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Prof. Lippi dell'Università di Verona: «Associazione tra inquinamento e Covid»

Uno studio del professore dell'ateneo scaligero è stato pubblicato sulla piattaforma MedRxiv. E per approfondire il tema l'Iss crea una task force di cui fa parte anche Arpav

«Association between environmental pollution and prevalence of coronavirus disease 2019 (Covid-19) in Italy». Tradotto: «Associazione tra inquinamento atmosferico e prevalenza di coronavirus in Italia». È questo il titolo di un testo scientifico pubblicato sulla piattaforma MedRxiv e realizzato dal professore dell'università di Verona Giuseppe Lippi, insieme a Fabian Sanchis-Gomar (università di Valencia) ed a Brandon Michael Henry (centro medico di Cincinnati).

Lo studio, come si può capire dal titolo, esplora il legame potenziale tra il numero di contagiati a Covid-19 e l'inquinamento in Italia. La correlazione tra i due elementi rivelerebbe un'associazione altamente significativa. Vivere in una provincia altamente inquinata triplicherebbe il rischio di contrarre il virus e per questo la ricerca si conclude consigliando maggiori misure restrittive in quei territori dove è più alto l'inquinamento atmosferico.

Uno studio, però, non basta. Servono ulteriore prove per dimostrare che l'inquinamento favorisce la diffusione del coronavirus. Vale comunque la pena approfondire e perciò l'Istituto superiore di sanità (Iss) ha dato vita ad una task force specifica, di cui fanno parte anche Enea, Ispra e gli enti del sistema nazionale delle agenzie ambientali. L'iniziativa è denominata Pulvirus ed Arpav fa parte della cabina di regia nazionale. «È un'opportunità storica per dare risposte congiunte e con fondamento scientifico, articolato, ai cittadini sugli effetti dell'inquinamento sul virus - ha commentato l'assessore regionale all'ambiente Gianpaolo Bottacin - Questo sia in termini di diffusione del contagio, sia in termini di effetto sulle popolazioni esposte. Così come è storica l'opportunità di verificare l'effetto del lockdown sulle emissioni e relativo inquinamento. Ciò consentirà di evitare la diffusione di fake news da un lato e di poter fare le scelte più appropriate nel contrasto al virus».

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