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Gli auguri ai veronesi del sindaco Sboarina: «Sia un buon Natale dopo che l'Europa ha cercato di togliercelo»

«Adesso siamo molto più avanti nella lotta al virus, il Natale lo possiamo vivere in compagnia diversamente da quello scorso», ha dichiarato il sindaco di Verona nel suo messaggio di auguri per il Natale

Il sindaco di Verona Federico Sboarina ha voluto riservare uno speciale messaggio di auguri ai cittadini per queste festività natalizie: «A tutti i veronesi, alle loro famiglie e ai loro cari voglio fare tanti auguri di Buon Natale. - ha detto il primo cittadino scaligero - Abbiamo delle libertà in più rispetto all'anno scorso, ma la situazione ci impone di vivere queste feste con ancora qualche restrizione. Durante l'estate tutti abbiamo sperato di poter mettere la parola fine alla pandemia, tuttavia è una battaglia che non abbiamo finito di combattere. Lo faremo tutti insieme, con la grande responsabilità e forza di cui la nostra comunità ha dato sempre prova, nei momenti più duri».

Lo stesso sindaco di Verona ha quindi specificato: «Adesso siamo molto più avanti nella lotta al virus, il Natale lo possiamo vivere in compagnia diversamente da quello scorso. Dobbiamo rallegrarci di questi pezzetti di strada già fatti e guardare avanti con fiducia e nella certezza che ce la faremo. Trasmetto questo pensiero di speranza a tutti i veronesi. Questo è il periodo dell'anno che più preferisco perché porta con sé tutti i valori della nostra tradizione, vi auguro di viverlo nella serenità delle vostre case o nella spensieratezza del vostro tempo libero».

Il sindaco Federico Sboarina ha poi voluto rivolgere «un pensiero particolare a chi è meno fortunato o attraversa un momento di difficoltà», spiegando che a Verona «non lasciamo indietro nessuno e il Comune è sempre aperto ad ogni bisogno». Infine, il primo cittadino scaligero si è riservato spazio anche per un piccolo accenno polemico: «Che sia veramente un Buon Natale, ancora più sentito dopo che in Europa qualcuno ha cercato di togliercelo».

Il riferimento, più o meno esplicitato da parte del sindaco Sboarina, parrebbe essere quello alla vicenda che in Italia è stata trattata con grande enfasi da alcuni quotidiani come Il Giornale che, in un articolo dall'inequivocabile titolo In Europa vietato dire "Natale" e perfino chiamarsi Maria, analizzava, a suo modo, il contenuto di un documento interno della Commissione europea. Altri giornali, quali ad esempio Open diretto da Enrico Mentana nell'articolo L’Ue non vieta di dire «Natale» e di chiamarsi «Maria», hanno a loro volta operato una sorta di fact checking relativo allo stesso documento, giungendo però a conclusioni molto diverse. Su tutte vale la pena ricordare il passaggio dell'articolo de Il Giornale dove si cita la presunta racccomandazione dell'Europa ad «usare nomi generici invece di "nomi cristiani"», laddove la traduzione dell'inglese «christian name», espressione contenuta nel documento Ue, con quella italiana «nomi cristiani» fa inevitabilmente sorridere. Si tratta infatti di quello che, per estensione, potremmo definire un "false friend" linguistico. Banalmente, infatti, «christian name» in inglese è sinonimo di «first name», ovvero semplicemente in italiano la traduzione corretta è «nome proprio», insomma indica il nome e non il cognome, o come specifica il Cambridge Dictionary: your first name, not your family name.

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