Agsm-Aim, revoca incarichi a Casali e Vanzo. Verona Domani e Lega contro il sindaco
I partiti dei due membri del cda dell'azienda attaccano Tommasi. «La sua è una scelta irrazionale ed imprudente», ha dichiarato il consigliere Rossi. «Clamorosa farsa», ha aggiunto Zavarise
Il coltello dalla parte del manico ce lo ha lui. E quel coltello sarà usato per tagliare metaforicamente due membri del consiglio di amministrazione di Agsm-Aim: il presidente Stefano Casali e la consigliera Francesca Vanzo. È il sindaco di Verona Damiano Tommasi che può decidere la revoca dei due incarichi. Revoca che arriverà nell'annunciata assemblea dei soci dell'azienda del prossimo 7 dicembre. E se, dall'opposizione, Flavio Tosi concorda con la scelta di Tommasi, le altre minoranze hanno criticato il primo cittadino.
«È venuto meno il rapporto di fiducia», ha detto Tommasi per spiegare la revoca degli incarichi a Casali e Vanzo, a cui il sindaco aveva chiesto le dimissioni. Richiesta che è stata respinta dal presidente di Agsm-Aim, il quale non comprendeva le perplessità manifestate dal sindaco sulla gestione delle conseguenze dell'operazione Compago. Il mese scorso, infatti, Agsm-Aim Energia avrebbe dovuto concludere l'acquisto del 35% della holding milanese Compago su iniziativa del consigliere delegato di Agsm-Aim Stefano Quaglino. L'affare è stato però congelato e le principali deleghe del consigliere Quaglino sono state sospese dal cda dell'azienda. Nel frattempo sono state interpellate delle società di consulenza per valutare se l'operazione Compago, così come era stata pianificata, sia effettivamente vantaggiosa oppure no. Valutazioni che non sono ancora complete, ma che Tommasi non sembra intenzionato ad attendere perché la rottura del rapporto fiduciario con Casali e Vanzo non sarebbe legata al merito dell'affare Compago.
Sul merito, invece, insistono le opposizioni contrarie alla revoca degli incarichi al presidente e alla consigliera di amministrazione di Agsm-Aim. Per Verona Domani e per la Lega, Casali e Vanzo si sarebbero comportati correttamente nella gestione dell'operazione Compago e quindi la decisione di Tommasi risulterebbe ingiusta. «È assolutamente incomprensibile come alla vigilia dell'esito delle delicatissime verifiche relative all’indagine sull’operazione Compago, un’operazione ideata e voluta dal consigliere delegato Stefano Quaglino, il sindaco chieda le dimissioni e la revoca del mandato ai due consiglieri veronesi Casali e Vanzo - ha affermato il consigliere comunale di Verona Domani Paolo Rossi - Una scelta irrazionale ed imprudente, presa senza neanche leggere il responso di un’indagine esterna, autonoma, autorevole ed indipendente, assolutamente doverosa e resa quanto mai necessaria, alla luce di numerosi aspetti poco chiari legati al progetto del consigliere Quaglino, sia sotto il punto di vista industriale, che economico, patrimoniale e reputazionale del gruppo Agsm-Aim. Fa quindi sorridere e stupisce come i destinatari dell’ultimatum di Tommasi siano coloro i quali hanno promosso iniziative unicamente finalizzate alla tutela e alla salvaguardia di Agsm-Aim e della città di Verona e non invece colui che potenzialmente ha esposto a rischi ed operazioni non convenienti e sbagliate il gruppo, penalizzando di conseguenza la governance veronese, l’amministrazione comunale e gli utenti veronesi».
«O Tommasi ha la sfera magica e sa per certo, prima dell’esito della relazione sull’operazione Compago, che Quaglino non ha sbagliato una virgola nel suo operato, oppure siamo spettatori di una clamorosa farsa orchestrata dal sindaco di Verona con l’aiuto del consigliere delegato di Agsm-Aim con l’unico scopo di liberare posizioni per accontentare liste e partiti della sinistra che sostengono la maggioranza», ha aggiunto il consigliere comunale della Lega Nicolò Zavarise.