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Arti marziali, al palasport di Verona l'appuntamento con l'unico allievo italiano del grande maestro Matayoshi

Nel capoluogo scaligero le celebrazioni per il centenario di uno degli ultimi antichi maestri di Okinawa: 100 gli atleti che giungeranno a Verona da tutto il mondo

Con la firma di Luca Zaia, c’è anche il patrocinio della Regione Veneto all’evento che pone Verona al centro della scena internazionale delle arti marziali. E con la concessione del Palasport da parte del Comune scaligero, è ormai ufficiale che le celebrazioni per il centenario di uno degli ultimi antichi maestri di Okinawa si terranno in città dal’1 al 3 luglio prossimi. A Shinpo Matayoshi, scomparso nel 1997, si deve tantissimo della diffusione delle arti marziali tradizionali in Occidente. E proprio Verona è stata l’epicentro dal quale si è diramata un’eredità che affonda le radici nel XVII secolo. Perchè qui insegna da quarantacinque anni l’unico italiano ad essere stato allievo diretto di Matayoshi: il Maestro Andrea Guarelli, 8° dan di karate e kobudo, presidente della International Matayoshi Kobudo Association che conta 6 palestre solo in questa provincia. Nel suo palmares recente, il primo e unico oro occidentale ai mondiali di kobudo (karatè con armi bianche) di Okinawa 2019 nella specialità del bastone lungo, la più prestigiosa.

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Il veronese Roberto Russo durante la prova che gli ha portato l'oro ai campionati del mondo di kobudo

Per il grande evento sono attesi 100 atleti da Stati Uniti, Australia, America Latina, Unione Europea e molte Regioni italiane. E un ospite d’eccezione: il Maestro Tsuneo Shimabukuro 10° dan, presidente della Federazione di Kobudo della prefettura di Okinawa. cento atleti come 100 sono gli anni trascorsi dalla nascita dell’indimenticato Maestro, 16° discendente diretto della propria famiglia nella pratica di molte antiche discipline, in un viaggio a ritroso nel tempo che inizia nel 1600. Tra Matayoshi e Guarelli è avvenuta la consegna delle chiavi del futuro delle arti marziali. E queste celebrazioni sono il doveroso tributo che si deve alla storia, perchè venga preservata e diffusa.

«Insegnare le arti marziali - spiega Andrea Guarelli - è come piantare un albero: possiamo apprezzarne i fiori, i frutti e l’ombra solo dopo un decennio o più, ma per chi sa aspettare la soddisfazione è immensa. Nelle nostre tecniche ci sono i gesti di tutti i maestri che ci hanno preceduto, non possiamo farli dimenticare. Ogni volta che correggo una tecnica, loro sono con me». Questo lo spirito del grande evento di luglio, che prevederà una cerimonia di apertura con le autorità, due giorni di pratica per gli allievi, una dimostrazione pubblica e una cena di gala finale.

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