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Arena, Sboarina scrive al min. Franceschini: «Se si riparte i posti saranno non più di 4mila»

In caso di ripartenza degli spettacoli in Arena, lirica e concerti, il numero di posti sarà ridotto a un terzo, passando dagli attuali 13.500 a circa 4.000. Sboarina: «Per un teatro che basa il suo modello di business anche sui biglietti che vengono venduti, l'impatto è notevole»

«Stiamo lavorando per essere pronti, ma per allestire la stagione areniana servono tempi certi. A tutt'oggi non sappiamo cosa ne sarà della "prima" del 13 giugno. Stiamo parlando di uno dei più grandi teatri all’aperto del mondo, il cui funzionamento, programmato ogni anno con ampio anticipo, richiede tempi di preparazione per le prove e gli allestimenti». Questa la posizione del sindaco e presidente della Fondazione Arena Federico Sboarina che, sul futuro del festival areniano, ha annunciato l’invio di una lettera di richieste al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini.

Per gli spettacoli in Arena riduzione dei posti da 13.500 a 4.000

«Stiamo parlando del futuro di uno dei più importanti festival lirici al mondo. - ha sottolineato il sindaco di Verona Sboarina - L’Arena, come ho evidenziato nella lettera che trasmetterò al Ministro Franceschini, ha delle caratteristiche particolari, che la rendono un teatro diverso da tutti gli altri. A cominciare dal fatto che i suoi incassi sono in gran parte derivanti dalla vendita dei biglietti e il suo utilizzo è collegato alla stagionalità estiva. Per questo, in vista di un possibile avvio delle attività, dobbiamo tenere in considerazione delle misure di sicurezza imposte in questa "nuova normalità" e, in particolare, del vincolo di distanza per il quale, la capienza dell’anfiteatro potrebbe cambiare in maniera significativa rispetto agli attuali 13mila 500 posti». A tal riguardo lo stesso sindaco di Verona durante un'interrvista andata in onda su SkyTg24, a precisa domanda circa le stime sulla capienza di posti in Arena per gli spettacoli a fronte delle misure di "distanziamento sociale", ha risposto che «siamo intorno alle 4mila persone, praticamente un terzo, stiamo ancora definendo però la mappatura precisa posto su posto, però cento persone in più o in meno il numerò sarà quello, quindi voi capite che per un teatro che basa anche il suo modello di business sui biglietti che vengono venduti, sia per l'opera che per i concerti, è chiaro che l'impatto è notevole».

Sboarina: «La "Fase 1 bis" non serve per i problemi degli spettacoli»

«L'avvio della "Fase 2" doveva dare risposta a questo tipo di emergenze economiche, invece, il governo ha scelto di portare avanti una "Fase 1 bis" che nulla concreto mette in campo per i problemi degli spettacoli. Ribadisco, - ha quindi concluso il sindaco Federico Sboarina - siamo in attesa di una data certa che ci consenta di capire come fare aprire le porte del più bel teatro all'aperto del mondo ed, al contempo, di garantire la sicurezza dei dipendenti e degli spettatori».

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