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Con i centri urbani semi deserti, gli animali si riprendono i propri spazi

L'orso seguito da un'auto a Nago-Torbole, in Trentino, che avrebbe fatto "visita" anche al giardino di un'abitazione di Cassone, è solo un esempio di come la natura stia approfittando dell'assenza dell'uomo

Uno degli effetti più curiosi (ma neppure così difficili da immaginare) di questa quarantena causata dall'epidemia di Covid-19, è il ripopolamento da parte degli animali di zone che prima non ne vedevano (o quasi) la presenza. 
Il brusco calo del traffico, e quindi dei rumori, della presenza dell'uomo nelle strade e nelle piazze, ha dato maggiore coraggio sia a specie che magari siamo abituati a vedere e con cui a volte interagiamo, sia ad altre che invece non pensavamo di incontrare vicino ai nostri centri. Gli stessi insetti sembrano essere decisamente più attivi in questi giorni, così come gli uccelli, attirati da tanta quiete e dalla possibilità di trovare cibo. Un buon momento anche per i piccoli rapaci, che oltre ad altri volatili possono contare anche sulla presenza di prede come alcuni roditori, mentre un animale decisamente più domestico come il gatto può sfruttare il periodo per qualche "escursione" più tranquilla, senza il pericolo delle macchine. 
Più timide, anche le anatre si sono prese licenze non comuni, come nel caso di Padova, mentre i gabbiani fissi sul lungadige Galtarossa hanno continuato nella propria attività e i cigni del Garda piano piano si stanno guadagnando spazio sulle spiagge. Anche i mari italiani sono sembrati giovare di questo stop, con i delfini avvistati in prossimità di alcuni porti, ad esempio Genova, mentre, tornando sulla terra ferma, per avvistare una lepre ora potrebbe non servire recarsi in una zona di campagna, viste le segnalazioni nei parchi di Milano. 

Tornando però nel Veronese, non si può dire che non siano mancati gli avvistamenti. Se nei mesi scorsi alcuni cittadini avevano ripreso la presenza di cinghiali sulle Torricelle e vicino al centro, è di qualche giorno fa la notizia di un orso che avrebbe fatto un giro nel giardino di un'abitazione di Cassone e, probabilmente lo stesso animale, è stato poi seguito nella zona di Nago-Torbole, in Trentino, al confine con Malcesine. 
A Ferrara di Monte Baldo si è consumata invece la predazione da parte di un lupo, che poi sarebbe disceso nella zona di Caprino Veronese, mentre a Monteforte d'Alpone un capriolo era rimasto intrappolato nel giardino di una villetta. Predatori come i gufi si sentono ora più nitidamente al calare della notte e le volpi sembrano farsi sempre meno diffidenti, avvicinandosi sempre più ai centri. 

Del resto la presenza dell'uomo ha sempre reso la vita impossibile alla fauna selvatica, ma non appena la prima viene a mancare, quest'ultima si è sempre dimostrata pronta a riprendersi i suoi spazi. Un caso emblematico è quello della zona di Chernobyl, teatro del più grande disastro nucleare della storia, oggi inabitabile dagli uomini a causa delle radiazioni e diventata punto di raccolta per numerso specie selvagge, che ora la abitano senza subire più le pressioni umane. 
La nostra situazione, fortunatamente, è ben diversa e il ritorno alla normalità si avvicina sempre più. Sarà da capire come i "nuovi abitanti" subiranno questo ritorno, ora che si sono abitutati almeno in parte ai climi più miti dei centri abitati e al muoversi nel contesto urbano, soprattutto con le strade semi deserte. 

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