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Acqua negata a due ciclisti e il caso spopola sui social e sulla stampa

Protagonista della vicenda una coppia residente nel Padovano (lui è originario del Veronese) a cui sarebbe stata negata la possibilità di bere un sorso d'acqua: il racconto poi è finito sui social ed ha raggiunto i media nazionali

La vicenda dei due ciclisti residenti nel Padovano cui a Restena, frazione di Arzignano (Vicenza), sarebbe stata negata la possibilità di un sorso d'acqua, sta deflagrando sui social media. E non solo, come riporta VicenzaToday. Dopo che la disavventura capitata alcuni giorni fa alla padovana Lea Ceccomarini (cui materialmente è stato negato di riempire un paio di borracce) e al suo compagno Filippo Varanini aveva fatto capolino sui media locali, è sbarcata anche sui media nazionali. Frattanto però qualcosa si muove anche a livello amministrativo visto che la giunta di Arzignano è pronta ad installare una o due fontane che a Restena «effettivamente mancano», spiega il vicesindaco e assessore al turismo Enrico Marcigaglia della Lega.

L'ANTEFATTO - È domenica 7 luglio. Sono da poco passate le due del pomeriggio. I due ciclisti dal Vicentino si stanno dirigendo verso il Veronese. La pista ciclabile dell'Agno-Guà fa una leggera deviazione che porta molti ciloturisti a Restena. La frazione, incastonata tra i colli di Trissino e di Arzignano, è visitata spessissimo dagli amanti delle due ruote che nel comprensorio trovano percorsi interessanti. Il caldo è torrido e la Ceccomarini, una italo-francese residente a Padova che fa l'insegnate di Francese, arriva giustappunto a Restena. Non trovando fontanelle fa rotta verso il circolo-bar parrocchiale che per l'occasione è stato affittato da un gruppo di privati. Ma viene per due volte respinta in malo modo. Questo almeno è il racconto, il quale non scade mai nella maleducazione, che la donna affida alla sua pagina Facebook.

DOVIZIA DI DETTAGLIO - E la vicenda diventa virale soprattutto perché l'insegnate ricostruisce con dovizia di particolari anche i dialoghi dell'incontro ravvicinato con chi le avrebbe negato l'acqua. In prima battuta sarebbe stato «un uomo corpulento» alzatosi a fatica dalla sua sedia. In seconda battuta sarebbe stata una donna di mezz'età. Ad ogni modo la discussione su Facebook, come accade spesso, si allarga a macchia d'olio, andando a lambire pure la politica. Anche se la donna e il suo compagno non hanno mosso alcun tipo di addebito politico rispetto a quanto accaduto né accusato la comunità locale, le associazioni o la parrocchia.

PARLA IL COMPAGNO - Infatti Varanini, il compagno della Ceccomarini che la seguiva in bici (è un ricercatore padovano ma di natali veronesi), sempre su Facebook, ha commentato così l'accaduto. Sulla sua pagina, in un intervento pubblicato ieri si legge: «Crediamo... che questa brutta storia di meschinità, chiusura e ossessione della proprietà vada raccontata, come spunto di riflessione su cosa stia diventando la nostra terra...».

Pur nella durezza dell'intervento però l'uomo fa un distinguo molto preciso: «A cacciarci sono state due singole persone... Troppo vigliacchi loro, ovviamente, per farsi avanti e chiedere scusa. I responsabili sono loro, ed in parte i commensali che non hanno fatto nulla per opporsi. Non vogliamo in alcun modo colpevolizzare il paese di Restena, che è molto attivo nella solidarietà... In quella frazione - si legge - tante brave persone... si sono scusate sinceramente, e ci hanno offerto ospitalità in futuro». Al momento non si sa chi siano i due che avrebbero tenuto questo comportamento verso la coppia, anche se in paese le voci si rincorrono. E pare che i due starebbero sul punto di decidere di chiedere pubblicamente scusa. Anche perché Restena nel comprensorio è nota per le iniziative solidali che da anni vengono portate avanti da un effervescente arcipelago di associazioni, a partire dal «Gruppo giovani Restena».

PARLA IL VICESINDACO - «Ferma restando la solidarietà dovuta ai due ciclisti, dico che assieme al sindaco Alessia Bevilacqua stiamo cercando di capire meglio quanto accaduto. Ciò detto, per un altro versante, giá lunedì in giunta proporremo la installazione di una o due fontane perché non è pensabile che in un punto cosí importante per il cicloturismo del comprensorio non ci sia la possibilità di riempire delle borracce. Ad essere onesti durante la campagna elettorale la popolazione non aveva espresso la necessità di realizzare in loco una fontana. Però è anche vero che sono in primis i pellegrini in visita alla chiesa di Restena, l'unica nel Vicentino consacrata alla Madonna di Monte berico oltre al santuario vero e proprio, nonché tantissimi tra ciclisti e appassionati di trekking, tutta gente che viene da fuori, ad avere bisogno delle fontanelle. Per questo provvederemo di gran carriera». Intanto in paese a mezza bocca circolano pure le battute di chi in una vicenda del genere ci vede anche dell'ironia: “Ma come può un sindaco che si chiama Bevilacqua non installare una fontanella in ogni contrada?".

Al di là dell'ironia però il fatto rimane. Se si compara il Vicentino con quello che accade nel vicino Trentino i fatti parlano da soli. L'antico uso di dotare i luoghi d'interesse e di passaggio con un rubinetto di acqua potabile va via via scemando in terra veneta. E con l'aumento vertiginoso del cicloturismo proprio nelle contrade più remote questo potrebbe diventare un problema.

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