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«Stiamo lavorando per mantenere controllo pubblico dell'aeroporto Catullo»

Stefano Bianchini, assessore alle aziende partecipate del Comune di Verona, ha rassicurato i rappresentanti dei lavoratori, mentre il giorno dell'aumento di capitale si avvicina

Durante la manifestazione di due settimane fa, i rappresentanti dei lavoratori delle sigle sindacali dell'aeroporto Catullo erano stati ricevuti in Prefettura ed avevano richiamato l'attenzione sulla loro situazione drammaticamente incerta. E nel giro di qualche giorno, anche il Comune di Verona ha voluto confrontarsi con i dipendenti legati allo scalo. Con loro, ha parlato Stefano Bianchini, assessore alle aziende partecipate, perché la società che gestisce il Catullo è in parte controllata dal Comune di Verona e da altri enti pubblici.

I lavoratori hanno voluto avvere rassicurazioni sulle decisioni che il Comune prenderà per il futuro dello scalo. Le principali preoccupazioni illustrate dai sindacati riguardano: la salvaguardia dei posti di lavoro, in un'ottica di forte contrazione delle attività in un contesto di limitazioni a causa del Covid; il programma degli investimenti a sostegno dell'operatività della struttura; il piano aziendale di rilancio, anche in vista dell'assemblea dei soci prevista a metà aprile, per l'aumento di capitale.
«Ho dato assicurazione ai rappresentanti dei lavoratori - ha detto Bianchini - sul fatto che il Comune sta facendo tutto il possibile per la salvaguardia e il rilancio dell’aeroporto. Per la nostra città rappresenta uno degli asset principali e fondamentali, quindi il nostro impegno è massimo. Fra le richieste dei sindacati vi è quella di continuare a mantenere il controllo pubblico dell'aeroporto e di non cederlo ai soci privati. Anche su questo fronte stiamo lavorando e subito dopo Pasqua faremo un incontro politico con i rappresentanti di Comune, Provincia, Regione e parlamentari. Tutto questo sempre all'interno dei rapporti di collaborazione che intercorrono fra i soci pubblici che gestiscono il Catullo».

Il nodo da sciogliere è chiaro a tutti. Il coronavirus ha ridotto drasticamente l'attività degli aeroporti, Catullo compreso. È necessario attuare un piano di rilancio dell'infrastruttura, ma il piano richiede denaro da investire. Denaro che Save, il socio privato, non ha problemi a reperire, mentre sembra essere più difficile per i soci pubblici. Si stima che l'aumento di capitale oscilli intorno ai trenta milioni di euro. Soldi che dovranno essere sborsati in base alle quote di partecipazione dei singoli soci. E nel caso in cui qualcuno volesse chiamarsi fuori dal pagamento, l'unica strada che potrebbe percorrere sarebbe quella di vendere le sue quote, in parte o tutte. Il timore dei lavoratori è che il Comune di Verona e gli altri soci pubblici non riescano a far fronte a questo aumento di capitale. A quel punto Save potrebbe acquisire nuove quote e ottenere il controllo dell'infrastruttura. A parole, tutti vogliono scongiurare la perdita del controllo pubblico sul Catullo. Ma solo dopo l'aumento di capitale si saprà se alle parole saranno seguiti i fatti.

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