 2,3% per le pensioni molto alte ad un massimo del 3,8% per quelle medio-alte.

Tabella con la rielaborazione del casellario Inps 2021 e della bozza di legge di bilancio nel Veronese (a cura di Fnp Veneto)

«Siamo riusciti a far capire al Governo che penalizzare le pensioni medie significava dare uno schiaffo in faccia a persone che quella pensione, dignitosa ma non ricca, se la sono costruita versando regolarmente i contributi in anni di lavoro - ha dichiarato Tina Cupani, segretaria generale Fnp Veneto - Sarebbe stato anche un pessimo messaggio nei confronti dei lavoratori di oggi. Le pensioni medio-alte e alte avranno perdite non più recuperabili, ma tutto sommato ancora sostenibili. E perlomeno sappiamo che i soldi tolti a chi ha di più sono redistribuiti a chi ha di meno e non usati solo per coprire i deficit. Questa legge di bilancio aveva pochi margini: noi abbiamo preferito lavorare su quelli in modo costruttivo, invece di andare a uno scontro, sterile in questo momento. In prospettiva abbiamo molto lavoro e noi siamo già pronti a discutere ogni proposta per riformare in modo strutturale l’intero sistema previdenziale, in modo che garantisca una volta per tutte due cose: il mantenimento del potere d’acquisto a chi è già pensionato, con una rivalutazione piena di tutti gli assegni perché, ricordiamo, la pensione non è un regalo ma una retribuzione differita che il lavoratore si costruisce. E una pensione dignitosa a chi ci andrà. Non possiamo permetterci che anche in futuro tre quarti dei pensionati abbiano una pensione bassa».

Ed effettivamente in Veneto ci sono 1,2 milioni pensionati ed il 72,1% di essi percepisce una pensione sotto i 2mila euro lordi al mese. In particolare, il 51% viaggia sotto i 1.500 euro lordi al mese. Percentuali che sono simili a quelle dei pensionati veronesi, dove chi percepisce una pensione inferiore ai 2mila euro lordi al mese è il 72,7% del totale provinciale.

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