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Regione Veneto e sindacati chiedono confronto ad Amazon, l'azienda diserta

Si volevano approfondire le attività di sviluppo e le criticità che stanno emergendo. La replica di Amazon: «Nostro coinvolgimento non sarebbe stato coerente con quanto concordato all'interno del protocollo per le relazioni industriali che pone come interlocutori i sindacati di settore nazionali»

Era stato convocato per la metà di questo mese di ottobre un incontro tra Regione Veneto, sindacati e Amazon. Il confronto sarebbe stato utile per approfondire le attività di sviluppo previste dall'azienda in territorio regionale e le criticità che stanno emergendo. Per la Regione era presente l'assessore al lavoro Elena Donazzan, insieme all'Unità Crisi Aziendali e ai dirigenti regionali. Le organizzazioni sindacali confederali hanno inviato i propri rappresentanti, ma Amazon ha comunicato di non ritenere necessaria la propria partecipazione. «Abbiamo confermato la nostra disponibilità ad un incontro in merito alla nostra presenza in Veneto, ai nuovi investimenti e alla possibilità di individuare sinergie e progettualità che permettano di favorire uno scambio di valore tra l'azienda e il territorio - ha comunicato l'azienda - Ma in merito alla richiesta di incontro avanzata dalle organizzazioni sindacali, con la partecipazione dell’assessore Donazzan, riteniamo che il nostro coinvolgimento non sia coerente con quanto concordato all'interno del protocollo per le relazioni industriali siglato il mese scorso. Il protocollo pone come interlocutori i sindacati di settore nazionali, con cui è già stato individuato un percorso di confronto periodico insieme a Conftrasporto, associazione datoriale che rappresenta Amazon».

«Prendo atto con rammarico della scelta dell'azienda di non valutare utile un confronto, in sede regionale, con le parti sindacali confederali del Veneto rispetto alle ampie attività di sviluppo che l’azienda sta implementando nella nostra regione nel contesto di un settore, qual è quello dell'e-commerce, in forte espansione, specialmente in territorio veneto - ha commentato l'assessore Donazzan - Tali dinamiche di sviluppo meritano di essere governate, comprese e condivise con i principali attori istituzionali e sociali del territorio, quali sono le organizzazioni sindacali, anche e soprattutto al fine di porre rimedio alle inevitabili criticità che stanno già emergendo».
Ed anche i consiglieri regionali chiedono ad Amazon il rispetto delle istituzioni e dei diritti di lavoratori e lavoratrici. «Non può esserci disponibilità al dialogo solo quando c’è da programmare nuovi insediamenti, per poi sparire quando c’è da parlare di tutele e diritti - ha dichiarato la consigliera del Partito Democratico Vanessa Camani - La logistica è diventata un settore fondamentale, che si è sviluppato molto nel corso della pandemia, e la presenza della multinazionale è sempre più massiccia, ma in questa fase diventa strategico imparare a distinguere tra imprese che offrono lavoro e quelle in grado di creare occupazione di qualità, garantire posti stabili e rispettare i diritti. E non sempre è il caso di Amazon che fa, in Veneto, massiccio ricorso al lavoro somministrato, rendendo complicata l'interlocuzione con le imprese che hanno la titolarità dei contratti, tanto che oggi non siamo neppure nelle condizioni di sapere quanti sono gli addetti impiegati negli stabilimenti della multinazionale. Dobbiamo pretendere da Amazon, come dalle altre associazioni datoriali, il massimo supporto per ripristinare il dialogo sociale ed istituzionale: la ripartenza va accompagnata dal rispetto dei diritti dei lavoratori». Ed Elena Ostanel, consigliera regionale del Veneto che Vogliamo ha aggiunto: «A trattare con colossi come Amazon e altri grandi player dell’e-commerce e della logistica non si può lasciare soli i lavoratori e le loro organizzazioni sindacali, così come non si possono lasciare da soli i Comuni nel gestire l’insediamento di queste enormi strutture nei loro territori».

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