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Attualità Via Giovanni Francesco Caroto

Da via Caroto inizia la rinascita degli alberi abbattuti dal nubifragio del 23 agosto

In occasione della giornata dedicata alla "Festa dell’albero", le prime cinque nuove piante sono state collocate nell’area verde all’inizio di via Caroto: «Un intervento piccolo ma simbolico»

Parte da via Caroto la piantumazione delle nuove piante in sostituzione a quelle sradicate e distrutte dal nubifragio del 23 agosto. Un luogo scelto non a caso, questa parte della città infatti, da via Caroto alla Torricella di Castel San Pietro fino alla Valdonega, è quella che ha pagato il prezzo più alto dal punto di vista ambientale, con 200 alberi distrutti. Ieri in occasione della giornata dedicata alla "Festa dell’albero", le prime cinque nuove piante sono state collocate nell’area verde all’inizio di via Caroto, al bordo delle strada, per mantenere alberato il viale sinistro del viale in direzione Torricelle. Si tratta di cinque "Cercis siliquastrum", meglio conosciuti come "piante di Giuda", alberi ornamentali autoctoni caratterizzati da alto arbusto e abbondante fioritura primaverile.

Le piante rappresentano una prima parte di arbusti che l’associazione Florovivaisti veneti ha donato alla città. Non appena il clima lo consentirà, altri alberi troveranno dimora grazie alla disponibilità dei florovivaisti. Un contributo che si aggiunge all’attività dell’Amministrazione che, dopo l’imponente lavori nel post nubifragio per ripulire e mettere in sicurezza il territorio, sta ora pianificando le nuove piantumazioni da effettuare nei prossimi mesi. Sul posto, sabato mattina, si è recato il sindaco Federico Sboarina. Insieme a lui c’erano gli assessori ai Giardini Marco Padovani e all’Ambiente Ilaria Segala. Presenti anche Fabio Zamboni e Alberto Bonafin dell’associazione Florovivaisti.

«Se ripenso alla drammatica sera del nubifragio di fine agosto, - ha detto il sindaco Sboarina - l’immagine che ho davanti agli occhi è proprio quella di via Caroto devastata dal maltempo. Alberi enormi sradicati in mezzo alla strada e ammassati sui lati, rami spezzati ovunque, buio totale. Sembrava l’apocalisse. Ci siamo subito rimboccati le maniche e in pochi giorni la città era come prima, tuttavia per molte piante non c’è stato nulla da fare. Quello di oggi è un intervento piccolo ma simbolico, ripartiamo da qui per restituire alla città parte del suo patrimonio verde».

«Delle 500 piante distrutte durante il nubifragio, 200 erano in questa parte della città - ha detto Padovani -. Ecco perché abbiamo scelto questo luogo per le prime piantumazioni, era doveroso partire da qui. La giunta ha già deliberato nuovi stanziamenti per dare via al processo di ripiantumazione degli alberi abbattuti. Studieremo insieme ad Amia modi e tempi degli interventi, oltre alla scelta di piante autoctone che meglio si adattino alle diverse zone cittadine. E’ anche l’occasione per rivedere in meglio la collocazione di determinati arbusti. Ringrazio l’associazione Florovivaisti per la preziosa collaborazione».

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