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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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«Alleanza contro Covid-19», i primi frutti delle ricerche fatte a Verona

Enact è un progetto scientifico nato per affrontare l'emergenza pandemica da coronavirus e a distanza di circa due mesi dalla sua partenza ha già prodotto dei primi risultati

«Conoscerlo per Sconfiggerlo, Alleanza contro Covid-19 (Enact)». Questo il titolo del progetto scientifico di ricerca medica originale, iniziato lo scorso mese di aprile, che sta affrontando l'emergenza pandemica da coronavirus con un approccio integrato e multidisciplinare, con l’obiettivo di definire parametri clinico-epidemiologici, virologici e immunologici in grado di chiarire i meccanismi usati dal virus per diffondersi e causare una malattia così devastante.

Tale progetto rappresenta anche un modello innovativo di collaborazione tra ricerca scientifica accademica e finanziatori privati. Finanziato da Fondazione Cariverona con 2 milioni di euro e co-finanziato da Fondazione Tim con 250mila euro, Enact può quindi contare su ingenti risorse messe a disposizione in poco tempo, coinvolgendo vari gruppi dell'università di Verona, in collaborazione con l'Azienda ospedaliera universitaria, capaci di assicurare competenza scientifica e un approccio multi-disciplinare senza precedenti.
Immunologia, infettivologia, epidemiologia, medicina interna sono stati chiamati a realizzare una corsa per la scienza, aiutati anche dall’amministrazione universitaria che ha reso possibili acquisti di materiali e attrezzature in tempi strettissimi.

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(Mazzucco di Fondazione Cariverona)

A distanza di circa due mesi dal suo varo, Enact ha presentato una primissima analisi dei risultati.

Il gruppo di ricerca Enact è coordinato dal professor Vincenzo Bronte nel ruolo di ricercatore principale e responsabile del filone immunologico ed è composto dai questi scienziati quali responsabili degli altri filoni di ricerca: la professoressa Evelina Tacconelli per l'epidemiologia clinica, il professor Davide Gibellini per la virologia, il professor Domenico Girelli per la clinica e i fattori prognostico-predittivi.
Inoltre, sono coinvolti vari collaboratori dei responsabili dei diversi filoni ed altri esperti, veronesi e non, con specifiche competenze scientifiche e cliniche, quali i professori Claudio Lunardi, Ercole Concia, Marco Chilosi, Venerino Poletti, Claudio Doglioni e il dottor Massimo Valsecchi.
Il coordinamento generale è affidato al professor Giovanni Pizzolo.

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(Bronte)

Il progetto Enact è costituito da quattro sottoprogetti:

  • Sottoprogetto Immunovid. Supervisionato dall'immunologo Bronte, si è occupato della comprensione dei meccanismi che stanno alla base dei disordini immunologici che seguono all'infezione da Coronavirus. Sono stati ottenuti diversi risultati, alcuni dei quali in corso di revisione da parte di riviste scientifiche internazionali. In particolare, è stato identificato un bersaglio molecolare, coinvolto nella cascata di alterate reazioni immunologiche che portano a stati infiammatori abnormi e spesso incontrollabili, che possono essere disattivati da farmaci disponibili e in uso per altre patologie. La fase sperimentale di questo studio è già conclusa e ora è in corso una assai complessa elaborazione di tutti i dati ottenuti. Infine, importanti risultati sui meccanismi del danno polmonare stanno emergendo dalla collaborazione multidisciplinare di pneumologi e patologi di Verona, Forlì e Milano. Le analisi hanno permesso di evidenziare, su casi precoci di Covid-19, quadri molto diversi da quelli riscontrati in soggetti deceduti per la malattia che permetteranno di comprendere meglio l'evoluzione della patologia polmonare ed i suoi potenziali esiti.
  • Sottoprogetto ViroCovid. Supervisionato dal virologo Davide Gibellini sta sviluppando studi su alcuni aspetti della biologia del virus, della sua interazione con le cellule e dei metodi di diagnosi dell’infezione virale. Sono già stati ottenuti alcuni risultati nelle specifiche linee di ricerca. Sono pronti per l'invio per la pubblicazione i risultati sulla validazione analitica di alcuni metodi di indagine rapida per la ricerca di anticorpi su siero e sangue sia di pazienti positivi sia di soggetti documentatamente non contagiati. I risultati hanno permesso di determinare le performance analitiche di questi metodi e di eseguire uno studio sulla cinetica della comparsa degli anticorpi per evidenziare quando queste tecniche rapide possono essere impiegate con successo nella pratica clinica. Sono metodi utilizzabili come screening rapido e per ragioni epidemiologiche, ma non possono essere considerati come risorsa idonea alla diagnosi della infezione acuta, confermando come il metodo di elezione per una diagnosi precoce di infezione sia il tampone. Inoltre, l'analisi di alcuni esperimenti permetterà, in tempi brevi, di descrivere alcuni meccanismi con cui il virus induce danno cellulare e di individuare nuovi target molecolari per terapie innovative.
  • Sottoprogetto Registro Covid-19 Vr. Supervisionato dall'internista Domenico Girelli, questo progetto, ha previsto l'installazione nell'università di Verona di una piattaforma informatica caratterizzata da elevate capacità di immagazzinamento di dati e di calcolo, finalizzata alla raccolta organizzata e alla successiva analisi di dati anamnestici, clinici, laboratoristici, strumentali, e radiologici relativi a tutti i pazienti con Covid-19 transitati all’interno dell'Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona. A regime, la piattaforma conterrà i dati, rigorosamente anonimizzati, non soltanto dei pazienti ricoverati nelle varie Unità Covid, ma anche di quelli valutati in pronto soccorso e quindi dimessi in terapia domiciliare. Si avrà pertanto una panoramica completa dei vari quadri di malattia, da quelli più lievi a quelli più gravi che hanno necessitato di ricovero in terapia semi-intensiva o intensiva. Si tratta di oltre 600 pazienti, per ciascuno dei quali sono state raccolte, e ora organizzate e in corso di analisi, numerosissime variabili in grado di fornire modelli predittivi del decorso della malattia, i fattori di rischio e quelli eventualmente protettivi. Tutto questo fornirà informazioni di grande impatto per la gestione clinica della malattia e le prime informazioni raccolte hanno già consentito la stesura di articoli scientifici in fase di pubblicazione o in corso di valutazione presso riviste scientifiche di livello internazionale. Tra questi, uno studio che ha dimostrato l’alta (28%) prevalenza di trombosi venosa profonda (Tvp) asintomatica nei pazienti ricoverati per Covid-19. La Tvp rappresenta un importante precursore di una complicanza potenzialmente fatale quale l'embolia polmonare, ma è prevenibile con il ricorso a farmaci anticoagulanti. Un altro studio ha valutato il danno cerebrale nei pazienti Covid-19 attraverso la determinazione di un biomarcatore innovativo, quale la catena leggera dei neurofilamenti. Tale studio ha confermato che Covid-19 è una malattia che non si limita purtroppo ai polmoni ma colpisce molti altri organi, incluso il sistema nervoso centrale. Sul versante delle comorbilità concomitanti, un altro studio ha dimostrato che l’asma bronchiale rappresenta sorprendentemente un fattore protettivo nei confronti dello sviluppo di forme gravi di Covid-19.
  • Sottoprogetto React-Covid-19. Supervisionato dall'infettivologa Evelina Tacconelli, studia nel dettaglio gli aspetti clinici ed epidemiologici nei pazienti ospedalizzati, operatori sanitari e conviventi di operatori sanitari. Lo scopo del progetto è quello di definire, utilizzando metodologie avanzate di intelligenza artificiale, modelli predittivi per una identificazione precoce dei pazienti ad alto rischio di una forma severa di Covid-19 o del ricovero in terapia intensiva e ventilazione meccanica. Nello studio sono stati già inclusi oltre 400 pazienti ed i primi dati preliminari mostrano che alcuni sistemi intelligenti sono in grado di predire, utilizzando informazioni laboratoristiche non complesse, quali pazienti sono più a rischio di decesso o evoluzioni cliniche severe con complicanze a breve e a lungo termine con un’alta specificità e sensibilità.

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(Tacconelli)

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