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Seconda protesta alla Aptuit di Verona per i 20 cuccioli di beagle. «Liberateli»

«Questi animali sono vittime sacrificali in nome di una "falsa scienza"», è il pensiero espresso da Animalisti Italiani, una delle associazioni che, insieme all'attivista Enrico Rizzi, hanno partecipato alla manifestazione

Dopo quella di sabato scorso, 18 settembre, si è tenuta oggi intorno alle 11 l'annunciata seconda manifestazione per chiedere la liberazione dei 20 cuccioli di beagle arrivati dalla Francia alla Aptuit, società della multinazionale Evotec con sede a Verona in cui si sviluppano e testano nuovi farmaci. I manifestanti si sono ritrovati davanti ai cancelli dall'azienda di Via Fleming con striscioni, megafoni, casse e microfoni.

Le fasi del trasporto degli animali hanno seguito un iter legale, ma gli animalisti sono tornati a condannare l'utilizzo dei cuccioli per la sperimentazione perché lo ritengono immorale. E la contestazione si è inoltre concentrata sulle presunte zone d'ombra attorno agli esperimenti sugli animali. «Il destino di questi poveri cuccioli di beagle è ancora una volta segnato: non vedranno mai la luce del sole, sottoposti a test e sofferenza, vittime sacrificali in nome di una "falsa scienza"», è il pensiero espresso dall'associazione nazionale Animalisti Italiani. Associazione che attraverso il suo presidente Walter Caporale ha lanciato un guanto di sfida al Comune di Verona e alla Evotec: «Liberate i cani e noi affronteremo ogni spesa derivante dal trasporto e dalle successive cure necessarie al mantenimento dei cuccioli, fino a quando non troveremo per loro una casa, una famiglia che possa offrirgli una seconda opportunità e tutto l'amore che si meritano regalandogli una vita dignitosa», ha dichiarato Caporale.

Ma le richieste degli animalisti sono andate avanti: «Aprite le porte degli stabulari per mostrare all'opinione pubblica il valore di una Verona che è sempre stata all'avanguardia in materia di diritti e tutela degli animali, da troppo tempo bistrattati e relegati al ruolo di oggetti, meri strumenti alla mercé dell’uomo prevaricatore. Verona ha già dimostrato di amare gli animali con il divieto ai circhi con elefanti, tigri, leoni, con lo stop alla circolazione delle carrozzelle trainate da cavalli e con la sterilizzazione e il microchip per i gatti, compresi quelli delle colonie feline. Proprio per questo ci appelliamo alla virtuosa amministrazione comunale affinché si adoperi per mettere in salvo gli animali».

Per le associazioni animaliste che hanno aderito alla protesta, gli esperimenti sugli animali non danno risultati precisi e predittivi. E le alternative al loro utilizzo ci sono, ad esempio i modelli informatici, gli organi bioartificiali, i microchip al dna e i microcircuiti con cellule umane.

Ed alla manifestazione ha preso parte anche l'attivista Enrico Rizzi, che sui social ha trasmesso l'evento sui social.

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